I Maya sono una delle civiltà più ricche di storia e di mistero.
Tra il 2000 a.C. e il 1542 d.C. essi inventarono e svilupparono sistemi matematici, calendari, spirito artistico, misurazioni del tempo e molto altro ancora: tra le civiltà più ricche di storia e colme di misteri mai svelati, nonostante gli sforzi dei grandi storici e dei maggiori esperti, la loro cultura resta ancora colma di enigmi che affascinano l’intero genere umano.
La mostra I Maya. Il linguaggio della bellezza di Verona, una delle più grandi ed esaustive che siano mai state prodotte a livello internazionale, approda a Palazzo della Gran Guardia con oltre 300 opere provenienti dai principali musei del Messico, a partire dall’8 ottobre 2016 fino al 5 marzo 2017.
Resa possibile grazie al generoso e fondamentale intervento dell’Istituto Nazionale di Antropologia e Storia del Messico (INAH), la mostra è promossa dal Comune di Verona con il supporto di Arena Museo Opera (AMO), ed è prodotta e organizzata da Arthemisia Group e Kornice.
“Siamo orgogliosi di poter presentare a Verona questo tributo a una delle civiltà più misteriose e affascinanti della storia del genere umano. Grazie a uno straordinario concorso di forze - dichiara Flavio Tosi, Sindaco di Verona -, che ha visto unirsi il nostro Paese con i più prestigiosi istituti culturali del Messico, Verona avrà la possibilità di godere di questa opportunità irripetibile, che certamente saprà attrarre nella nostra città migliaia di visitatori. Un particolare ringraziamento a tutti coloro che, a diverso titolo, hanno reso possibile questa memorabile occasione”.
La mostra di Verona curata da Antonio Aimi e Karina Romero Blanco affronta per la prima volta il tema della cultura di questo antico popolo attraverso le parole e i testi degli stessi Maya, utilizzando - come mai è avvenuto in passato - la più grande rivoluzione antropologica dell’ultimo secolo: la decifrazione della loro scrittura.
Parallelamente, l’esposizione offre uno sguardo nuovo, innovativo e sorprendentemente attuale sull’arte maya a partire dall’individuazione deimaestri, delle scuole e degli stili: finalmente si ha la possibilità di rapportarsi alle opere attraverso una lettura storico-artistica e non solo archeologica.
I tre grandi periodi - preclassico, classico e postclassico - che dal 2000 a.C. al 1542 d.C. hanno visto fiorire questo popolo, sono spiegati attraverso straordinari capolavori dell’arte maya come il Portastendardi, pregiata scultura risalente all’XI secolo realizzata da un maestro diChichen Itza (complesso archeologico a nord della penisola dello Yucatan, inserito nel 2007 fra le sette meraviglie del mondo moderno) che senza dubbio rappresenta la migliore opera di una tipologia tipica di molte città del Periodo Postclassico; la Testa raffigurante Pakal il Grande che visse dal 603 al 683 dopo Cristo e fu il più importante re di Palenque (oggi tra i più importanti siti archeologici maya situato nello stato messicano del Chiapas); la Maschera a mosaico di giada raffigurante un re divinizzato tipico esempio di maschera funeraria, fondamentale per il defunto per raggiungere il mondo sotterraneo; e infine come l’Adolescente di Cumpich, imponente scultura risalente al periodo tardo classico ritrovata nel sito archeologico di Cumpich.
La civiltà maya è spiegata anche attraverso la ricostruzione di antiche architetture, utensili della vita di tutti i giorni che hanno cavalcato millenni come collane, orecchini, strumenti musicali, vasi e incensieri, tutti provenienti dai più importanti musei messicani quali il Museo Nacional de Antropología (Città del Messico) che coi suoi due milioni di visitatori è il primo museo di antropologia del mondo, il Museo Regional de Antropología Palacio Cantón (Mérida, Yucatán), il Museo Arqueológico del Camino Real de Hecelchakán (Hecelchakán, Campeche) e dai tanti siti archeologici delle più importanti città maya come Calakmul, Chichen Itza, Palenque e Uxmal.
