Henry Moore
Carrara riscopre il genio ribelle di Giovanni Tognini
dal 19 Marzo al 31 Maggio 2016
quartiere di San Giacomo - Carrara (MS)
ARTE: CARRARA RISCOPRE GIOVANNI TOGNINI, UN CICLO DI EVENTI DEDICATI ALL’ARTISTA CELEBRATO DA HENRY MOORE
Percorso espositivo e multimediale: una mostra, l’apertura del suo studio al pubblico, il coinvolgimento delle scuole, seminari ed incontri.
Carrara riscopre il genio ribelle di Giovanni Tognini. Un percorso, lungo tre mesi, da marzo a maggio, passando attraverso un percorso espositivo e multimediale, incontri con studenti e critici, testimonianze e approfondimenti per rivalutare la contemporaneità stupefacente delle opere, “nascoste” per un trentennio nel suo studio nel quartiere di San Giacomo e valorizzare il suo incredibile racconto di vita. Celebrato da Henry Moore che di lui scriveva “Tognini è capace di realizzare autentici capolavori”, incompreso durante tutta la sua vita, le opere dell’artista, tornano alla luce grazie ad un progetto promosso dal Comune di Carrara e per la direzione artistica di Emma Castè che ha l’obiettivo di redimere e far conoscere al pubblico la sterminata produzione di “Nanni”. Il percorso è promosso con la collaborazione dell’Accademia delle Belle Arti di Carrara e dell’associazione culturale Fossonese. L’evento, dal titolo “Libera le mani – Racconto di una vita dedicata all’arte e al marmo”, è stato autorizzato dagli eredi dell’artista. “Nonostante in passato siano state dedicate a Tognini altre esposizioni - spiega l’Assessore alla Cultura del Comune di Carrara, Giovanna Bernardini, era necessario approfondire in maniera più completa la conoscenza di questo autore, facendone anche motivo di attività didattica e di ricollocazione storica”.
Un “racconto di vita” che si intreccia con la storia di Carrara dal dopo guerra alla fine della metà degli anni ’80. Cinquant’anni di scalpellino, vivendo anche l’esperienza della cava, studio e istinto che hanno liberato, dal marmo bianco delle apuane da cui era attratto e dipendente, sculture primitive che potrebbero appartenere a galassie lontane: creature divine, totem e titani che ci ricordano, in trasparenza, l’arte mitologica sumera, Maja, egizia ed etrusca. Ma Tognini, per chi lo ha conosciuto in vita o ha avuto la fortuna di apprezzarlo come insegnante, è stato anche docente di “Arti Plastiche” all’Accademia delle Belle Arti di Carrara tra il ‘45 ed il ’60 e successivamente al Liceo Artistico Artemisia Gentileschi. Saranno questi gli elementi del percorso che per tre mesi catalizzeranno l’attenzione sulla sua figura. Emma Castè, che ne ha curato il progetto, è stata una delle sue allieve intorno agli anni ’80: “il titolo della mostra – racconta – riprende una frase che ci diceva sempre: Libera le mani. Le mani, ripeteva, hanno la capacità di volare. E’ una frase che mi sono portata dietro che ha segnato il mio percorso lavorativo e la mia vita. Tognini non era un artista comune: era uno spirito libero. La sua scultura riflette l’anarchia, anche del momento storico in cui ha vissuto. Le sue opere non rispettano regole o canoni. Il percorso che abbiamo ideato, grazie agli eredi che hanno autorizzato e concesso l’utilizzo delle opere, vuole raccontare il suo genio senza regole”.
Gli appuntamenti. Dall’apertura al pubblico del suo studio in via salita San Giacomo a Carrara, che potrà essere visitato gratuitamente ogni sabato dalle 15.30 alle 18.00 (prima apertura sabato 19 marzo), fino all’esposizione personale al CAP Centro per le Arti Plastiche, da maggio a giugno, dove saranno riunite per la prima volta le sue opere mai esposte. In mezzo un calendario di eventi e momenti con protagonisti critici e studenti, restauri in diretta delle sue opere, un catalogo ed un video-docu prodotto per raccogliere le testimonianze private di coloro che ne hanno condiviso un pezzo del percorso artistico ed umano.
