O.O.PARTS / OUT OF PLACE ARTIFACTS / Reperti impossibili
di Michele Iodice
Installazione site-specific
con la direzione artistica di Intragallery
dal 9 luglio al 20 settembre 2016
OPENING
9 luglio 2016
dalle ore 19.00 alle ore 21.00
Palazzo Cerio
Piazzetta Cerio, 11, Capri ( ingresso dalla Galleria Letizia Cerio)
Su invito del Centro Caprense Ignazio Cerio, Intragallery - Galleria di Arte Contemporanea di Napoli, è stata incaricata di curare il programma espositivo dell’estate 2016 (dall’11 giugno al 20 settembre 2016) nell’ambito della rassegna CERIO / ARTE.
La seconda mostra, con inaugurazione il 9 luglio 2016 alle ore 19.00, è O.O.PARTS / OUT OF PLACE ARTIFACTS / Reperti Impossibili di Michele Iodice, installazione site specific, concepita appositamente per gli spazi del Centro Cerio, quale rilettura in chiave contemporanea dei reperti conservati al Museo Cerio. L’inaugurazione sarà introdotta da Andrea Viliani, Direttore del Museo Madre e della Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee, che ha concesso il suo Matronato al progetto.
In questa occasione, l’artista, ispirato dal piccolo antiquarium della fondazione Cerio, dove sono raccolti i reperti paleontologici ed archeologici collezionati dallo studioso Ignazio Cerio, ha realizzato una vera installazione site specific di opere ready made. L’installazione comprende sculture ispirate all’antichità, realizzate in metallo riciclato, rese contemporanee dai materiali utilizzati come acciaio, alluminio e resine.
“La stratificazione storica e culturale di Napoli al contrario di quella geologica non avviene per moti orizzontali, per quanto discontinui, ma piuttosto attraverso contaminazioni e trasparenze reciproche ed il riciclo di modelli che dall’antichità alla contemporaneità si adattano ingegnosamente e fluidamente agli stimoli e alle esigenze della vita quotidiana. Incarnando questo spirito geniale, le creazioni di Michele Iodice attraversano i secoli, gli stili, le suggestioni e le intuizioni che le hanno prodotte”. (Mario Codognato).
La pietas per l’oggetto ritrovato, che Giuseppe Merlino rinveniva nelle opere di Michele Iodice, alimentata dall’ esperienza dell’artista presso il museo archeologico e dall’amore per la propria città martoriata, anima l’intera installazione.
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