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Luglio 2024
eventiesagre.it
Luglio 2024
Numero Evento: 21171417
Eventi Culturali
Le Forme Dell'aprisogno
A Contatto Con La Propria Interiorità Dimenticata
Date:
Dal: 30/06/2018
Al: 29/07/2018
Dove:
Logo Comune
Lombardia - Italia
Contatti
Fonte
Eleonora Scheggi
Evento Passato! Per aggiornamenti: segnalazione@eventiesagre.it
Scheda Evento
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Le Forme Dell'aprisogno

A Contatto Con La Propria Interiorità Dimenticata

Da Sabato 30 Giugno a Domenica 29 Luglio 2018 - dalle ore 18:00
Torre Del Castello - Castellaro Lagusello - Mantova (MN)

Le Forme Dell'aprisogno - Mantova

LE FORME DELL’APRISOGNO
A Contatto Con La Propria Interiorità Dimenticata

testo di ALESSIA INTILISANO
opere grafiche di ROBERTA SUSY RAMBOTTI
A cura di LISA BASILI

installazione di opere e letture ispirate al libro “I giardini di Sicilia”
30 Giugno - 29 Luglio 2018
Torre Del Castello - Castellaro Lagusello

Che cos’è un’opera d’arte se non un punto di incontro e di scambio? Immaginiamo per un secondo il prodotto artistico come il punto di convergenza di due energie diverse: usando le parole di Aristotele, un’energia creativa in atto, quella dell’artista, e un’energia in potenza, contemplati-va e percettiva dell’osservatore. L’artista in primo luogo compie un’analisi su di sé e, immergendosi nel mare della propria interiorità, ne riemerge con tutte le informazio-ni più o meno codificate che trasmutano nell’opera. Di conseguenza, il fruitore porta dentro di sé ciò che egli stesso recepisce, compiendo un’analoga analisi al contra-rio. Esiste perciò un rapporto tra artista e osservatore che segue un duplice andamento: da dentro a fuori e da fuori a dentro e in cui la chiave di volta coincide, per l’appunto, con l’opera d’arte.Essa si configura così per chi vi è di fronte come un luogo delle possibilità, un luogo in cui poter accedere a un’altra dimensione, un cosiddetto “Aprisogno”. Seguen-do con lo sguardo le figure, le forme, le linee e i colori, il tempo dell’osservatore si dilata e, di riflesso, si adegua ai moti percettivi che lo conducono alla scoperta dei lati di-menticati della propria interiorità e ad accogliere, perché no, nuovi punti di vista su di sé e sul mondo. È proprio questo, infatti, l’intento della mostra nata dalla collaborazione tra la scrittrice Alessia Intilisano e l’artista Roberta Susy Rambotti: invitare il visitatore ad abban-donare il flusso dei pensieri che ogni giorno affollano la mente per abbracciare un’altra modalità di approccio all’esistenza, che riguarda più propriamente la sfera del “sentire” e che consiste nell’accogliere e fare risuonare dentro sé le diverse suggestioni ricevute. L’evento espositivo consiste in un’installazione di opere artistiche, tele dipinte e sculture, dell’artista lombarda ac-costate a passaggi letterari tratti dal libro della Intilisano “I giardini di Sicilia”, a cui esse si ispirano. I Giardini di SiciliaIl testo è il romanzo di formazione di una giovane don-na, Melissa, che dopo il suo trasferimento dalla Sicilia a Milano, incontra una misteriosa donna, Consuelo

Forero, che diventerà la sua insegnante e la condurrà alla riscoperta di quel sapere occulto che soggiace in ogni persona attraverso i misteri di un’antica tradizione orale. Le vicende, seppur talvolta siano contraddistinte da accenti fortemente esoterici, sono allo stesso tempo riconducibili alle esperienze della vita quotidiana e, di conseguenza, offrono diversi spunti di riflessione.

Le opere

Nonostante l’ispirazione letteraria, i lavori della

Rambotti non sono una mera trasposizione iconografica, una semplice illustrazione delle vicende narrative. Il loro carattere spesso altamente astratto intende tradurre con elementi plastici le sensazioni percettive dell’artista, affinché possano tradursi in un linguaggio non di senso univoco, ma aperto ad ogni possibile lettura e teso a coinvolgere le stesse energie che si librano tra le parole del romanzo.

Atmosfere oniriche, aperture e chiusure, spazi pieni e vuoti che si susseguono, unioni osmotiche o lente separazioni, colori dai toni ora più cupi ora più leggeri e dalla consistenza gassosa che si sfiorano fluttuanti, direzioni ascensionali o dilatazioni orizzontali e ancora figure nascoste che emergono tra le linee degli intrecci, come i sottili fili invisibili che collegano ogni essere, vivente e non, a formare il tutto. Il movimento è suggerito da ogni elemento plastico e l’occhio dell’osservatore vaga alla ricerca di una connessione, di un senso, finché, colto da questo clima meditativo, non scopre che il senso stesso emerge imporovvisamente dentro di sé, sotto forma di una sensazione, di una metafora o di una sottilissima percezione.

