A Sabaudia, il Museo Emilio Greco propone unimportante collezione di opere di Duilio Cambellotti (1876-1960), illustratore, scultore, scenografo, costumista, medaglista, ceramista, disegnatore di mobili e arredi, frescante, insomma, artista universale.
La mostra, che resterà aperta al pubblico dal 19 maggio al 29 giugno, espone per la prima volta la collezione di lavori di Cambellotti riunita dalla romana Galleria del Locoonte. Nella Collezione, sculture, disegni, bozzetti, opere di grafica, esempi notevolissimi e rari della ricerca di Cambellotti.
La scelta di Sabaudia, Città di Fondazione della Bonifica dellAgro Pontino, a sede di questa mostra non è casuale: ad essere in molte delle opere esposte è infatti la vicenda della delle Paludi Pontine risanate. La stessa epopea che Antonio Pennacchi ha fatto rivivere nel suo fortunatissimo Canale Mussolini.
Romanzo storico e mostra si presentano come due facce di una medesima medaglia, testa e croce di un medesimo valore che fu fatica, dolorosa quotidianità, stenti ma anche speranza, così come Pennacchi racconta, eternata invece nella sua essenza simbolica come Cambellotti la disegnò.
Sullo sfondo di questa potente mostra si può immaginare La Redenzione dellAgro (1934), il ciclo pittorico realizzato a tempera su pannelli in ardesia artificiale che decora il Palazzo del Governo di Latina.
Gli uomini e le donne dellAgro di Cambellotti interpretano la vita dell'Agro Pontino nella sua naturale semplicità. Esprimono la faticosa storia quotidiana della bonifica che giorno dopo giorno ha strappato alla palude e alla malaria terre destinate a dare loro cibo e casa.
Ed è proprio la speranza, anzi la certezza, di questo domani migliore che riesce a sublimare fatica e sudore, trasformandoli in simboli universali.
Della campagna pontina Cambellotti avverte come egli scrive - la «malia intensa formata di sogni primordiali, di tristezza e di abbandono», il pittoresco della natura selvaggia e malarica che il lavoro razionale e moderno della bonifica ha cancellato trasformandolo in passato mitico e quasi già nostalgicamente rimpianto.
Il taglio forte e netto delle figure di Cambellotti è palesemente antinaturalistico, quasi espressionistico, e per questo potentemente evocativo di unantichità in cui ogni forma era archetipo.
La sua potente capacità di comunicare del resto è evidente in alcuni bozzetti e disegni per manifesti esposti in questa mostra, dove la leggenda classica rivive come una vicenda contemporanea.
Cambellotti era artista che oggi definiremmo impegnato, seguace dei principi dellantico movimento Arts&Crafts e degli ideali umanitari di educare il più vasto pubblico al bello in arte.
Con i temi sociali si era già misurato, giovane, allinizio del secolo quando aveva prestato la sua arte per le scuole dei figli dei contadini dellAgro Romano, e per costruire una mitologia della civiltà rurale legando losservazione del lavoro quotidiano agli antichi riti del Lazio antico e dellorigine di Roma.
Quello invece che ho visto un po meglio... è La redenzione dellAgro che sta in prefettura a Latina, nel grande salone di rappresentanza. Adesso lì ci si riunisce il consiglio provinciale, ma quella volta ci stava ancora il prefetto e ci eravamo andati tutti e mille in tuta blu lì sotto, nella piazza, a urlare e strombettare perché erano quattro mesi che non ci pagavano. Fu lui che ci fece salire su «Solo il Consiglio di fabbrica, però» e noi entrammo e vedemmo quellaffare. Tutti con gli occhi in alto stavamo, tutti zitti senza neanche più ricordare per qualche minuto perché ci eravamo venuti. Poi Palude disse: «Ahò!», mi diede una strattonata, ci riscotemmo e cominciammo a argomentare.
Antonio PENNACCHI,
Dallintroduzione del Catalogo della Mostra, Duilio Cambellotti, 19 maggio - 2 luglio 2017.
La Galleria del Laocoonte di Roma presenta a Sabaudia una copiosa raccolta di opere di Duilio Cambellotti (Roma 1876-1960), artista di schietta e programmatica romanità, che padroneggiando ogni tecnica e materiali, fu poliedrico ed eclettico creatore di sculture di bronzo, legno, pietra e terracotta, di medaglie, di pitture murali, di vetrate, di maioliche, di incisioni e xilografie, di mobili e arredi. Fu anche scenografo, costumista, metteur en scène, soprattutto per il teatro classico a Siracusa e ad Ostia, ma anche per il cinematografo, dagli inizi del muto fino al neorealismo del dopoguerra.
Il suo primo trionfo artistico, del resto, fu lallestimento della prima rappresentazione de La Nave di Gabriele dAnnunzio, nel 1908. Fu anche creatore di manifesti come quello per lEsposizione Internazionale di Roma del 1911, ed illustratore di numerosissimi libri. In mostra sarà la lussuosa edizione delle favole di Trilussa dalla copertina figurata in tessuto colorato, ricca come un piccolo arazzo.
