Museo Archeologico

Museo Archeologico Regionale di Gela
“Gela in età arcaica. A volte ritornano"
diciotto reperti archeologici che ritornano a Gela dopo la loro scoperta tredici anni orsono e che saranno oggetto della mostra “Gela in età arcaica. A volte ritornano", organizzata dal locale Museo Archeologico Regionale e che si terrà dal 21 dicembre 2016 al 5 marzo 2017.
Si tratta di splendidi esemplari della coroplastica e della ceramica vascolare di produzione geloa e di importazione, testimonianze artistiche della gloriosa epoca arcaica nella storia della colonia rodio-cretese. I reperti esposti costituiscono il minimo infinitesimale di una realtà di più ampio respiro che di Gela, purtroppo, è una avvilente ed inesorabile costante. 
Nel corso delle campagne di scavo promosse dalla Soprintendenza ai BB. CC. di Caltanissetta nel 2002-2003, in sinergia con l’Università “Federico II” di Napoli coadiuvata dalla archeologa Juliette de La Genière, e che hanno interessato anche il sito di Bosco Littorio, sull’Acropoli di Molino a Vento è stata rinvenuta, tra l’altro, una stipe votiva nei pressi del lato orientale del tempio di Athena e che ha restituito molto materiale ceramico e plastico di produzione corinzia, greco-orientale, rodio e cretese, laconica e naturalmente locale, nonché oggetti in metallo e una serie numerosa di terrecotte architettoniche dai colori sgargianti e di varie dimensioni (da riferire molto probabilmente all’esistenza sul Santuario di diversi edifici).
Tutto materiale databile tra il VII e tutto il VI secolo a.C., alla fine del quale risalirebbe l’abbattimento del vecchio Athenaion e l’apertura della stipe scavata nella roccia e quindi consacrata e sigillata col materiale arcaico per far posto al cantiere del nuovo tempio che verrà costruito dai Dinomenidi più a est del primo, nel corso degli inizi del V sec. a.C. Riguardo alla divinità cui era consacrato il tempio è da porre particolarmente attenzione al pezzo più pregiato della mostra rinvenuto nella stipe: un grosso frammento di una statua fittile di grandi dimensioni della quale rimangono tracce della capigliatura a lunghe trecce e della veste decorata con colori intensi, la cui foggia e stilema riportano all’epoca arcaica (metà del VI sec. a.C.) ma soprattutto richiamano in maniera eclatante quelli delle sime e cassette fittili di rivestimento decorativo delle parti sommitali degli edifici templari. Non è azzardato ipotizzare che ci troviamo di fronte ai resti della statua di culto che era posta all’interno della cella del grande tempio, l’Athenaion appunto, la terribile Athena che nella sua possente fissità arcaica e con le armi impugnate doveva suscitare timore e reverenza ai fedeli che la ammiravano.
Alcuni materiali significativi dopo lo scavo sono stati trasportati a Caltanissetta per motivi di restauro e di studio, nonché per partecipare alla mostra “La Sicilia in età arcaica” ma che adesso ritornano per ferma volontà e determinazione della Gela volenterosa e seriamente appassionata, come la sede locale dell’Archeoclub, il Comitato cittadino “Salviamo la Bellezza” e, naturalmente, il Museo Archeologico Regionale di Gela (specie dopo la nuova disposizione del “Polo Regionale di Gela e Caltanissetta e per i Siti Culturali - Parco Archeologico di Gela e Museo Archeologico”), le cui sinergie fanno ben sperare per ulteriori “recuperi” di tutti quei beni archeologici di cui Gela urla da più di centocinquanta anni il doveroso e legittimo ritorno.
Un grazie alla LUCAUTO di Gela per il prezioso contributo.
Il Museo Archeologico è aperto dal lunedì al sabato,
dalle ore 9,00 alle ore 19,00.
Chiuso i festivi.
Aperto con libero ingresso la prima domenica del mese