Le opere senza nome. Saranno gli studenti del liceo artistico Artemisia Gentileschi e dell’Istituto Pietro Tacca di Carrara a realizzare la catalogazione delle venti opere realizzate in marmo e gesso (presenti anche alcuni calchi) custodite nello studio di Giovanni Tognini che costituiranno l’ossatura dell’esposizione. Le opere non sono mai uscite dallo studio e rappresentano un testamento artistico di inestimabile valore. Il progetto si pone anche come laboratorio esperienziale con il mondo della scuola a cui Tognini era molto legato: gli studenti avranno l’occasione di cimentarsi, in prima persona con la supervisione dei docenti e di Emma Castè, con la delicata fase della catalogazione. Gli studenti saranno coinvolti anche nell’allestimento della mostra al CAP Centro per le Arti Plastiche. “L’impegno dei nostri studenti, che l’Assessorato alle politiche dell’Istruzione e della Formazione vuole assolutamente valorizzare, rientra nell’attività di alternanza Scuola Lavoro. – spiega Fiorella Fambrini, assessore alla Pubblica Istruzione del Comune di Carrara - Pensiamo di organizzare i progetti di alternanza Scuola Lavoro in modo sistematico così da restituire un quadro completo dell’offerta formativa territoriale”.
Il cibo celebra Tognini. Menu a tema nei ristoranti che aderiscono all’associazione “Ristorando”. Per tutta la durata dell’evento, a partire da venerdì 18 marzo, i ristoranti di Ristorando proporranno uno speciale menu. Ecco i ristoranti che aderiscono: La Capinera, Enoteca Velia, Ristorante Petite Cuisine, Merope Steakhouse, Il Rebacco, Pizzeria Focacceria Il Tarasbi, Ristorante Roma.
Informazioni sul sito www.comune.carrara.ms.it e pagina ufficiale Facebook “Marmo di Carrara – Marmo Living”
Giovanni Tognini - Biografia
Nasce il 27 gennaio 1917 a Castelnuovo Magra (SP), da Augusto artigiano e Angela Anniboni. Nel paese ha frequentato la scuole elementari fino alla sesta classe.?La famiglia Tognini si trasferisce nel 1929 a Carrara, nella frazione di Fossone: qui frequenta per due anni il corso quadriennale inferiore di scultura (corso preparatorio per accedere al successivo corso superiore) dell’Accademia di Belle Arti (corrispondente all’attuale Istituto tecnico del marmo al quale gli allievi potevano essere ammessi all’età di 12 anni secondo il regolamento ministeriale del 1861).?Nel 1934 vince il Primo Premio Nazionale di Scultura “Trieste”: viene premiato da Arturo Martini.?Nel 1937 vince il Primo Premio Regionale di Scultura “Carrara”. Nel frattempo lavora come smodellatore nello studio dello sculture carrarese Poli.?Tra il 1941 e 1942 svolge il servizio militare partecipando alla guerra d’Africa; segue il corso per allievi ufficiale ma viene esonerato perché senza diploma.?Gli vengono riscontrati i primi segni della malattia (morbo di Alzheimer). Nel 1942?rientra in Italia: la famiglia Tognini è sfollata in una scuola cittadina. Una situazione che Giovanni non sopporta riparando a Cercivento (UD) da una zia paterna. Qui conosce Modesta De Stales che sposerà il 30 luglio 1944.?Il parroco del paese gli commissiona una piccola scultura, un San Luigino, ma Giovanni risponde che non si sente ispirato a scolpire Santi.?Nel 1945, dopo aver trascorso un anno a Udine presso uno scultore locale, torna a Carrara maggio stabilendosi nella frazione di Fossone.?
