A Dorgali in provincia di Nuoro si svolge nei giorni 30 Settembre e 01 Ottobre 2023 la nuova edizione di "Autunno in Barbagia - La Sardegna più Genuina".
Raccontiamo storia, cultura, tradizioni e territorio del Cuore della Sardegna.
La nascita del centro di Dorgali è avvolta da un’aura mitologica: secondo alcune leggende il nome ricorda quello del suo fondatore, un saraceno di nome Drugàl. Secondo altri racconti i suoi primi abitanti erano fenici che si spostarono dal loro originario insediamento sulla costa, nei pressi di Fuili, stanchi dei continui attacchi provenienti dal mare, e dopo aver attraversato il Monte Bardia (‘guardia’) si stabilirono nella località detta Isportana, che nella variante locale significa ‘arrivano’.
I siti archeologi disseminati in tutto il territorio dimostrano che l’area era abitata fin dalla preistoria. Nelle scenografiche falesie del golfo di Orosei si affacciano le celebri Grotte del bue marino. Qui sono state rinvenute testimonianze di vita a partire dal Neolitico finale (3200-2800 a.C.) e straordinarie incisioni di figure antropomorfe che risalirebbero all’Eneolitico finale (2100-1800 a.C.).
Le civiltà che vissero in queste terre hanno lasciato in eredità spettacolari monumenti (domus de janas, dolmen, villaggi nuragici, nuraghi, pozzi sacri, tombe di giganti).Tra i più suggestivi siti dell’età del Bronzo vi sono il complesso nuragico di Serra Orrios e l’insediamento costruito in una dolina all’interno del Monte Tiscali. I resti di un’antica mulattiera, S’Iscala Omines, tra il Monte Bardia e il Monte Tului, hanno restituito prove del passaggio cartaginese e romano.
L’esistenza dell’attuale centro abitato già in età bizantina è documentata dalla dedica dell’antica parrocchiale ai santi Cornelio e Cipriano, martiri venerati nel culto orientale, e dal ritrovamento del diploma militare di un soldato bizantino.
Nel Medioevo il villaggio fece parte della curatoria di Galtellì nel Giudicato di Gallura che nel XIII secolo fu sottoposto al domino pisano fino allo scontro contro la corona d’Aragona. Le guerre che si succedettero nel corso del Trecento comportarono grandi difficoltà per la villa che, dopo lo smembramento della Gallura per opera dei re spagnoli, passò sotto l’amministrazione del Giudicato d’Arborea. Il giudice Mariano IV intraprese una guerra contro gli invasori iberici ma nel XV secolo i suoi successori furono sconfitti e anche Dorgali fu sottomessa ai feudatari scelti dai reali spagnoli prima e dal XIX secolo dai Savoia.
Gli abitanti si ribellarono più volte ai soprusi e alla tirannia degli amministratori che li opprimevano con pesantissimi tributi. La situazione divenne sempre più critica fino al 1820 quando l’editto delle chiudende, che prevedeva l’abolizione dell’uso comunitario della terra e consentiva ai benestanti di accrescere i loro possedimenti in modo sregolato ed eccessivo, provocò sommosse in tutto il territorio causando gravi disordini, numerosi arresti ed esecuzioni. I tumulti non cessarono neanche dopo il riscatto dal regime feudale nel 1839: l’economia del centro, prevalentemente agricola e pastorale, basava, infatti, la sua sussistenza sul lavoro nei campi.
Nel corso del Novecento il centro è divenuto una delle mete turistiche più ambite dell’Isola grazie alle straordinarie bellezze del suo territorio.
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