La canalizzazione

Per spiegare meglio come operano le due protagoniste della mostra, non ci si può esimere dal ricordare che condividono entrambe una lunga esperienza all’interno della scuola olistica Sitrus Sithrudill l’Albero della Tradizione. Questa scuola, che ha sede a Pontremoli, in Lunigiana, è infatti specializzata in quella che si chiama “canalizzazione”.

La canalizzazione è l’attitudine continua e costante a recarsi all’interno di sé stessi e ad interrogare la propria guida interiore per farsi indicare quale sia la cosa giusta in un dato momento della vita. Tutto ciò avviene in uno stato meditativo, di assenza da ogni tipo di pensiero che possa ostacolare la comprensione di ciò che si muove in un livello più profondo, ovvero a contatto con la propria anima. Questa connessione può essere utile, non solo in momenti critici nella vita, ma soprattutto (ed è uno dei punti chiave su cui la Scuola fa luce) per produrre arte, ma un tipo di arte autentica, in quanto emanazione diretta della propria anima.

L’ispirazione artistica per essere canalizzata deve però seguire un percorso che attraversi tutte e tre le frequenze di cui siamo composti: inizialmente deve essere una percezione che arriva dallo spirito, e che poi, discendendo dentro la propria anima si trasformi in sensazione e, infine, si materializzi attraverso il corpo fisico in un “fare”, cioè nella produzione di qualcosa: un canto, un dipinto, un libro, una danza e così via.

Potenzialmente, dunque, in questo senso chiunque può essere in qualche modo un artista, più precisamente un artista che si fa mezzo per tradurre su un piano utile e comprensibile all’umanità i moti di quella fonte comune che è lo spirito.

Ed ecco che anche i lavori qui in mostra assumono questo aspetto di universalità. Tutto nasce da una canalizzazione: è l’anima a parlare. E così tra le pagine del romanzo della Intilisano, si ha la sensazione di identificarsi con la protagonista e, di riflesso, alla crescita di Melissa coincide un movimento energetico che sollecita l’assetto interiore del lettore. Qualcosa dentro di lui inevitabilmente succede, e sono proprio quei moti, quelli dello spirito che si riconosce, che come una calamita vengono attratti. Quegli stessi moti, quelle stesse sensazioni, che si traducono nelle opere della Rambotti.

Roberta Susy Rambotti

Nata a Desenzano del Garda (Brescia) nel 1972, consegue la laurea presso l’Accademia di Belle Arti di

Brera, Milano.

Negli anni la sua ricerca si sviluppa attorno ai temi della relazione tra uomo e natura, della riflessione

spirituale dell’artista quale unico medium per la elaborazione formale dell’opera, del confronto tra io e altro attraverso la dimensione del viaggio. Una visione interiore è dunque la sua matrice capace di dipanarsi nelle trame delle sue opere.

La canalizzazione diventa un moto responsabile, un mettersi al servizio di qualcosa, di un’ armonia più grande di lei e dare un volto alla trasmutazione della sua intuizione che altro non è se non l’incarnazione di un concetto che essa vuole rivelare.

Tutto questo la spinge negli anni a non fermarsi alle tecniche apprese negli studi artistici ma ad indagare attraverso altri approcci, se vogliamo più spirituali, condizionando inevitabilmente la sua attitudine e il suo stesso rapporto con l’atto della creazione.

Le sue opere traducono tali presupposti liberandosi nel tempo dalle emergenze decorative, nella definizione di una plasticità che contempla il pieno e il vuoto in una costante ridefinizione delle potenzialità dinamico-visuali della materia.

Alessia Intilisano

Alessia Intilisano nasce a Messina nel 1983 dove vive fino all’età di undici anni.

Nel 1994 si trasferisce a Milano, dove tutt’ora vive, perseguendo inizialmente studi di Ragioneria e

interessandosi successivamente alla Medicina Tradizionale Cinese.

Fin da giovanissima è attratta da tutto ciò che concerne la dimensione interiore dell’essere umano e tutti gli aspetti che lo compongono: il corpo, la mente, le emozioni, l’anima, fino agli aspetti più esoterici e spirituali.

Nel 2004 il suo cammino incrocia una scuola iniziatica del sentire e della canalizzazione, che la formerà e la forgerà ad una conoscenza sempre più profonda del sé.

Nel 2009 comincia a redigere manuali che espongono le tecniche di consapevolezza apprese in questa scuola, fino a portare alla luce, nel 2014, il suo primo romanzo “I giardini di Sicilia”.



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    Data ultimo aggiornamento pagina 2018-06-27 10:05:10
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