A 18 anni di distanza dalla mostra del 1998 sui Maya di Venezia, torna in Italia il racconto della storia di un popolo che non cessa di affascinarci per le sue conoscenze matematiche, per i suoi raffinatissimi sistemi calendariali e per le sue realizzazioni artistiche.
Inoltre la tappa italiana della mostra svela i risultati delle ultime ricerche scientifiche sui Maya e consente ai lettori di leggere direttamente i loro testi, senza sfuggire a temi intriganti come le profezie, la fine del tredicesimo baktun (caduta il 21 dicembre 2012) e i segreti del Conto Lungo, un ciclo di 5125,3661 anni che aveva cominciato a “girare”, il giorno della creazione, che per questo popolo era avvenuta il 6 settembre del 3114 a.C.
Info e prenotazioni
T. +39 045 853221
Sito
www.mayaverona.it
Salvatore Macaluso ARTHEMISIA GROUP
I Maya. Il linguaggio della bellezza
Arriva a Verona un’imperdibile mostra dedicata alla grande e misteriosa civiltà dei Maya.
Grazie all’Istituto Nazionale di Antropologia e Storia del Messico (INAH), 250 reperti di gran valore
storico-culturale saranno esposti a Palazzo della Gran Guardia attraverso una straordinaria rassegna.
Si aprono le sale di Palazzo della Gran Guardia al mistero e al fascino di una delle civiltà più interessanti dell’America precolombiana: con oltre 250 opere provenienti dai principali musei del Messico arriva la mostra Maya. Il linguaggio della bellezza, a partire dall’8 ottobre 2016 fino al 5 marzo 2017.
Maya. Il linguaggio della bellezza è una mostra del Governo della Repubblica Messicana, del Ministero della Cultura del Messico e dell’INAH (Instituto Nacional de Antropología e Historia), l’istituzione più importante del Ministero della Cultura del Messico, ed è curata da Karina Romero Blanco.
Promossa dal Comune di Verona, con il supporto di AMO - Arena Museo Opera, la mostra è prodotta e organizzata da Arthemisia Group e Kornice e vede il coinvolgimento di Antonio Aimi, consulente scientifico di Kornice e Arthemisia.
Sponsor dell’esposizione AGSM con il sostegno di Fondazione Antonveneta.
La mostra vede come media partner L’Arena e Radio Company.
L’evento è consigliato da Sky Arte HD.
Catalogo edito da Piazza Editore.
A 18 anni di distanza dalla mostra del 1998 sui Maya di Venezia, torna in Italia il racconto della storia di un popolo che non cessa di affascinarci per le sue conoscenze matematiche, per i suoi raffinatissimi sistemi calendariali e
per le sue realizzazioni artistiche.
L’esposizione - risultato della particolare attenzione per le tematiche specificamente artistiche di questa civiltà - presenta sculture, stele monumentali, elementi architettonici, figure in terracotta, maschere in giada, strumenti musicali e incensieri, che daranno ai visitatori la possibilità di esplorare gli aspetti artistici di una delle civiltà più affascinanti della storia, attraverso il tema universalmente riconosciuto della bellezza.
La mostra di Verona affronta per la prima volta il tema della cultura di questo antico popolo attraverso le parole e i testi degli stessi Maya, utilizzando - come mai è avvenuto in passato - la più grande rivoluzione antropologica dell’ultimo secolo: la decifrazione della loro scrittura.
Parallelamente, l’esposizione offre uno sguardo nuovo, innovativo e sorprendentemente attuale sull’arte maya a partire dall’individuazione dei maestri, delle scuole e degli stili: finalmente si ha la possibilità di rapportarsi alle opere attraverso una lettura storico-artistica e non solo archeologica.
