Nottenera Festival è la vetrina finale del progetto culturale innovativo nato nel 2007, con l’ambizioso obiettivo di mettere in relazione i linguaggi creativi contemporanei, le realtà e le comunità del territorio.
78!
Performance improvvisata @ Nottenera Festival 17
Dove: Piazza O. Caosi (Punto T)
Quando: ore 22.45, ore 00.50
Durata: 35 minuti (molto) circa
Di e con: Giacomo Lilliù
Rumori e musiche: Diego Federico Porfiri
Video: Piergiovanni Turco
Scene: Lodovico Gennaro
Luci: Angelo Cioci
Collaborazione al video: Matteo Lorenzini
Produzione: Collettivo ØNAR
Coproduzione: MALTE - Musica Arte Letteratura Teatro Eccetera
Si ringraziano: AMAT, Enrique Enriquez, Hemingway Cafè Jesi
Progetto semifinalista Premio Scenario 2017
Residenza NotteNera 16/17 in collaborazione con Ex Frantoio - Tivittori
78 è il numero di carte contenute in un mazzo di tarocchi: 56 tra spade, bastoni, coppe e denari più i cosiddetti 22 trionfi. Il numero di sequenze diverse che si possono realizzare mettendo una dopo l’altra le singole carte è stratosferico, ma la matematica ci permette di tradurlo semplicemente aggiungendo al 78 il simbolo del fattoriale, vale a dire il ‘!’.
E appunto 78! è il nome in codice della performance che gioca con questo potenziale randomico e immaginifico. Lo fa senza reti di salvataggio: non ci sono copioni, scritture di scena o canovacci da seguire, l’unica base è la sequenza delle carte estratte casualmente. Dalle figure rivelate prende forma un’affabulazione (interamente improvvisata) che si fa e si disfa sul momento, forse un racconto, forse una poesia, forse tutt’altro.
Dopo la residenza all’ExFrantoio e la presentazione al Premio Scenario, Nottenera Festival 17 è l’occasione per condividere lo stato attuale del lavoro e sperimentare nuovi approcci insieme al pubblico. Come Il castello dei destini incrociati di Calvino, 78! propone infatti di ‘guardare i tarocchi con attenzione, con l'occhio di chi non sa cosa siano, e a trarne suggestioni e associazioni, a interpretarli secondo un'iconologia immaginaria.’ Sin dalla fatidica estrazione delle carte, gli spettatori sono invitati a contribuire al processo, a porre al mazzo una domanda in cambio di una risposta patafisica, a trasmutare le immagini attraverso il loro sguardo, le loro interpretazioni, a volte anche le loro azioni.
Una lettura che non vuole essere più tra cartomante e questuante, tra adepto e profano, ma piuttosto una lettura di gruppo, orizzontale, magari accidentata, in cui gli stimoli e le sensazioni sono liberi di moltiplicarsi.
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