Presso la Casa Vacanze Rocche di Montexelo a Monticello d’Alba (Cn), Giovedì 29 settembre 2016 si svolge un incontro culturale dedicato a un misterioso prodotto del Roero di cui oggi parlano soltanto gli anziani: il "Sal di Canale".
A rinverdire la memoria di questo rimedio popolare saranno il prof. Luciano Bertello, già presidente dell’Enoteca regionale del Roero, e lo scrittore Giordano Berti, che ha recentemente ritrovato una copia di un libretto stampato a Venezia nel 1792 nel quale si elencano le virtù del Sal di Canale, che da alcuni anni era importato dalla Repubblica di Venezia per le sue qualità terapeutiche.
In realtà, il territorio del Roero era apprezzato non solo per questo sale. Il medico veneziano autore del libretto settecentesco, nella prefazione descriveva la bellezza di queste «deliziose colline, fertili specialmente in vino... ove si respira un’aria pura e sana.» Oggi come allora, queste colline sono apprezzate per gli stessi motivi.
Parlando del Sal di Canale, va detto che le sue proprietà benefiche, anche nell’uso umano, erano già state riconosciute da collegi medici di Torino, Parigi e Perugia, oltre che di Venezia.
Questo sale si trovava in alcune zone particolari del Roero, dove il ritiro del mare, circa due milioni di anni fa, aveva lasciato numerosi giacimenti salini, poi seppelliti dai detriti trasportati dai corsi d’acqua. L’aspetto più misterioso del Sal di Canale sta nel fatto che non veniva estratto da sottosuolo, ma raccolto nel momento in cui, alla fine dell’inverno, sembrava “fiorire” sul terreno sotto forma di barba lanuginosa. Era quindi necessario raccoglierlo presto, per evitare che il vento lo disperdesse.
Sappiamo che, sino a pochi decenni fa, quando una persona non si sentiva bene, gli anziani usavano dire “devi prendere un po’ di Sal di Canale”. Esiste ancor oggi questo sale misterioso, o è scomparso sotto il “peso” della modernità? Ce lo diranno Luciano Bertello e Giordano Berti nell’incontro a Monticello d’Alba.
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