I tre grandi periodi - preclassico, classico e postclassico - che dal 2000 a.C. al 1542 d.C. hanno visto fiorire questo popolo, sono spiegati attraverso straordinari capolavori dell’arte maya come il Portastendardi, pregiata scultura risalente all’XI secolo realizzata da un maestro di Chichen Itza (complesso archeologico a nord della penisola dello Yucatan, inserito nel 2007 fra le sette meraviglie del mondo moderno) che senza dubbio rappresenta la migliore opera di una tipologia tipica di molte città del Periodo Postclassico; la Testa raffigurante Pakal il Grande che visse dal 603 al 683 dopo Cristo e fu il più importante re di Palenque (oggi tra i più importanti siti archeologici maya situato nello stato messicano del Chiapas); la Maschera a mosaico di giadaraffigurante un re divinizzato tipico esempio di maschera funeraria, fondamentale per il defunto per raggiungere il mondo sotterraneo; e infine come l’Adolescente di Cumpich, imponente scultura risalente al periodo tardo classico ritrovata nel sito archeologico di Cumpich.
La civiltà maya è spiegata anche attraverso la ricostruzione di antiche architetture, utensili della vita di tutti i giorni che hanno cavalcato millenni come collane, orecchini, strumenti musicali, vasi e incensieri tutti provenienti dai più importanti musei messicani quali il Museo Nacional de Antropología (Città del Messico) che coi suoi due milioni di visitatori è il primo museo di antropologia del mondo, il Museo Regional de Antropología Palacio Cantón (Mérida, Yucatán), il Museo Arqueológico del Camino Real de Hecelchakán (Hecelchakán, Campeche) e dai tanti siti archeologici delle più importanti città maya come Calakmul, Chichen Itza, Palenque e Uxmal.
L’esposizione veronese svela i risultati delle ultime ricerche scientifiche sui Maya e consente ai lettori di leggere direttamente i loro testi, senza sfuggire a temi avvincenti come le profezie, la fine del tredicesimo baktun (caduta il 21 dicembre 2012) e i segreti del Conto Lungo, un ciclo di 5125,3661 anni che aveva cominciato a “girare”, il giorno della creazione, che per questo popolo era avvenuta il 6 settembre del 3114 a.C.
Info e prenotazioni
T. +39 045 853221
Sito
www.mayaverona.it
Ultimi giorni per la mostra
Maya. Il linguaggio della bellezza
Da venerdì 3 marzo a domenica 5 marzo
la mostra prolunga eccezionalmente gli orari e sarà visitabile fino alle ore 23:00 (ultimo ingresso ore 22.00).
Palazzo della Gran Guardia, Verona
Ultimi giorni per visitare la mostra "Maya. Il linguaggio della bellezza". Da venerdì 3 marzo a domenica 5 marzo, la mostra prolunga eccezionalmente gli orari e sarà visitabile fino alle ore 23:00 (ultimo ingresso ore 22.00).
Il mistero e il fascino di una delle civiltà più interessanti dell’ America precolombiana al Palazzo della Gran Guardia di Verona: con oltre 250 opereprovenienti dai principali musei del Messico, la mostra Maya. Il linguaggio della bellezza sarà aperta fino al 5 marzo.
Maya. Il linguaggio della bellezza è una mostra del Governo della Repubblica Messicana, del Ministero della Cultura del Messico e dell’INAH(Instituto Nacional de Antropología e Historia), l’istituzione più importante del Ministero della Cultura del Messico, ed è curata da Karina Romero Blanco.
Promossa dal Comune di Verona, con il supporto di AMO - Arena Museo Opera, la mostra è prodotta e organizzata da Arthemisia Group e Kornice e vede il coinvolgimento di Antonio Aimi, consulente scientifico di Kornice e Arthemisia.
Sponsor dell’esposizione AGSM con il sostegno di Fondazione Antonveneta.
La mostra vede come media partner L’Arena e Radio Company.
L’evento è consigliato da Sky Arte HD.
Catalogo edito da Piazza Editore.
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