SOTTODICIOTTO FILM FESTIVAL & CAMPUS
(Torino, 16-23 marzo 2018)
► Per l’edizione 2018 del Festival dedicato ai più giovani, un cartellone di anteprime, inediti, film d’animazione, programmi speciali, focus di approfondimento, eventi live in cui si intersecano cinema, musica, grafica, fotografia, danza…
► In apertura di Festival, The Breadwinner, il film di animazione che ha gareggiato tra i favoriti nella recente edizione dell’Oscar, prodotto da Angelina Jolie e tratto dal romanzo Sotto il burqa: una straordinaria storia di resilienza al femminile nell’Afghanistan sotto il regime talebano
► “Conversazioni animate – Bozzetto & Bronzit”: un’occasione unica per assistere a un incontro dal vivo tra due grandi maestri dell’animazione internazionale, che, in una selezione a sorpresa dei loro film, si confrontano sul rispettivo lavoro e condividono con il pubblico curiosità e segreti del “mestiere”
►Nel ricco programma di animazione anche un altro candidato all’Oscar, Revolting Rhymes, tratto dalle storie in rima di Roald Dahl, il nuovo capolavoro di Benjamin Renner Le Grand Méchant Renard et autres contes e per i più piccoli un imperdibile appuntamento con Molang, sullo schermo e in live character
► Splendidi cinquantenni: il Festival festeggia il mezzo secolo della sempre attuale parodia di Bruno Bozzetto Vip, mio fratello superuomo, di Yellow Submarine, tornato in forma smagliante grazie a un prodigioso restauro, e dell’indimenticabile e inossidabile Professor Balthazar
►Tra inediti e anteprime, il difficile nuovo avvento del Messia nello smaliziato Terzo Millennio in Oh Mio Dio! di Giorgio Amato, il tema dell’immigrazione affrontato in chiave fiabesca in Jupiter’s Moon di Kornél Mundruczó, un giovane triangolo amoroso in Les Deux Amis di Louis Garrel, una riflessione sulle conseguenze del terrorismo per le nuove generazioni in Dopo la guerra di Annarita Zambrano
► HIP HOP DROPS: proiezioni, performance dal vivo, dj set, mostre, incontri per esplorare a tutto tondo il fenomeno contemporaneo che dagli anni Settanta in poi ha influenzato, e continua a influenzare, i giovani in ogni angolo del Pianeta
► “Martha Cooper: On the Street”, la più ampia mostra mai dedicata in Italia alla storica fotografa del movimento hip hop, la “Kodak Girl” che negli anni Settanta ha immortalato i graffiti dei primi writer a New York e da allora non ha mai smesso di documentare la street art in ogni parte del mondo
► Una rassegna di film per ripercorrere la storia dell’hip hop sul grande schermo: dall’inedito Boom for Real: The Late Teenage Years of Jean-Michel Basquiat, dedicato al geniale artista statunitense e alla rivoluzionaria scena culturale della New York anni 70-80, ai grandi classici come Wild Style e Beat Street, ai cult degli anni Novanta e del nuovo Millennio come 8 Mile, Do the Right Thing e La Haine
►Mr. Wany all’opera con le sue bombolette su un “muro” di 25 metri costruito all’ombra della Mole appositamente per il Festival: un evento unico di live painting in cui un grande writer italiano di fama internazionale darà vita a uno dei suoi capolavori per il pubblico di Sotto18 & Campus e per la città
►Spazio ai Manetti Bros: il Festival rende omaggio ai due fratelli registi che nel loro lavoro hanno sempre riservato un posto d’onore alla musica in generale e nei loro primi film, Torino Boys e Zora la vampira, all’hip hop in particolare
