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Novembre 2024
eventiesagre.it
Novembre 2024
Numero Evento: 21113817
Eventi Mostre
Milano In Arte
Dialoghi Milanesi
Date:
Dal: 20/11/2015
Al: 09/01/2016
Dove:
Logo Comune
Via Niccolò Jommelli, 24
Lombardia - Italia
Contatti
Telefono: 0226110481
Fonte
Spazio Tadini
Evento Passato! Per aggiornamenti: segnalazione@eventiesagre.it
Scheda Evento
sole tra i pini
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Rassegna Milano in arte 1945-2015
Dialoghi Milanesi

dal 20 Novembre 2015 al 09 Gennaio 2016
Spazio Tadini - Via Niccolò Jommelli, 24

Milano (MI)

Inaugurazione 20 novembre ore 18.30

Milano In Arte - Milano

Un'idea di FRANCESCO TADINI E MELINA SCALISE
curatori coinvolti nella scelta degli artisti: Sergio Mandelli, Cristina Palmieri, Luca Nicoletti
ALLE 19.30 intervento musicale di Gaetano Liguori che presenta Confesso che ho suonato

ARTISTI IN MOSTRA

Emilio Tadini con Alik Cavaliere, Enrico Baj con una maschera africana Salampasu della collezione Passaré, Filippo Gianfranco Pardi con Mino Ceretti, Scimeca con Nino Attinà, Sergio Dangelo con Rosanna Forino, Enzo Togo con Tiziana Vanetti, Franco Mussida con Dario Brevi, Lucio Perna con Ludovico Calchi Novati, Francesca Magro con Sara Montani, Gaetano Fracassio con Florencia Martinez, Giorgio Albertini con Barbara Nahmad, Gabriele Buratti con Giorgio Celon, KayOne (al secolo Marco Mantovani) con Willow (Filippo Bruno), Mario De Leo con la coppia artistica Metaborg (Gianni Zara e Luca Motta) e per concludere Luciano Bambusi (fotografo) e Piero Mazzarella (attore) a cui è dedicata una sezione specifica in memoria dell'attore scomparso con la mostra dal titolo: Rivediamo Mazzarella.

La storia dell'arte non è un elenco di opere in ordine cronologico. E' un gigantesco insieme di storie di uomini e donne che si sono incontrati, lasciati, desiderati o persi. Le parole hanno accompagnato le loro vite, gli amori, le bevute in compagnia, le amicizie, i lutti, tanto quanto i loro dipinti, le loro sculture, fotografie, disegni e schizzi. Il dialogo, il confronto verbale, è parte dell'opera e, qualche volta, ne costituisce la premessa.

Dialoghi Milanesi è una mostra di arte, ma anche di parole e d'amicizia.. Qui, presso la Casa Museo Spazio Tadini, non poteva che partire dall'artista che ha fatto della sua arte un tutt'uno con le parole essendo, Tadini sia artista che scrittore. Prende spunto dal rapporto tra Emilio Tadini e Alik Cavaliere che hanno vissuto decenni a dialogare e creare in uno studio come in spiaggia in riva al mare. Per loro fu un arricchimento di vita e di creatività.

Scrive Alik: "sul finire degli anni Cinquanta si verifica per me un ritorno al dialogo con un rinnovato slancio a comunicare, in una ritrovata volontà di uscire dall'isolamento dello studio che era troppo andato popolandosi di angosciosi fantasmi… e tra i giochi proibiti, le metamorfosi, nel laboratorio di vetri e specchi, ho ritrovato il personaggio di Gustavo B, con la sua avventura, piccole storie quotidiane che rendevano forse il "gioco” più complesso”.

Nel dicembre 1959 il personaggio di Gustavo B e il ciclo di opere in cui viene rappresentato è esposto alla Galleria Bergamini.

Nella presentazione di questo lavoro Emilio Tadini scrive: "E' raro vedere una intera mostra di scultura organizzata intorno ad un unico tema. (…) Cavaliere ha rinunciato deliberatamente, mi sembra, ad ogni tentativo di rapida sintesi del racconto. (…) Queste sculture di Cavaliere, una per una e tutte insieme, raccontano la storia di quell'approccio (e dissidio) violento, testardo e indispensabile. La storia dell'individuo che esiste oggettivandosi nel rapporto con qualcosa che è fuori dai suoi propri limiti. La storia dei suoi scontri, delle sue impossibilità e delle sue conquiste più elementari.”

Questo è un esempio di dialogo indiretto tra due artisti che si parlano anche attraverso l'analisi reciproca del loro lavoro. Così come fecero Enrico Baj e Alessandro Passaré, parlando di arte africana – e condividendone anche la passione collezionista - oppure Mino Ceretti con Gianfranco Pardi mettendo in comune anche nei luoghi di vacanza le loro prospettive progettuali e creative fino a non disdegnare il semplice gioco o la sperimentazione di altri linguaggi come il video.

