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Dicembre 2024
eventiesagre.it
Dicembre 2024
Numero Evento: 21053381
Eventi Mostre
Mostra Di Graziella Paolini Parlagreco
La Ricerca Della Bellezza
Date:
Dal: 22/10/2016
Al: 03/11/2016
Dove:
Logo Comune
Via Cappello 17
Lombardia - Italia
Contatti
Tel.: 0376 324260
Fonte
Arianna Sartori
Evento Passato! Per aggiornamenti: segnalazione@eventiesagre.it
Scheda Evento
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Mostra Di Graziella Paolini Parlagreco

La Ricerca Della Bellezza

Da Sabato 22 Ottobre a Giovedì 03 Novembre 2016 - dalle ore 17:00
Galleria Arianna Sartori - Via Cappello 17 - Mantova (MN)

Mostra Di Graziella Paolini Parlagreco - Mantova

Graziella Paolini Parlagreco
La ricerca della bellezza
Dal 22 ottobre al 3 novembre 2016

Nome della Galleria: Galleria "Arianna Sartori"
Indirizzo: Mantova - via Cappello 17 - tel. 0376.324260

Titolo della mostra: Graziella Paolini Parlagreco. La ricerca della bellezza
Mostra a cura di: Arianna Sartori

Date: dal 22 ottobre al 3 novembre 2016
Inaugurazione: Sabato 22 ottobre, ore 17.00.
Orario di apertura: dal Lunedì al Sabato 10.00-12.30 / 15.30-19.30. Chiuso festivi

L’artista Graziella Paolini Parlagreco ritorna a Mantova con la personale “La ricerca della bellezza”, realizzata alla Galleria Arianna Sartori nella sala di Via Cappello 17, dal 22 ottobre al 3 novembre 2016.

L’inaugurazione si svolgerà Sabato 22 ottobre alle ore 17.00 alla presenza dell’artista.

“Nel percorso evolutivo, che appartiene alla vivace esperienza artistica, di cui è protagonista Graziella Paolini Parlagreco si evince un’espressione pittorica di elevato contenuto introspettivo. Attraverso le immagini riprodotte sulle tele, vengono raffigurate composizioni eleganti, di intensa profondità emozionale, che racchiudono una sintesi narrativa dotata di un linguaggio di poetico e delicato lirismo e possiedono una grande comunicatività verso il fruitore.

L’indagine condotta è di matrice realista e tocca talvolta l’impronta iperrealista, con influssi provenienti anche dal surrealismo. Questa ricerca le permette di muoversi in una dimensione di spazialità, in cui poter esternare liberamente la propria sfera emotiva, all’interno di un cammino interiore dell’anima, che la proietta dentro i quadri, inserendola virtualmente tra i soggetti rappresentati, per suggerire emozionanti sentimenti all’osservatore.

L’atmosfera scaturita dalle opere della Paolini Parlagreco esorta a carpire aspetti intimi di sorprendente verità. Il mondo dell’universo femminile è posto in primo piano e assume una centralità focale nel messaggio trasmesso, alimentando curioso interesse e fantasiosa propensione. Il corpo, il portamento, la postura, la gestualità, la suggestiva nitidezza delle figure invitano ad un’attenta riflessione. Gli sfondi, che fungono da cornice ambientale, non sono mai casuali, ma vengono appositamente scelti per intrecciarsi e fondersi in armoniosa sinergia con le soavi rievocazioni”.

Elena Gollini

“(…) lei è BRAVISSIMA: Complimenti. Ho visto le opere e ho letto la critica: riconosco in lei una grande forza espressiva ed è attenta al particolare e alla figura umana. Specie la donna, che riesce a rendere sulla tela con tutta la sua potenza sensuale e vitale, espressione sicuramente della sua vèrve e della sua vis erotica, che duplica nell’arte con evidente carica espressiva.

Lei conosce tutto l’alfabeto dell’arte, dal disegno alla pennellata, alla stesura materica, fino al timbro e al ritmo circolare che nelle opere è infuso…

Credo, tuttavia, che lei dovrebbe lavorare a tema.. vista la sua propensione per la figura e la tendenza alla mitizzazione.

Un esempio è il lavoro sul Barone Rampante e le altre storie, da cui si evince una più marcata partecipazione e una libera interpretazione del testo letterario.

Quanto alla pittura, niente da dire. Un imprinting notevole lo dà l’esame della pennellata, ampia e descrittiva, propria di chi conosce il disegno, che si fa segno di una capacità rara di circoscrivere il dato naturale. Una forte tendenza, inoltre, alla plasticità e alla solenne monumentalità, manifestate per esempio nelle opere dei nudi con statue. (…)”.

Gianfranco Labrosciano

Graziella Paolini Parlagreco

Nata ad Alessandria da madre piemontese e padre siciliano, dall’una ha ereditato il talento per il segno grafico e per l’acquarello e dall’altro la capacità di usare i colori ad olio in tutte le loro sfumature con grande purezza di toni.

Da una parte la raffinatezza delle linee e delle atmosfere pacate e talora malinconiche e scarne della pianura padana, dall’altra l’esuberanza delle forme e del colore della Trinacria…

È stata titolare di cattedra di disegno e storia dell’arte presso gli Istituti Magistrali e Licei Scientifici e ha collaborato con articoli e con illustrazioni a riviste culturali.

Ha tenuto recitals di poesia moderna e contemporanea e pubblicato tre raccolte di sue poesie: “Non esiste ma ricordalo”, “Carissimi tutti” e “Se il sole sorride”.

Amante delle arti figurative ma anche della poesia, del teatro così come della danza, della filosofia e soprattutto della ricerca esoterica e di tutto ciò che riguarda la bellezza ed il mistero della vita in genere, si è poi dedicata prevalentemente alla pittura e alla calcografia.

Il modo più congeniale per esprimersi è stato inizialmente il disegno e in seguito agli studi,  alla pratica, all’esempio degli amici Maestri ma anche per naturale propensione all’esercizio e alla sperimentazione, l’incisione l’ha affascinata in tante sue forme e tecniche.

I soggetti preferiti sono stati da subito la figura umana, anzi il ritratto, e contemporaneamente i paesaggi, specie quelli urbani (con le piante, le case, le atmosfere dei luoghi, ecc.) ma poi, a periodi, vari temi come i fiori secchi, le finestre fiorite, bambole rotte e barattoli vuoti, statue greche nel paesaggio mediterraneo e anche i paladini di latta.

Nel primo periodo dello studio, oltre alla copia dal vero quella dagli impressionisti francesi e poi dai surrealisti.

Residente per più di 10 anni in Calabria (prima col padre questore di Cosenza e poi col marito sovrintendente ai monumenti) negli anni ’60, senza alcuna attrezzatura utile, assieme ad un paio di colleghi, sperimenta l’incisione in negativo.

Negli anni ’70, trasferitasi a Catania, riprende la frequentazione degli artisti siciliani.

Innanzi tutti Pippo Gambino (architetto, incisore e pittore) nel cui studio a Palermo ha modo di lavorare sulle belle pietre tedesche da litografia. È di questi anni, tra il ’75 e l’80, l’amicizia con lo scultore Giuseppe Mazzullo ed il pittore Franco Gentilini, entrambi valenti incisori.

Da molti anni è iscritta all’Albo degli incisori italiani di Vigonza ed è socia dell’ALI (Associazione Liberi Incisori) di Bologna.

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Data ultimo aggiornamento pagina 2016-10-20 18:17:25
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