La Galleria A plus A, in occasione della 58 Biennale di Venezia ospita la mostra Exercises in Style, organizzata da Novel ed espone lavori di Helen Cammock, Keren Cytter, Loretta Fahrenholz, RB. Kitay, Ghislaine Leung, Bob van der Wall e Katharina Wulff.Il riferimento alla narrazione è forte, spesso fastidioso, espresso nel fantastico mutamento del mondo che avviene attraverso il racconto. Il potere di una storia appartiene al suo narratore così come al suo ascoltatore, e nel discontinuo rapporto immediato e volubile che si crea tra loro.La ribellione e i pettegolezzi limitano un racconto al minimo. Infatti è sicuramente più semplice girare attorno alla complessità, fintanto che il testo non assomiglia più alla sua forma originale; un appunto per ricordare che forse non c’è differenza tra che cosa una storia tratta e come questa viene raccontata. All’opposto di questa narrazione non c’è il reale. Non è la verità che da sempre appartiene ai padroni e ai colonizzatori, è la funzione della narrazione che dona il potere al falso che poi plasma la memoria, la leggenda, il mostro. Un processo in cui le idee prendono forma attraverso uno scambio trascritto in modo incompleto, ancora e ancora, incessantemente. Exercises in Style cerca trame e narrazioni divergenti, dando spazio a incontri performativi e investigando storie e i loro narratori. Qui, pagine di testo, manifesti, diapositive e quadri non hanno bisogno di essere letti in un tempo lineare, ma assorbiti istantaneamente nella gravità dei suoni, di forme estetiche tattili, variazioni, fluttuazioni, spirali, che non creano empatia tra la rappresentazione e le questioni umane ma piuttosto amplificano connessioni e stimoli.La mostra elude le singole trame, le narrazioni coerenti e la politica della rappresentazione, e invita piuttosto ad ascoltare attentamente i segnali più deboli di cambiamento. Gli artisti in mostra espongono storie come se fossero oggetti sociali e immagini, impiegando la narrazione e l’esperienza incarnata dalla conoscenza e dalla costruzione di un’immagine del mondo.Che cosa segnalano queste storie? Chi può plausibilmente raccontarle e quando? Come possiamo infrangere i miti dominanti? E come possiamo produrre storie alternative? Perché raccontiamo storie su e attraverso l'arte, e per chi? Quale è il nesso tra le storie che raccontiamo e le verità della storia, il potere e la violenza sistemica? C’è un'utilità nel confessionale, ed esistono delle forme emotive di narrazione, cosi come emergono accanto a quelle analitiche, filosofiche e politiche?...Novel è una piattaforma curatoriale itinerante fondata da Alun Rowlands e Matt Williams e riunisce artisti che scrivono testi e poesie che oscillano tra finzione e critica. Una cacofonia di voci, condizione primaria della scrittura, che cerca di rompere i metodi abituali della rappresentazione e della produzione di soggettività. La pubblicazione, in questo contesto, è un apparato per catturare la conoscenza, che teoria, cinema, politica e narrazione aggiornano, rinegoziando inizi incompiuti o progetti incompleti che potrebbero offrire una sceneggiatura alternativa. Tra le narrazioni suggerite e le visioni che prendono forma c'è una premura per la scrittura e per l'impossibilità della narrazione che è in gioco.NOVEL chiede di pensare alla scrittura come a un qualcosa di distinto dall'informazione, almeno come a un regno della produzione culturale che sia esente dall'obbligo ingannevole di comunicare. NOVEL è distribuito attraverso eventi, letture e proiezioni all’interno di contesti che diventano piattaforme di lettura, con opere e film che accentuano la finzione di un particolare scenario.
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