►Negli eventi dal vivo e negli incontri di Wikicampus, le lezioni “aperte” a tutti organizzate dal Festival con il DAMS di Torino, la parola alla cultura hip hop di ieri e di oggi: sul palco o in cattedra, Danno, Ensi, Willie Peyote, Rancore, Dj Mastafive, Dutch Nazari, Double S e altri
►A chiusura di Festival, Jeanette, L’Enfance de Jeanne D’Arc: il musical techno-pop, rock e metal di Bruno Dumont sulla santa guerriera bambina e adolescente che finisce dove tutti gli altri film dedicati a Giovanna D’Arco cominciano
da mercoledì 14 marzo, apertura della mostra
MARTHA COOPER: ON THE STREET
Torino
CAMERA - Centro Italiano per la Fotografia, fino all'8 aprile 2018
Rettorato dell'Università degli studi di Torino, fino al 5 aprile 2018
La 19a edizione di Sottodiciotto Film Festival & Campus (Torino, 16-23 marzo 2018) presenta, nell’ambito della speciale sezione dedicata quest’anno all’hip hop, Martha Cooper: On The Street, la più ampia mostra mai dedicata in Italia alla storica fotografa del movimento e della street art. Articolata in tre sedi – CAMERA, il Cortile e la Sala Athenaeum del Rettorato dell’Università degli studi di Torino – l’esposizione, visibile a partire da domani, mercoledì 14 marzo, allestita in modo minimale, priva di orpelli o cornici per espressa volontà dell’autrice, è concepita come un percorso che segue un’evoluzione insieme temporale e artistica.
La prima parte, ospitata nella Project Room di CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia fino all’8 aprile, presenta quarantacinque scatti in bianco e nero risalenti agli esordi di carriera di Martha Cooper. Le prime immagini esposte arrivano da Tokyo, dove la giovane fotografa si recò nel 1970, rimanendo affascinata dall’Irezumi, l’arte giapponese del tatuaggio. “Mostrare il proprio corpo tatuato in pubblico nel Giappone dell’epoca era fuorilegge – spiega il curatore della mostra Enrico Bisi – “Martha solleva quel velo e ci mostra quei corpi e quelle antiche pratiche. Corpi e forme in bianco e nero che chiudendo gli occhi diventano coloratissime”. L’esposizione a CAMERA prosegue poi con le fotografie risalenti alla metà degli anni Settanta quando, come fotoreporter del “New York Post”, Martha Cooper raccontava in immagini per il giornale la Grande Mela prima dell’avvento dell’hip hop, concentrandosi sul paesaggio metropolitano e, soprattutto, sui giochi di strada dei giovanissimi: una serie di scatti in cui, come sottolinea il curatore, “c’è bellezza e allegria. I soggetti fotografati sembrano volare. Per saltare una pozzanghera e non infangarsi le scarpe, per tuffarsi in acqua, per lanciarsi dalle scale antincendio su un materasso sgualcito, per fare capriole, saltare con lo skate oppure volteggiare aggrappati a una fune che funge da altalena. C’è la vita tra le strade di New York. Ci sono i sorrisi sdentati di ragazzini in mezzo alle macerie del Bronx e ci sono Carrie, Super Fly e Saturday Night Fever al cinema”. Martha Cooper sarà presente a CAMERA mercoledì 21 marzo, alle ore 18.30, per incontrare il pubblico della mostra.
La celebre foto di He3, il writer quattordicenne grazie al quale Martha Cooper riuscì a introdursi nel mondo allora più che mai chiuso, occulto e clandestino dei graffitisti, costituisce il trait d’union con le due successive parti della mostra, visibili fino al 5 aprile.