Per la mostra Dialoghi milanesi siamo, poi, andati a cercare altri esempi , anche recentissimi, di dialoghi d'arte. Così abbiamo in mostra Filippo Scimeca con Nino Attinà, Sergio Dangelo con Rosanna Forino, Enzo Togo con Tiziana Vanetti, Franco Mussida con Dario Brevi, Lucio Perna con Ludovico Calchi Novati, Francesca Magro con Sara Montani, Gaetano Fracassio con Florencia Martinez, Giorgio Albertini con Barbara Nahmad, Gabriele Buratti con Giorgio Celon, KayOne (al secolo Marco Mantovani) con Willow (Filippo Bruno), Mario De Leo con la coppia artistica Metaborg (Gianni Zara e Luca Motta).

Tutti hanno in comune un terreno di dialogo che non è fatto solo d'arte, ma anche di parole, concetti ed elaborati concettuali che saranno parte integrante di questa mostra tutta da vedere e leggere al tempo stesso.

A completare i Dialoghi la mostra fotografica di Luciano Bambusi, "Rivediamo Mazzarella”, in memoria del grande attore milanese scomparso nel 2013, che interpretò al Teatro Franco Parenti l'adattamento dal romanzo "La Tempesta” di Emilio Tadini (Einaudi) per la messa in scena di Andrée Ruth Shammah.

a cura di Melina Scalise e Francesco Tadini
si ringraziano per la mostra la vedova Mazzarella, Barbara
e il Teatro Franco Parenti e Il Piccolo di Milano per l'apporto documentativo

Otto anni dietro le quinte accanto a Piero Mazzarella a scoprire l'uomo e l'artista dal 2004 al 2012. Questo è ciò che ha affascinato il fotografo Luciano Bambusi, che ha scelto, della fotografia, la documentazione del racconto umano. Apparentemente scatti rubati, ma in realtà frutto di una precisa sceneggiatura: quella che nasce in un rapporto d'arte e d'amicizia. Piero Mazzarella ha dato a Bambusi la possibilità di seguirlo nei momenti più diversi, a casa, dietro le quinte, durante le riunioni di lavoro, alle prove come sul palco. Nessun momento è stato studiato dai personaggi, se non dalla vita, dal suo scorrere e segnare le vite di chi è in scena. Oggi Piero Mazzarella è uscito dalle scene e dalla vita da due anni e Bambusi, il fotografo e l'amico, lo ha voluto raccontare così, come lui si è offerto, restituendo al mondo non solo il ritratto di un artista, ma anche quello di un uomo.

Spazio Tadini rende omaggio a Piero Mazzarella attraverso questo inedito racconto fotografico Rivediamo Mazzarella inserito nella cornice di Dialoghi Milanesi per la Rassegna Milano in arte dal 1945 al 2015 che comprende anche la mostra di diversi artisti che, per ragioni diverse, hanno condiviso o condividono, come nel caso di Emilio Tadini e Alik Cavaliere, un rapporto d'arte e, in molti casi, anche d'amicizia. Ma Emilio Tadini, a cui è dedicata la Casa Museo Spazio Tadini, ha condiviso anche un momento molto importante della sua carriera artistica con Piero Mazzarella che, nel 1993, interpretò Prospero il personaggio de "La Tempesta" opera di Emilio Tadini (edizione Einaudi) messa in scena al Teatro Franco Parenti per la regia di Andreè Ruth Shammah.

Oggi i due artisti milanesi, Emilio e Piero, tornano insieme a condividere un nuovo palcoscenico, quello dello studio dell'artista pittore dove sarà in scena l'uomo di Prospero, raccontato attraverso le fotografie di Luciano Bambusi.

Francesco Tadini e Melina Scalise, fondatori della Casa Museo Spazio Tadini e curatori della rassegna Milano in arte 1945-2015: Dialoghi Milanesi, non potevano esimersi dal dare omaggio a chi, a Milano, ha fatto del teatro dialettale milanese e non solo, un racconto di rara intensità.

Catalogho in mostra con testo di Cesare Colombo.

Biografia Luciano Bambusi

Da sempre fotografo del sociale, ama documentare la vita di personaggi che sceglie e segue nel tempo. Ha realizzato reportage nelle comunità per anziani, negli istituti di accoglienza per extracomunitari, nella comunità islamica di Milano. Il lavoro su e con Piero Mazzarella rappresenta un esempio di ciò che Bambusi intende sviluppare con la sua ricerca fotografica in cui, per otto anni, ha seguito l'attore raccontando di lui l'uomo e l'artista secondo una chiave antropologica più che documentativa. Non ci sono infatti foto di scena, ma momenti non ufficiali. Nessuna foto è etichettata con personaggi e situazioni perché Bambusi, con le sue foto, ama cogliere un'atmosfera, una situazione, un modo di vivere. Lui definisce il suo lavoro una "fotoletteratura”.



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    Data ultimo aggiornamento pagina 2015-12-20 16:53:07
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