Larte che non praticò mai fu la pittura da cavalletto destinata agli amatori privati. Infatti fu un fedele seguace dellideologia umanitaria di William Morris, e concepì sempre la sua arte come opera di divulgazione popolare, come educazione al bello per le masse, e allinverso, impose al gusto contemporaneo eleganti idealizzazioni di oggetti rustici mobili, maioliche che potessero rendere consapevole il pubblico borghese dellatavica bellezza degli strumenti del lavoro contadino.
Il suo amore per lAgro Romano e Pontino lo portarono a studiare gli alberi e le piante, gli animali, i paesaggi, le abitazioni, le genti ed i costumi della campagna attorno a Roma, per conservarne il ricordo in forme artisticamente stilizzate e inconfondibili, diffondendone le immagini al fine di sensibilizzare la società sulle condizioni di arretratezza, fatica, miseria e malattia in cui vivevano i contadini dei latifondi malarici. Con Giovanni Cena, Giacomo Balla, Sibilla Aleramo e Alessandro Marcucci fu attivo per promuovere le scuole per i figli dei contadini a cui prestò la propria opera di decoratore in edifici in cui il rustico artistico delle cose familiari accogliesse i bambini in ambienti pratici e salubri. Losservazione degli usi atavici lo portò a studiare la Roma antica delle origini, in un tempo in cui gli scavi al Foro e al Palatino ne portavano alla luce resti e memorie. Nelle Leggende Romane, prima tempere e poi xilografie a cui lavorò tutta la vita, Cambellotti creò un neoclassicismo tutto suo, espressionista e rustico. Cambellotti, socialista umanitario, moderato e pacifista sempre, resuscitò la simbologia romana del fascio, dellaquila e della lupa molto prima dellavvento del fascismo, che quando venne se ne impadronì trovandosi un repertorio simbolico già bello e fatto.
Illustratore di propaganda nella Prima Guerra Mondiale, creatore di singolari monumenti ai caduti nel primo dopoguerra Terracina, Priverno Cambellotti fu anche coinvolto nellopera delle nuove città di fondazione della Bonifica Pontina. Sua la smisurata pittura murale con la Conquista della Terra che orna il palazzo della prefettura di Latina.
Terracina era infatti la sua residenza estiva, dove abitava la pittoresca Torre Frangipane, dallalto della quale- come si vede in mostra - ha immortalato un volo di rondini in uno splendido disegno in cui le volanti messaggere della primavera si librano alte e grandissime al di sopra dei tetti del paese minuscoli e lontani.
In mostra i gessi originali di due delle tre Dolenti del Monumento ai Caduti di Terracina, uno splendido bronzo de La Corazza celebrazione dellantico guerriero contadino italico, un gesso di leonessa, un commovente presepe di terracotta magistralmente dipinto. Delle Leggende Romane la tempera più antica del Ponte Sublicio e tre altre leggende, Marte, Orazio Coclite e lOrigine del Campidoglio, stampate da Cambellotti in vita. Acquarelli e disegni preparatori per la casa dei Mutilati di Siracusa, dove i soldati feriti sono tramutati in dolorosi tronchi potati carichi darmi.
La xilografia di Terracina bombardata e il suo disegno preparatorio, La Legnara, che fa parte di un poema iconografico dedicato al Circeo e alla navigazione antica. Manifesti e tempere preparatorie per le tragedie greche messe in scena a Siracusa. Una serie di medaglie di bronzo con le relative preparazioni in gesso e cera mostrano a qual punto alta fosse la maestria di Cambellotti in questarte nella quale egli fu davvero un Cellini del XX secolo. Un cartone di vetrata, per loculo della facciata del Duomo di Teramo, mostra una Vergine tra gli angeli circondata di fiori come una donna Liberty.
Numerose le piccole illustrazioni per libri che mostrano la sapienza grafica di Cambellotti disegnatore, non solo di tavole, ma anche di vignette testate e finalini, una maniera di adornare il libro in ogni sua parte affinché quella dellartista fosse pari a quella dellautore del libro. E in ciò fu superiore, di molti libri avremmo perduto la memoria se non vi fossero le figure di Cambellotti a renderli preziosi.
Dove: Sala Espositiva - Museo Emilio Greco Sabaudia
Inaugurazione: 18 maggio ore 16:00
Quando: Dal 19 maggio al 2 luglio 2017
Il Catalogo a cura di Monica Cardarelli e Marco Fabio Apolloni, (De Luca Editori dArte), è introdotto da uno scritto di Antonio Pennacchi, lepico romanziere di Canale Mussolini, e si avvale della collaborazione di Anna Maria Damigella, Francesco Parisi e Francesco Tetro.
ORARI:
Maggio
da Lunedì a Venerdì h 16.00-19.00
Sabato e Domenica h 10.00-13.00 / 16.00-19.00
Giugno
da Lunedì a Venerdì h 17.30-20.30
Sabato e Domenica h 10.00-13.00 / 17.30-20.30
Luglio
Sabato e Domenica h 19.00-23.00
Sala espositiva Piazza Comunale - Corte del Comune
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