Villa della Regina
La Villa della Regina è una villa seicentesca situata sulla collina di Torino, alle spalle della splendida chiesa della Gran Madre di Dio e in prossimità del convento dei Cappuccini. Costruita per volere del cardinale Maurizio di Savoia, fa parte delle Residenze sabaude in Piemonte. Deve il suo nome al fatto di essere stata la dimora prediletta di due consorti dei Re di Sardegna, Anna Maria di Orléans e Maria Antonia Ferdinanda di Spagna.
Fu progettata intorno al 1615 dall'architetto romano Ascanio Vitozzi, il progettista del Palazzo Reale di Torino. La Villa, originariamente concepita come una sontuosa residenza di campagna con annessi vigneti, venne realizzata dagli architetti Carlo e Amedeo di Castellamonte su commissione del cardinale Maurizio di Savoia, secondogenito del duca Carlo Emanuele I e fratello del duca Vittorio Amedeo I. Il cardinale era un uomo di grande cultura che rinunciò successivamente alla porpora cardinalizia per vivere in questa villa con la nipote Ludovica Maria di Savoia la quale nel 1642 all'età di 13 anni (lui quarantanovenne), era diventata sua moglie.
Da principio venne perciò chiamata Villa Ludovica e in un padiglione di essa il cardinale Maurizio era solito organizzare dotte riunioni di accademici, scienziati e intellettuali. Questo salotto, del quale fecero parte lo storico sabaudo Emanuele Tesauro e il futuro Papa Innocenzo X, era detto l'Accademia dei Solinghi e vi si discuteva di letteratura, scienza, filosofia e matematica. Maurizio di Savoia e sua moglie morirono entrambi proprio in questa villa, rispettivamente nel 1657 e nel 1692. Con il trasferimento della corte sabauda al Plazzo del Quirinale molti mobili ed opere d'arte, tra cui una pregiata libreria eseguita dall'ebanista Pietro Piffetti furono traslocati a Roma e la Villa della Regina spogliata. A seguito della donazione fatta dal re Vittorio Emanuele II, nel 1869 la villa divenne la sede dell'Istituto Nazionale delle Figlie degli Ufficiali che combatterono durante le guerre di indipendenza italiane: da quell'anno cessò definitivamente di essere una proprietà privata della casa Reale. Abbandonata dopo l'esilio sabaudo e colpita dai bombardamenti alleati durante il secondo conflitto mondiale, la Villa ha conosciuto in seguito 50 anni di totale degrado. A tale situazione si è posto rimedio a partire dal 1994, anno della presa in gestione da parte della Soprintendenza per i beni artistici e storici del Piemonte, con lavori di restauro durati oltre dieci anni e terminati nel 2011, in occasione della celebrazione del 150° dell’Unità d’Italia. Oggi è possibile visitare gli splendidi interni affrescati e le quattro salette cinesi in boiserie laccata e dorata. All’esterno della Villa si sviluppa vasto giardino emiciclico su tre livelli, nel quale si trovano splendide fontane alimentate da sorgenti naturali, grotte artificiali e splendide statue, da cui si può godere uno splendido panorama della città di Torino.
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