Dove mirano gli occhi per un fotografo è una scelta e un impegno costante per la vita.
In Sicilia i fotografi possiedono quella rara ed eccezionale capacità di riconoscere a prima vista la reale bellezza. Struggente, eterna ed universale l’isola trasmette a chi apre un varco nel cuore e nell’anima, la sensazione di essere presenti sui luoghi, dove lo sguardo del fotografo si è orientato non solo una volta, ma infinite volte.
Questo è il caso di Bartolo Chichi. Dove mirano i suoi occhi è un mistero, una magia, un’alchimia dosata tra viaggi antichi, tragitti moderni e strade immaginarie.
Il percorso fotografico si sviluppa in Sicilia, il suo luogo d’elezione, tra Architettura, Natura, Località, Borghi, Feste e Riti, Artigianato e Specialità, questi paragrafi per immagini incantano la mente come il canto delle sirene celesti che rivestono quella funzione primaria e cosmologica in una concezione che possiede una sostanza intrinseca con l’armonia e l’equilibrio del vivere e dell’ esistere.
“È facile essere felici in Sicilia, ma è un’operazione che richiede un adattamento biologico oltre che culturale: bisogna imparare a vivere il tempo alla maniera siciliana”. Interpretando le parole di Francine Prose in “Odissea Siciliana”, un siciliano che fotografa la sua terra non può esimersi dal captare scatti di esposizioni condensate, in cui si ritrovano esistenze consuete e fuori dall’ordinario, incantevoli episodi di vita che si ripetono e si consumano con grande padronanza dell’essere e dell’agire.
Un viaggiatore camminando senza meta in Sicilia, la cui posizione favorevole al centro del Mediterraneo, viene sommerso da una storia e da un presente che non ha uguaglianze in nessun altro ambiente.
Spettacoli esemplari di rara vistosità e frugalità, lussuosi e severi, eleganti e miserevoli, presenze nevralgiche di un vivere contraddittorio. Scrutando questo catalogo affiora un’ opposizione per cui è lecito domandarsi se è un dovere “mantenere vivi dei prerequisiti ridondanti per istantanee” per poter evolvere e migliorare, sognando un futuro grandioso e libero per questa terra tanto dissacrata - spesso anche dai suoi stessi abitanti - ma pur sempre affascinante e radicata nei cuori di chi l’ha lasciata per dirigersi altrove.
La risposta di “Dove mirano gli occhi” è positiva e ci auguriamo che sfogliando questo volume l’esperienza dello spettatore curioso, sia altrettanto simbolica e intenzionale, per trasformare la visione in una consapevolezza straordinaria.
Maria Rita Chichi
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