Sta per partire la 62a edizione del Carnevale di Melilli.
Dal 20 al 25 Febbraio 2020
Ingresso Gratuito.
Preparatevi a quella che sarà sicuramente una grande festa.
Il Carnevale Melillese è storicamente uno degli appuntamenti laici di maggior rilievo nel comune ibleo, dove si svolge ininterrottamente, a esclusione del periodo della Seconda Guerra Mondiale, dal lontano 1936, quando la comitiva "a Someggiata" realizzò il primo, semplice carro allegorico intitolato "Vivere - Non si muore mai".
La tradizione dell'evento è quindi molto "sentita" dai cittadini di Melilli, i quali, come nel resto della Sicilia, erano già allora soliti celebrare il Carnevale in maniera semplice ma altrettanto divertente rispetto ai giorni nostri, facendogli assumere per certi versi un significato che andava ben oltre la festa in sé. Esso era infatti un modo per la comunità di dimenticare per qualche giorno la fatica del vivere quotidiano, del lavoro nei campi o nelle prime fabbriche che aprivano in quella che sarebbe diventata negli anni a venire una delle aree industriali più importanti d'Europa.
I mascarati
Al di là delle sfilate dei primi carri allegorici, era la settimana compresa fra il giovedì e il martedì grasso a essere vissuta pienamente dalla gente comune. In quei giorni giovani e meno giovani, chi più, chi meno, si sbizzarrivano a fare scherzi e a vestirsi mascarati (in maschera): agli uomini bastavano uno straccio con due fori all'altezza degli occhi per realizzare una maschera e un largo manto scuro per "travestirsi". Mentre le donne utilizzavano abiti larghi con vistosi grembiuli per camuffare il proprio corpo, e grossi scialli a ricoprire la testa e parzialmente il viso.
Per rallegrare le loro serate e quelle dei cittadini, i mascarati si riunivano spesso in gruppi itineranti che si spostavano di strada in strada e nelle case di amici e conoscenti (dai quali però si facevano riconoscere solo in un secondo momento), da dove frequente si udivano giungere le note musicali di qualche brano proveniente da un disco o dalle prime radio. Una volta fatta entrare in una abitazione, la comitiva si esibiva talvolta in vere e proprie scenette comiche improvvisate, prendendo di mira in maniera goliardica qualcuno dei presenti oppure, attraverso, una serie di battute, i politici locali e nazionali; molte volte, poi, il gruppo coinvolgeva i loro ospiti in balli e giochi tradizionali, quasi sempre legati a degli indovinelli in dialetto che apparivano pieni di doppi sensi, salvo poi rivelarsi, una volta risolti, contenutisticamente più ingenui di quello che potevano sembrare.
La tradizione continua
Immancabili poi le abbondanti bevute di vino rosso casereccio, che iniziavano già nel primo pomeriggio, almeno il fine settimana, gustato assieme a dei biscotti freschi, al pane e alle olive, e, a fine serata, durante le cosiddette "mangiate", che consistevano in grandi abbuffate a base prevalentemente di carne di maiale arrostita o al sugo.
Da allora, anche se alcune vecchie abitudini si sono un po' perdute, l'evento è cresciuto sempre di più nel corso degli anni, soprattutto a partire dal 1958, quando ricevette un'ulteriore impulso dall'amministrazione comunale di allora che istituì una serie di premi per i partecipanti alle sfilate, fino a raggiungere il suo apice durante gli anni '70 e '80 e diventare, col tempo, quello che è ai giorni nostri, vale a dire un Carnevale che per fantasia, creatività e bellezza dei suoi carri allegorici e dei suoi gruppi in maschera non ha nulla da invidiare a quelli di altre città più celebrate.
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