In ANTEPRIMA a Torino per l’APERTURA di gLocal Film Festival
NINNA NANNA PRIGIONIERA
di ROSSELLA SCHILLACI
Un film teneramente intimo su maternità, responsabilità, scelte
Mercoledì 8 marzo, ore 21.00, Cinema Massimo
NINNA NANNA PRIGIONIERA il documentario di Rossella Schillaci che affronta il delicato tema della maternità in carcere, e lo fa con tenerezza e con responsabilità, verrà presentato in ANTEPRIMA al prossimo Piemonte Movie gLocal Film Festival - mercoledì 8 marzo, ore 21.00 al Cinema Massimo (sala 1) - come film di apertura della manifestazione.
Diretto dalla regista torinese Rossella Schillaci e prodotto dalla torinese Indyca, il film è stato girato all’interno della Casa Circondariale Lorusso e Cutugno di Torino dove la regista ha ripreso per più di un anno. Il materiale raccolto, e lavorato dal tocco della Schillaci, ha prodotto un documentario coinvolgente e allo stesso tempo straniante che porta il pubblico ‘ad altezza di bambino’. Il documentario riesce a restituire la condizione di claustrofobia carceraria, ma allo stesso tempo dona al pubblico un ritratto intimo e partecipe su maternità, responsabilità e scelte, così come sull'energia vitale dell'infanzia che riesce a colorare anche il grigio mondo carcerario.
A presentare il film e dialogare con il pubblico in sala, ci saranno la regista Rossella Schillaci, il produttore Simone Catania (Indyca), Paolo Manera (direttore di Film Commission Torino Piemonte), Maria Franchitti (Funzionario giuridico pedagogico e responsabile dell'ICAM - Istituto a Custodia Attenuata per Detenute Madri di Milano) e alcuni rappresentanti della Casa Circondariale Lorusso e Cutugno.
NINNA NANNA PRIGIONIERA con l’appuntamento torinese inizia il suo tour di proiezioni in Italia con una serie di anteprime a marzo anche a Roma e Milano che precedono l’uscita in sala in calendario a primavera, con la distribuzione di Fil Rouge Media di Andrea Cirla.
Sinossi
Jasmina è una giovane donna di ventiquattro anni che sta scontando la sua pena in carcere, in custodia cautelare. In cella con lei vivono i suoi figli più piccoli: Lolita, di due anni e Diego, di pochi mesi, mentre il figlio più grande vive con la nonna. Il film accompagna da vicino il quotidiano di questa piccola famiglia, mentre i mesi passano, durante momenti di speranza, attesa e resistenza. I piccoli gesti di tutti i giorni, il bagnetto, il pranzo, le passeggiate lungo i corridoi del carcere rivelano il dramma con cui ogni madre si troverebbe a confrontarsi in una situazione simile, la scelta tra crescere i propri figli, avendoli accanto, ma in prigione, o lasciarli liberi senza di lei, per un tempo della durata indeterminata. Un ritratto intimo e partecipe su maternità, responsabilità e scelte, e sull'energia vitale dell'infanzia, capace di trasformare anche il mondo carcerario.
Dichiarazione della regista
Quando mio figlio aveva pochi mesi ho partecipato con lui ad un corso di massaggio infantile in un asilo nido vicino alla Casa Circondariale Lorusso Cutugno di Torino. In quella stessa scuola erano "ospitati" i bambini figli di madri detenute che, per poche ore alla settimana, potevano uscire per giocare con altri bambini. Stupiti e felici di giocare con altre mamme, e soprattutto con dei papà, in un ambiente colorato e luminoso. Non sapevo, allora, che per legge le madri incarcerate che hanno figli sotto i tre anni di età possano scegliere di tenerli con loro, in cella. Questo in assenza di appositi Istituti a Custodia Attenuata per Madri, o case-famiglia protette, che dovrebbero essere costruiti in ogni regione. L'obiettivo della legge è di tutelare i valori della maternità, nella convinzione che sia fondamentale per il bambino instaurare nei primissimi anni della sua vita un forte legame con la propria madre. Mi sono chiesta cosa accade poi, quando i due vengono separati. Come può essere vissuta la maternità per quelle donne rinchiuse, senza nessuno a cui appoggiarsi? Come possano far addormentare il loro bambino senza poter camminare, perché la sera chiudono le cella a chiave e non c'è spazio per muoversi? Come può una madre crescere un figlio in un luogo dove la sua libertà e la sua dignità sono sospese? Ma al contempo, come possono dei bambini così piccoli crescere senza la loro madre? Chi può veramente decidere cos'è meglio per loro? Forse non vi è alcuna risposta definitiva. Ma il paradosso della maternità e dell'infanzia vissute in una cella mi hanno spinto a fare un film che lasci allo spettatore la libertà di vivere e conoscere il confinamento peculiare di una madre e della sua bambina.”
Credits
Italia/Francia, 2016, HD, 82’, col.
Regia: Rossella Schillaci
Soggetto, sceneggiatura: Rossella Schillaci, Chiara Cremaschi
Fotografia: Stefania Bona
Suono: Mirko Guerra
Montaggio: Adrien Faucheux, Fulvio Montano
Musiche originali: Giorgio Giampà
Interpreti: Jasmina, Lolita, Diego
Produzione: Indyca in co-produzione con De Films En Aiguille
Con il supporto di MIBACT – Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, CNC – FAIA, Eurimages, Piemonte Doc Film Fund, Regione Ile-de-France
Produttore: Simone Catania
Coproduttore: Carine Ruszniewski
Distribuzione: Fil Rouge Media
Location: Torino
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