CON “JUKEBOX GENERATION”
VANNO IN SCENA GLI ANNI ’60 A FIDENZA
Il film, cantato e narrato da 14 noti concittadini,
sarà proiettato mercoledì 25 maggio alle ore 21.00 all’ex macello di via Mazzini
Fidenza, 20 maggio 2011 - Una nonna, professionisti delle categorie più svariate, casalinghe e pensionati. Tutti accomunati da gloriosi trascorsi e un altrettanto radioso presente in campo musicale e canoro. Sono ben 14 i cantanti e i musicisti che hanno preso parte al film “Jukebox generation”, in programma mercoledì 25 alle ore 21.00 all’ex macello di via Mazzini, a Fidenza. Artisti i cui nomi sono ben noti ai fidentini: Gianni Adorni, detto «il negro bianco di Borgo San Donnino»; i polistrumentisti Carlo Falletta ed Ezio Gardella; la vivace Eleonora Ferrarini, quasi una rivale di Mina; Tullo Colombini, già chitarrista dei Gemini 4, l’unico gruppo beat fidentino ad avere inciso un 45 giri negli anni ’60; l’ex enfant prodige Paolo Maffini, che torna a cantare a distanza di 40 anni; Valeriano Calderini e Antonio Zucchi, reduci del complesso dei Provos; il trombettista Claudio Canali; l’eclettico Ermes Peracchi; Alda Spaggiari, Luciana e Giuliana Macchiavelli delle Baby Sitters, che esportarono l’italian wave nella swinging London del 1968, e Gina «Stella» Zanasi con cui costituirono il gruppo delle Mini Coopers.
Nel film, che dura circa un’ora e mezzo, gli artisti raccontano esordi, aneddoti e segreti della loro carriera, rievocano tempi e costumi ormai dimenticati. Il video, realizzato da Luca Laurini e Ivano Sartori per conto di Nave Corsara Cinema e patrocinato dal Comune di Fidenza, ha come scopo la conservazione della memoria storica della città attraverso una serie di film. Questo è il terzo dopo i video dedicati alle vecchie botteghe di Borgo e alla figura di don Camillo Mellini, «il prete degli scout». Oltre ai cantanti e musicisti citati, in “Jukebox generation” i fidentini riconosceranno almeno un’altra ventina di loro concittadini nei ruoli di comprimari, comparse e caratteristi. Tra tutti, spicca Athos Novelli nel ruolo di «produttore del Clan di Celentano». Un cammeo da incorniciare, che vale da solo lo spettacolo.
L’ingresso è libero.
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