EVENTO “VAI DOVE NON SAI”
PRESENTAZIONE DEL NUOVO ALLESTIMENTO DEDICATO A MATTIA MORENI
Santa Sofia (Forlì-Cesena), Galleria d'arte contemporanea “Vero Stoppioni”
Domenica 26 marzo 2017, ore 17.00
Domenica 26 marzo, alle ore 17.00, presso la Galleria d'arte contemporanea “Vero Stoppioni” di Santa Sofia (Forlì-Cesena), il Comune di Santa Sofia in collaborazione con l'Associazione Mattia Moreni ha organizzato la presentazione al pubblico del nuovo allestimento temporaneo dedicato a Mattia Moreni, in cui le opere della collezione di Santa Sofia “dialogano” con quattro dipinti di grande forza espressiva di Moreni stesso, databili fra il 1974 il 1998, concessi in comodato gratuito dalla figlia dell'artista Maria Francesca Moreni. Nel nuovo allestimento anche immagini fotografiche, appartati documentari e altre opere pittoriche, fra cui un piccolo autoritratto a matita del 1940, prestate per l'occasione dalla famiglia Moreni.
Parteciperanno all'evento, intitolato “Vai dove non sai”, Fabio Cavalucci (critico d'arte e direttore del Centro per l'Arte Contemporanea Lugi Pecci di Prato), Maria Francesca Moreni, l'autore televisivo Maurizio Gianotti, che coordinerà gli interventi.
Verrà inoltre presentato il 3° quaderno “Il mestiere dell'attenzione”, appositamente pubblicato ed in cui Maria Francesca Moreni racconta il “viaggio” dei quattro quadri e l'allestimento presso la Galleria Stoppioni. Verranno inoltre proiettati alcuni video dedicati all'artista.
Per info: 0543.975428-29 mail cultura@comune.galeata.fc.it
Mattia Moreni (Pavia 1920 – Ravenna 1999) si forma in ambiente torinese presso l’Accademia Albertina, aderisce al Gruppo degli Otto con Afro, Birolli, Corpora, Morlotti, Santomaso, Turcato e Vedova addentrandosi nelle poetiche informali. E’ Arcangeli a segnalarne la genialità inserendolo nella linea ultimo naturalista. A Parigi, città in cui vive per oltre un decennio, emerge fra i pittori più interessanti del periodo lavorando a stretto contatto con Michel Tapié. Partecipa più volte in quegli anni alla Biennale di Venezia con grandi consensi di critica. Negli anni Sessanta emergono dalla materia pittorica delle icone costituite da dense spatolate da cui prendono via via forma le immagini di legno, le baracche, i cartelli che segnalano “l’aggressione dell’uomo sulla natura”. Da questa fase scaturiscono le angurie/non angurie destinate ad evolversi in maniera ambivalente, da un lato nel sesso femminile dall’altro nell’anguria in disfacimento, ma entrambe sottendendo la fusione delle tematiche dell’Eros e della decadenza.
All’inizio degli Ottanta prende il via il ciclo della Regressione della specie e “belle arti”, ciclo che ha il suo atto d’esordio con l’opera “Santa Sofia prilla prima di esplodere” (1983). Questo dipinto segna il ritorno di Moreni nella cittadina (aveva partecipato al Premio Campigna nella prima metà degli anni Settanta), in cui soggiorna per lunghi periodi e in cui realizza un cospicuo numero di autoritratti, la cui serie nasce proprio a Santa Sofia, in cui il volto umano si ibrida con elementi meccanici ed elettronici.
L’ultima fase porta alle estreme conseguenze il discorso della mutazione dell’uomo e della sua percezione (l’umanoide tutto computer), segnando il sopravvento della dimensione elettronica a scapito di quella umana.
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