Si svolgerà domenica 24 luglio alle ore 19,00 alla Torre di Bene di Orsogna la presentazione del libro "Orsogna 1943, le battaglie per la linea Gustav nella Cassino dell'Adriatico" di Saverio Malatesta; l'evento è organizzato dalla casa editrice Menabò in collaborazione con il Comune di Orsogna.
Dopo i saluti iniziali del Sindaco Fabrizio Montepara e dell'editore Gaetano Basti seguiranno gli interventi di Giovanni Legnini, Vice Presidente del CSM, di Silvio Paolucci, Assessore Sanità, Personale e Sport della G.R.A., di Giancarlo Zappacosta, Direttore del Dipartimento Turismo, Cultura e Paesaggio e dell’autore.
L’autore, Saverio Malatesta, con uno spiccato interesse per argomenti storici di cui ha scritto su numerosi siti specializzati, ha scelto di condurre le ricerche su quegli “sfortunati eventi del versante adriatico così poco generosi di vittorie” molto spesso trascurati dagli storici militari “che preferiscono concentrarsi prevalentemente sui combattimenti di quello tirrenico che portarono alla liberazione di Roma da parte della Quinta Armata americana”. "Le battaglie che infuriarono dal fiume Sangro fino a Orsogna e Ortona, lungo tutta la Linea Gustav sull’Adriatico nel dicembre del 1943, rappresentano il primo atto di uno scontro che vedrà affrontarsi gli stessi eserciti sul territorio italiano nei due anni successivi, (nelle campagne e sui colli abruzzesi che si affacciano sull’Adriatico, si fronteggiarono, infatti, nell’inverno del 1943, le divisioni che alcuni mesi più tardi si sarebbero nuovamente scontrate sotto l’imponente figura del monastero fondato da San Benedetto e successivamente più a nord fino alla Linea Gotica)". L’autore ha scelto di rivolgere le proprie ricerche sulle diverse fasi della battaglia di Orsogna restituendo, così come è stato già fatto per Ortona, dignità ed importanza a quegli eventi del settore adriatico che meritano la stessa considerazione, da parte della storiografia ufficiale e cattedratica, che hanno avuto le battaglie sul fronte tirrenico. Attraverso preziose fonti neozelandesi e tedesche, diari di Divisione e battaglione, testimonianze d’archivio dei combattenti e descrizioni dei movimenti sul terreno delle truppe su dettagliate cartine militari, Saverio Malatesta ricostruisce giorno per giorno il drammatico svolgimento di una battaglia che vide i giovani neozelandesi, kiwi, (termine con cui venivano soprannominati i soldati neozelandesi) combattere per 25 lunghi e terribili giorni, tra bombardamenti, morte, fango e freddo.
“Nelle campagne e sui colli abruzzesi che si affacciano sull’Adriatico, si fronteggiarono, infatti, nell’inverno del 1943, le divisioni che alcuni mesi più tardi si sarebbero nuovamente scontrate sotto l’imponente figura del monastero fondato da San Benedetto e successivamente più a nord fino alla Linea Gotica. Si pensi alla 90ª Divisione corazzata della Wermacht, alla 1ª Divisione “Fallschirmjäger”, i paracadutisti tedeschi passati poi alla storia come “i Diavoli verdi”, alla 1ª Brigata corazzata canadese, alla 8ª Divisione indiana e alla 2ª Divisione neozelandese.
Proprio i neozelandesi della 2ª Divisione, giunti da così lontano per contribuire alla liberazione dell’Europa, procedendo verso nord oltre il fiume Sangro, vennero inaspettatamente bloccati a Orsogna. Quella che in un primo momento sembrava una tappa intermedia da superare in velocità, diventò ben presto il primo tragico banco di prova italiano per i giovani kiwi. Molte sono le analogie con i combattimenti che li videro protagonisti tra le rovine di Cassino e sui crinali a ridosso dell’abbazia nei mesi successivi. E ancora più evidenti sono le affinità degli errori tattici compiuti sul campo di battaglia a rendere più amaro il pensiero dell’inutile sacrificio di molte giovani vite che si sarebbero potute risparmiare se fossero state prese decisioni diverse. Tutto lascia pensare che proprio la mancata conquista di Orsogna fu una della cause che spinse i comandi neozelandesi a intestardirsi qualche mese più tardi a Cassino al fine di evitare un secondo fallimento per mano degli stessi avversari. Proprio le truppe tedesche, e in particolar modo i paracadutisti, dimostrarono la stessa abilità e determinazione a resistere all’interno dell’abitato e lungo la propria linea difensiva esattamente come sarebbe successo poi a Cassino e nei suo dintorni”.
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