Piero Dorazio e VV8artecontemporanea di Reggio Emilia. Dal 13 maggio al 24 giugno, quella linea che è stata capace di coniare una delle espressioni più all’avanguardia e significative dell’astrattismo italiano del secondo Novecento s’innesta nel fil rouge che da oltre dieci anni definisce la ricerca di una galleria d’arte che non manca mai di distinguersi per la qualità della sua proposta culturale.
Nasce così “Limina”, la mostra dedicata al decennio 1975-1985 di Piero Dorazio che espone una quindicina di opere, tra quadri di grande, medio e piccolo formato, del grande artista romano.
Realizzata in collaborazione con la galleria Lorenzelli Arte Milano, la rassegna sarà inaugurata sabato 12 maggio alle ore 18.00.
“Limina” si richiama al ruolo innovatore e a quella tensione verso la ricerca dell’essenza ultima che ha sempre caratterizzato Dorazio fin da quando nel 1947 l’artista fondò il gruppo Forma 1, per poi affermarsi sulle maggiori ribalte nazionali e internazionali dell’arte contemporanea, dalla Biennale di Venezia al Moma di New York.
“Limina” è la scelta fuori dalle righe di un periodo dell’opera di Dorazio ancora poco frequentato dal mercato dell’arte, ma che raccoglie l’espressione più matura della poetica dell’artista, quando l’esuberanza del colore tipica degli anni Settanta e Ottanta viene domata dal rigore della linea, punta di riflessione più alta raggiunta nel rifugio dell’antico convento di Todi, dove Dorazio si stabilì nel 1974.
“Limina” è la terra di confine in cui osa avventurarsi VV8artecontemporanea, la galleria posta nel cuore del ghetto ebraico di Reggio Emilia che si dimostra sempre molto dinamica e propositiva rispetto alla ricerca artistica sia a livello locale e nazionale.
La mostra “Piero Dorazio, Limina: il decennio 1975-1985” sarà visitabile dal 13 maggio a 24 giugno, presso la Galleria VV8artecontemporanea (via dell’Aquila 6c/6d, Reggio Emilia), da martedì a sabato con orario 10.00-13.00 e 16.30-19.30, oppure su appuntamento. Per informazioni: tel. 0522 432103, www.vv8artecontemporanea.it.
Piero Dorazio nasce a Roma il 29 giugno 1927. Dopo il liceo classico, negli anni Quaranta approfondisce da autodidatta il suo interesse per la storia dell’arte, sensibilizzato anche dalla frequentazione dello studio del pittore Aldo Bandinelli, padre del suo compagno di scuola Angiolo. La sua formazione prosegue poi con gli studi incompiuti di architettura a La Sapienza di Roma. Le sue relazioni con gli artisti di quel periodo lo portano a fondare nel 1947 il gruppo Forma 1 insieme a Giulio Turcato, Concetto Maugeri, Antonio Sanfilippo e Carla Accardi. Nello stesso anno, entra in contatto con i maggiori artisti internazionali recandosi a Parigi, dove nel 1948 espone al “Salon des réalités nouvelles”. Nel frattempo, a Roma, è presente con le proprie opere alla Quadriennale e contribuisce all’organizzazione della mostra “Arte astratta in Italia”. Invitato nel 1953 per un seminario all’Università di Harvard, si trasferisce a New York dove presenta la sua prima mostra di disegni e la sua prima personale. Tornato in Italia, nel 1955 pubblica il compendio “La fantasia nell’Arte nella vita moderna” e nel 1957 presenta la sua prima personale a Roma.
Nel 1956 e 1958 partecipa alla Biennale di Venezia e nel 1959 a Documenta 2 a Kassel. Nel 1960 espone di nuovo alla Biennale, in una grande sala personale. Lo stesso anno, all'Università di Pennsylvania, Filadelfia, inizia a dirigere il dipartimento di Belle Arti, incarico che ricoprirà nei successivi dieci anni, insegnando un semestre l’anno. Nel 1961 riceve il Prix Kandinsky e nel 1962 viene invitato a far parte del Gruppo Zero, con il quale parteciperà in seguito a numerose mostre collettive e pubblicazioni. Nel 1965 espone alla mostra “The Responsive Eye” al MoMA - Museum of Modern Art di New York. Nel 1966 presenta una seconda mostra personale alla Biennale di Venezia e l’anno successivo collabora con Giuseppe Ungaretti al volume “La Luce”. Dopo avere trascorso sei mesi a Berlino su invito dell’Accademia tedesca nel 1968, lavora a numerose mostre personali e viaggia in Grecia, Medio Oriente e Africa finché nel 1974 si trasferisce definitivamente a Todi, da dove continua a dipingere assiduamente e a partecipare alla vita artistica e culturale italiana e internazionale. Nel 1979 ha luogo la sua prima retrospettiva in Francia, al Musée d'Art Moderne de la Ville de Paris, mentre nel 1983 viene accolto con una retrospettiva del suo lavoro alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma. Nello stesso anno partecipa con una selezione di opere alla mostra “Italian Art 1960-1980” presso la Hayward Gallery di Londra, nel 1986 riceve il Premio dell’Accademia di San Luca e nel 1988 presenta la sala personale alla Biennale di Venezia.
Negli anni Novanta il suo lavoro è esposto in varie mostre, tra le quali un’ampia antologica al Museé de Grenoble nel 1990, alla Galleria Civica di Bologna nel 1991, e una personale al Museo civico di Atene nel 1994 e al Pac di Milano nel 1988. Nei primi anni Duemila le sue opere continuano a essere oggetto di mostre e riconoscimenti in Italia e all’estero. Muore a Perugia il 17 maggio del 2005.
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