Tra il 1945 e 1946 inizia ad insegnare all’Accademia di Carrara con nomina di assistente senza svolgere l’esame di abilitazione secondo la formula “per chiara fama” nel corso serale per artigiani.?Nel 1947?Arturo Martini lo chiama come suo assistente all’Accademia di Belle Arti a Venezia, progetto bruscamente interrotto dalla morte dello scultore.?Giovanni considerava Martini il più grande scultore esistente e l’invito a collaborare con lui ha rappresentato l’unico motivo di vanto dello scultore carrarese per altro molto schivo ad ogni forma di ufficialità e burocrazia, tanto che d’innanzi all’affermazione di Henry Moore, in occasione della sua visita alla Biennale di Carrara del ’73, a proposito dell’opera di Giovanni disse: “Questo artista ha veramente capito che cosa è la scultura”, Tognini rispose con poche parole superficiali.?Nel 1948 partecipa alla Rassegna Nazionale di Arti Figurative con una sua opera, “Preludio” tenutasi a Roma presso la galleria Nazionale d’Arte Moderna promossa dell’Ente Autonomo Esposizione Nazionale Quadriennale di Roma. Espone in una collettiva del dopoguerra al teatro Animosi di Carrara con l’opera “Ragazzo seduto” (gesso probabilmente distrutto). Tra il 1970 ed il 1980 realizza alcune commissione private: “Cristo crocifisso” bronzo per la chiesa del Bambin Gesù di Perticata, a Carrara, commissionato dall’arch. E.Nelli?e “Donna che suona il liuto”, cemento proprietà privata (dott. Marchetti). Nel 1981?partecipa alla Triennale Internazionale di scultura di Carrara con 3 opere: “Uccello ovvero”, “Scultura”, “Motociclista”. Espone alle scuole elementari di Marina di Massa l’opera “Il Paracadutista” (proprietà privata arch. E. Nelli). Altre opere del dopoguerra sono:?”Pietà”, scultura in legno (proprietà privata fam. Bassani), “Madonna”, scultura in legno (proprietà privata famiglia Pezzica). In questi stessi anni riprende l’insegnamento all’Accademia di Carrara interrotto dal ’49 al ’51 con il medesimo ruolo. Nel 1951-1952?viene incaricato del corso serale di tecnica del marmo, sempre in Accademia, come assistente di Arturo Dazzi, nello stesso anno risale lo scontro con Dazzi con conseguente allontanamento dall’insegnamento per circa quindici anni. Racconta il suo allievo Giuseppe Barsi (scultore di Pietrasanta): “Tognini che odiava la copia dal gesso, ci fece scolpire ritratti dal vero in marmo, in contrasto con l’insegnamento di Dazzi, professore ufficiale. Quando Dazzi vide i ritratti prese il gradino e li spianò suscitando la riprovazione di Tognini il quale sotto consiglio dell’allora segretario dell’Accademia, Ponzanelli, fece ricorso formale. Dazzi potè licenziare liberamente Tognini in quanto il suo assistente ufficiale era il prof. Ugo Guidi”. ?
Tra il 1952 e 1967?sono anni difficili in cui lavora nella cava di sua proprietà, detta “Bacchiotto”. E’ amareggiato per l’allontanamento dalla scuola ma la sua attività non ne risente. Partecipa alla?Biennale di scultura di Carrara nel 1957, anno in cui vince il Primo premio Cassa di Risparmio di Carrara con la “Deposizione” bassorilievo in gesso. Alla Biennale del 1965 vince il Premio con l’opera “Crocefissione”, bassorilievo in cemento in cui una copia in bronzo è conservata attualmente presso il Museo del marmo di Carrara.?Nel 1967 vince, sempre alla Biennale di Carrara, il Premio con “Le lavandaie”, sculture in marmo.
Negli anni ’50 realizza una serie di bozzetti per le Porte del Duomo di Siena, mai ritirati dall’autore, per le porte di S. Pietro in Roma. Tra il?1967 e 1969?riprende l’insegnamento all’Accademia grazie del direttore prof. Pelliccia, al corso serale per artigiani. Tra il?1969 e 1970?entra come incaricato a tempo indeterminato di figura e ornato modellato, divenendo nel ’76 insegnante di ruolo, sostenendo l’esame di abilitazione. Incarico che manterrà fino al 31 agosto 1986.?Nel 1973 espone assieme ad altri artisti nel teatro anatomico dell’Accademia: le opere furono acquistate dalla Biennale.?
Tra il 1975 e 1977?realizza nuovi bozzetti per le Porte della Cattedrale di Santa Maria Maddalena di Castelnuovo Magra, il progetto lo impegna molto ma alla fine l’opera non fu mai realizzata per insufficienza di fondi. I bozzetti furono distrutti ma sono sopravvissute le copie in gesso. Nel 1974 -1975?il Ministro dei Beni Culturali francese gli Commissiona un busto in bronzo raffigurante Francesco Petrarca da collocarsi in una nicchia presso l’Università di Avignone. Per l’occasione Tognini compie un viaggio ad Avignone.
Nel 1982?la malattia si aggrava. Nel?1985?la vita di Tognini è funestata dalla morte del figlio Luigi, per il quale realizza il monumento funebre in bronzo al cimitero di Turigliano, la sua grande opera.?Da allora causa il dolore per la perdita del figlio e l’aggravarsi della malattia, cessa la sua attività e vive ritirato in casa, nell’abitazione in cui si era trasferito nel 1962 Carrara. Muore nel 1987.
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