Ospitata nel Cortile del Rettorato dell’Università di Torino, la seconda sezione presenta sessantacinque fotografie, tra le più famose dell’autrice, scattate tra la fine degli anni Settanta e nel corso degli Ottanta: una selezione che, partendo dal Bronx incandescente dove writer, rapper, dj e breaker muovono i primi passi nelle rispettive discipline, si addentra progressivamente nel vivo dell’hip hop. Le immagini si fanno sempre più spettacolari e sorprendenti di pari passo con la fiducia che Martha Cooper riesce a conquistarsi nell’ambiente inizialmente ostile: a poco a poco, infatti, i writer stessi cominciano a chiamare la “Kodak Girl” non appena finito un graffito perché immortali la loro opera prima che venga sovrascritta da qualche rivale o distrutta dai solventi della polizia metropolitana. Tra i ritratti di un mondo coloratissimo, che contrasta con uno scenario metropolitano di degrado e abbandono, spiccano le immagini d’epoca diventate icone della cultura urbana, come gli scatti dei vagoni della metropolitana ricoperti di tag e vernice spray e le celebri fotografie di “re” Dondi, il pioniere della street art: “Un punto di vista unico in un mondo inesplorato”, come spiega Enrico Bisi, in cui non ci sono “solo i graffiti sui treni, ma i writer stessi all’opera. E poi i breaker, i rapper e i dj. L’hip hop di quegli anni vive negli scatti di Martha Cooper. Fabulous Five, Taki, Pink, Maze, Duro, Futura 2000, Skeme. E ancora, Keith Haring, Rammellzee, e le foto di scena dei film Style Wars e Wild Style”.
La terza sezione, allestita nella Sala Athenaeum del Rettorato dell’Università di Torino, propone oltre 170 fotografie e più di 1500 immagini, per la maggior parte inedite, proiettate in loop su megaschermo, con cui Martha Cooper ha continuato a documentare, dalla fine degli anni Ottanta a tutt’oggi, la street art in svariati Paesi del mondo. La selezione ritrae opere di Space Invaders, Bordalo, Banksy, Roa, Obey e Nychos, espressioni di “una forma d’arte oggi completamente sdoganata, presente nelle gallerie, quotata un tanto al metro quadrato – prosegue Enrico Bisi – ma che, ciò nonostante, è per strada, è di tutti. In ogni angolo del mondo la Cooper arriva e scatta”. Sempre nel medesimo spazio espositivo, non a caso, sono presenti le foto di due progetti più circoscritti dell’autrice: il primo, intitolato “Soweto/Sowebo”, racconta la vita di strada della grande area urbana di Johannesburg e del piccolo sobborgo di Baltimora, uniti non solo dai nomi assonanti, ma anche dalla difficile realtà sociale; il secondo, “B*Girlz”, è invece interamente dedicato alle gare internazionali di break dance femminile e alle loro giovanissime campionesse provenienti da ogni parte del Pianeta.
Nata e cresciuta a Baltimora, Martha Cooper (1943) inizia ad avvicinarsi a quella che poi diventerà la sua professione fin da piccolissima grazie a una Baby Brownie regalatale dal padre, proprietario di un negozio di fotografia. Dopo aver studiato per un anno antropologia alla Oxford University, trova impiego come fotografa interna al “National Geographic Magazine”. Nel 1977 si trasferisce nella Grande Mela, approdando al “New York Post”. Diventata la fotografa di riferimento della scena artistica underground newyorkese, da allora ha documentato incessantemente il lavoro e le opere dei protagonisti della cultura hip hop e del writing in tutto il mondo. Tra le sue molteplici pubblicazioni, il volume Subway Art, realizzato insieme con Henry Chalfant, è oggi considerato la “Bibbia” della street art internazionale. Le sue fotografie sono state esposte in mostre e gallerie di svariati Paesi. Per il suo settantesimo compleanno, un folto gruppo di writer newyorkesi le ha dedicato un coloratissimo murales che recita: “Marty, Thanks to You Our Work Survives”.
ORARI E INGRESSI: CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia (via delle Rosine 18): lunedì 11-19; martedì chiuso; mercoledì 11-19; giovedì 11-21; venerdì, sabato, domenica 11-19
Cortile e Sala Athenaeum del Rettorato (Via Po 17 - Via Verdi 8): lunedì-venerdì 10-19.30; sabato 17 e domenica 18 marzo 10-18; sabato 24 marzo 12-19; domenica 25 marzo chiuso
Ingresso gratuito
INFO: www.sottodiciottofilmfestival.it
(c) copyright 2014/2024 eventiesagre.it