Festa di San Giuseppe
I Virginieddi
19 Marzo e 01 Maggio 2018
Montemaggiore Belsito (PA)
La festa in onore di San Giuseppe denominata “I virginieddi” si svolge a Montemaggiore il 19 marzo ed il 1° maggio di ogni anno. La manifestazione è sicuramente tra le più diffuse nella nostra zona ed ha un cerimoniale che varia da paese a paese: elemento comune è la presenza dell'altare dedicato al Santo e la preparazione laboriosa dei cibi da offrire ai partecipanti alla cosidetta "tavolata", che viene allestita ai piedi dell'altare del Santo ed è formata da lunghe tavole assemblate per ospitare numerose persone per volta. La tradizione vuole che la festa, che si svolgeva in diverse abitazioni di privati cittadini, sia nata come "voto" promesso a San Giuseppe in funzione di una grazia ricevuta o implorata ed ancora oggi testimonia il costante dialogo tra i fedeli ed il Santo.
Il "voto", in cambio della grazia richiesta consisteva nell'impegno, sia economico che "fisico" (organizzare "i virginieddi" comporta enorme lavoro e fatica) di tutta una famiglia e di tutti coloro ai quali veniva richiesto di collaborare. Già molto tempo prima della ricorrenza occorre acquisire e "lavorare" molti prodotti tradizionali per poter poi affrontare qualche giorno prima della festa un processo di lavorazione che ha regole e tempi prestabiliti. Nulla può essere lasciato all'improvvisazione.
I prodotti a lunga durata vengono preparati per primi, mentre i più deteriorabili vengono cucinati poco prima dell'inizio della festa. L'usanza di realizzare "I virginieddi" in moltissime case private non è stata purtroppo mantenuta e per mantenere viva la tradizione, sia la locale Associazione turistica Pro Loco, che organizza la festa pubblica del 19 marzo presso la propria sede, che il "Comitato volontari di San Giuseppe" che organizza “I virgineddi” del 1° maggio in Piazza Roma, si sono assunti il compito, gravoso ma altrettanto meritevole di apprezzamento, di riproporre una delle più attese manifestazioni annuali.
Il Comune partecipa con un proprio contributo economico e garantendo servizi e strutture alla realizzazione di entrambe le manifestazioni, in quanto le stesse rappresentano, oltre che un atteso momento religioso, anche un antico appuntamento legato alla tradizione locale ed un’importante occasione per la promozione e la valorizzazione del territorio e dei prodotti enogastronomici locali che contribuisce a favorire la crescita di questo Centro sul piano sociale, economico, culturale e turistico.
La festa de "I virginieddi" affonda le proprie radici nel passato, quando la festa di san Giuseppe era interamente dedicata ai poveri e ai più piccoli, i “Virgineddi” appunto, ai quali veniva offerto un pranzo in onore del Santo. Nel corso degli anni, pur mantenendo il suo antico spirito religioso e di evento tradizionale,la manifestazione si è rivelata utile alla promozione e divulgazione delle ricche tradizioni culturali ed enogastronomiche locali e fa registrare, annualmente, un notevole numero di visitatori. La “tavolata” dei “virgineddi” viene realizzata - sia dalla Pro Loco che dal Comitato San Giuseppe che operano insieme ad un gran numero di volontari - con impegno e notevole fatica in quanto non è semplice preparare tutte le pietanze della tradizione e, nel corso della manifestazione, ricevere tutti coloro che si avvicendano per pranzare.
Anche allestire il grande altare del Santo secondo i canoni fissati dalla tradizione è un'operazione complessa. L'altare in cui viene collocata l'immagine o la statua di San Giuseppe è infatti una grande struttura in legno con un piano ed una cupola semicircolare a forma di cappella, decorata con antichi teli in lino ricamato e addobbi floreali. Sul ripiano dell’altare sono esposti gli alimenti della tradizione, tra cui il pane di San Giuseppe, preparato nelle forme tipiche del bastone, del paniere e di altra simbologia religiosa, i dolci di San Giuseppe (cannoli, pignolata, sfinci) e la “ghiotta”, deliziosa pietanza tipica montemaggiorese preparata con oltre una dozzina di ingredienti diversi tra verdure e frutta secca, ecc.
Tutte le pietanze offerte ai partecipanti appartengono alla tradizione contadina e vengono preparate utilizzando i prodotti tipici locali dell’agricoltura: ricotta, formaggi, olive da mensa, farina per il pane casereccio, olio extravergine di oliva, verdure, pomodori, sedano, melenzane, frutta fresca ed essiccata. I prodotti locali sono assolutamente necessari per la preparazione della “ghiotta”, dei primi piatti, dei fritti, dei dolci e di tutti i cibi che la tradizione vuole vengano offerti in tale occasione.
Il pranzo può iniziare solo dopo la benedizione del Parroco, perchè è attraverso tale benedizione che l’altare assume la sua sacralità. Alla "prima tavola" siedono i più piccoli, "i virginieddi" dell'antica tradizione, e dopo sarà la volta delgi adulti. L’antipasto è composto da olive, ghiotta ed una fetta d’arancia, mentre il primo prevede "i tagghiarini cu i linticchi , 'u risu cu i finuocchi, 'a pasta cu 'u sucu e a muddica atturrata" (tagliatelle con lenticchie, riso con finocchietti selvatici, pasta con salsa e pangrattato abbrustolito". Durante il pranzo è tradizione che i partecipanti invochino ad alta voce: “Evviva ‘u Patriarca San Ciusieppi!”, “Evviva ‘a Maduonna ‘i l’anciuli!”, “Evviva Gesù Bamminu!” ed infine “Evviva ‘u patruni ‘i casa!”, per ringraziare chi ha reso possibile la realizzazione della festa. Alla fine del pranzo viene distribuito un sacchetto contenente il pane benedetto, un'arancia ed un assaggio dei fritti, della ghiotta e dei dolci.
Nel pomeriggio si svolge la processione del Santo per le vie principali del paese e la sera è prevista la recita del rosario davanti all’altare. Il numero dei partecipanti alle "tavolate" è sempre elevato e molti sono i visitatori ed i turisti che ritornano annualmente per rivivere l'esperienza. Questo atteso appuntamento legato alla tradizione locale diventa così anche un’ottima occasione per la promozione e la valorizzazione di un Centro come il nostro che basa la propria economia soprattutto sull’agricoltura e la zootecnia. Si realizza infatti quella forma di turismo che è legata al recupero delle tradizioni locali, alla bellezza dell’ambiente naturale, alla genuinità dei prodotti tipici, alla semplicità della vita, elementi molto apprezzati soprattutto da chi vive nelle grandi città.
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