Opere e parole unite per indagare “Il corpo della pittura”.
È questo il titolo dell’evento che ruota attorno al lavoro dell’artista italoargentino Raul Gabriel:
una mostra e un dialogo come strumenti di un laboratorio per ragionare attorno a un’estetica della corporeità. “Nulla sfugge al corpo” dice infatti Raul Gabriel che lunedì 23 maggio alle ore 18 a Brescia, presso il Centro Paolo VI, dialogherà con Elio Franzini, ordinario di Estetica all’Università degli Studi di Milano e presidente della Società Italiana di Estetica, e Giancarlo Lacchin, ricercatore di Estetica presso il medesimo ateneo. Al termine della conversazione verrà inaugurata l’installazione di una serie di opere pittoriche di Raul Gabriel negli spazi del Centro Paolo VI, dove saranno esposte fino al 29 maggio. Si tratta di un nucleo di lavori scelti per testare come “la corporeità è una dimensione che attraversa differenti realtà senza perdere la sua vibrazione vitale – sostiene Lacchin –. Nel pensiero e nelle opere l'artista italoargentino tenta di delineare la definizione di una corporeità totale, risolta, metamorfica e sempre comunque presente nella sua identità più intima e misteriosa: la coincidenza di permanenza e mutazione”. La pittura di Raul Gabriel non nasce infatti come descrizione del corpo, ma come trascrizione del corpo: “come scrittura del corpo – spiega l’artista –. La scrittura rende il corpo in quanto questo non è struttura cristallizzata ma vibrante, fatta di intersezioni, incroci, addensamenti, ritmi, pause. Un flusso senza soluzione di continuità del gesto-segno come torrente circolatorio che vivifica le strutture in cui si imbatte. La scrittura, il segno la sintassi dei segni, la pittura quindi, è il medium perfetto per l’incarnazione simbolica ed effettiva del corpo. Non metafora ma coincidenza di eguali. Il corpo e la scrittura e la pittura”.
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