“La vita e nient'altro, il Paradiso al tempo della peste”
Sabato 18 e 25 ottobre 2014, ore 17.00
Certaldo (FI)
Rileggere il Decameron, antidoto alla “peste” di ogni tempo. Giuseppe Faso presenta “La vita e nient'altro, il Paradiso al tempo della peste”.
Come sta la civiltà Occidentale a quasi 700 anni dalla scrittura del Decameron? Siamo riusciti a fare tesoro degli insegnamenti di libertà – fisica, civile, intellettuale – che l'autore del Decameron dispensava ai suoi contemporanei o, in questo inizio di millennio, complici anche le paure della crisi economica e il ripiegamento della società su sé stessa, la lettura di questa opera può ancora dirci e darci molto?
A parlarne al pubblico certaldese, con una conferenza spettacolo inedita dal titolo “La vita e nient'altro – il Paradiso al tempo della peste” sarà Giuseppe Faso, coadiuvato dal musicista Pasquito Chiti, sabato 18 e 25 ottobre 2014, ore 17.00, alla biblioteca comunale Bruno Ciari.
“Ho insegnato nei licei per trent’anni e ho sempre incontrato attenzione ed entusiasmo negli adolescenti quando ho proposto letture impegnative ma senza obblighi di riassunti e griglie – spiega Giuseppe Faso – invitandoli invece a condividere con gli altri interessi, difficoltà e passioni. Il lavoro aumentava, ma anche la qualità e la crescita umana, per loro e per me”.
Da questa positiva esperienza in ambito scolastico Giuseppe Faso, oggi in pensione ma sempre attivissimo, in ambito culturale come nel supporto alle politiche per gli stranieri, ha ideato queste conferenze dedicate all'opera massima di Giovanni Boccaccio, il Decameron.
“L'aggiornamento, montaggio ed esposizione del Decameron che propongo nasce anche per colmare la distanza che c'è fra l’immagine tradizionale di Boccaccio, sia nelle scuole che nel senso comune, e le acquisizioni filologiche e critiche degli ultimi decenni. Questo libro è un complessa quanto meravigliosa macchina narrativa, un'enciclopedia del sapere, uno strumento di crescita e cura oltre che occasione di diletto. Per sfuggire ai nocivi effetti della pestilenza dieci giovani si riuniscono fuori Firenze, praticando comportamenti dignitosi e onesti, e nel corso di dieci giorni si narrano novelle in un giardino (“paradiso”, in iraniano) sottratto alla terribile emergenza, ma anche all’universo delle consuetudini. Il distacco dalla caducità del mondo permette così una rappresentazione ilare e spregiudicata della vita, sottratta alle cornici sociali e cognitive che ne avevano depresso gli aspetti di letizia e di sconfinata pluralità. L’intelligenza, l’amore, la mite riflessività – soprattutto quella femminile – la nobiltà d’animo e la prontezza nel rapportarsi alle mille evenienze con parole e gesti adatti alla convivenza civile, tutte qualità civili liberate dalla catastrofe, reclamano l’attenzione che era stata dedicata a valori mostratisi incapaci di reggere all’urto della crisi”.
“Ce n’è abbastanza, mi pare – conclude Faso – non tanto per dotare il Decameron di una “attualità” che lo deformerebbe, ma di porsi una domanda ben più radicale ed efficace: non mi chiedo ”che cosa ne è di Boccaccio rispetto a noi, nel 2014”, ma “che ne è di noi, e delle nostre angustie civili, rispetto alle proposte del Decameron”.”
L'incontro, inserito nella Settimana della Cultura, sarà introdotto dall'Assessore all'educazione, Jacopo Arrigoni, che invita tutti i certaldesi a “Partecipare a una nuova e diversa lettura dell'opera del nostro illustre concittadino, a un evento, rivolto ai giovani come agli adulti, che sarà certamente occasione di crescita culturale e di riscoperta del nostro patrimonio storico”
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