Un complesso abitato sin dalla fine del X secolo dai monaci benedettini che nel 1146 raggiunse il massimo fulgore con i cistercensi ma che successivamente andò in rovina. Nel 1460 fu incorporato nei beni della chiesa per poi subire tante sorti come essere utilizzato come stalle e magazzini agricoli.
Ma non tutte le storie finiscono male! Nel 1990 Mauro Checcoli un ingegnere bolognese e medaglia d’oro olimpica aTokyo nel 1964 acquistò da un pastore i ruderi dell’Abbazia con l’intento di farla rivivere e resuscitare i fasti di una volta. Ora l’opera di restauro è quasi completata e l’Abbazia di S. Giusto è tornata con noi.
Oggi questo luogo magico è uno scenario unico, dove l’opera dell’uomo e quella della natura si fondono in una valle incontaminata tra il fiume, i campi di lavanda e gli ulivi. Si, perché intorno all’Abbazia è stata ricreata un’azienda agricola sulla scia delle tradizioni lavorative dei monaci cistercensi: la produzione della lavanda con campi coltivati che a giugno si coprono di un bellissimo colore azzurro-viola e un distillatore per l’estrazione dell’olio essenziale di lavanda.L’Abbazia di San Giusto riunisce molti secoli di storia in uno splendido luogo. Il monastero si affaccia sulla valle del fiume Marta, protetto da colline su entrambi i lati. Questa zona è stata abitata in tempi antichi come dalle testimonianze degli insediamenti etruschi e romani ritrovati in questa parte della valle.
In occasione del progetto Tuscania: uno scrigno da aprire, visiteremo l’Abbazia di S. Giusto per gentile concessione del suo proprietario. (Durata 2 ore)
Appuntamento: Sabato 17 giugno ore 17.00 Davanti a Porta di Poggio, in piazzale Trieste a Tuscania (VT). Da qui ci sposteremo in macchina all’Abbazia di s. Giusto (4 km in direzione di Tarquinia)
Condizioni: Visite guidate GRATUITE con prenotazione obbligatoria
Informazioni e prenotazioni: 339 5718135 - info@anticopresente.it - www.anticopresente.it
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