Segno, gesto, materia, forma e assenza di forma, tutto insieme come in un vortice che all’improvviso si compone di strati di memoria e brandelli di coscienza: questo è il linguaggio fortemente visionario di Marisa Korzeniecki. L’artista attraverso le sue opere compie un viaggio che dalla scomposizione della realtà porta ad una nuova presa di consapevolezza, raggiungendo uno stato unitario che ha la sua sede prevalentemente nell’intelletto. Spirito e conoscenza sono le facce di un’unica medaglia e, come per un alchimista, nelle installazioni sembrano unirsi un insieme di svariate discipline: dalla chimica, alla fisica, all’astrologia, lasciando numerose tracce che si possono leggere nel percorso creativo.
Per Marisa Korzeniecki l’arte è innanzitutto continua esperienza di crescita, un processo di liberazione che innesca consecutivi momenti di trasformazione. L’opera diventa il crogiolo emozionale ed il legante tra il pensiero ed il fare, fondere, colorare, saldare, costruire ciò che non si vede ma si sente, ossia l’emozione.
Campo libero a tutti i colori primari che diventano non solo il vestito dell’opera ma un inno alla vita: rosso, blu e giallo si intersecano in libertà con supporti polimaterici a metà tra installazione e pittoscultura. L’opera è concepita dall’artista sempre in rapporto allo spazio che la ospita, sia esso naturale o costruito dall’uomo: è una sorta di danza in grado di creare nuovi ritmi, volumi e proporzioni in luoghi già abitati e densi di significati. Anche l’ambiente circostante diventa parte dell’opera d’arte; spazio e tempo sono le dimensioni che attraversa quotidianamente con familiare dimestichezza Marisa Korzeniecki, dando la possibilità a chi osserva con attenzione i suoi lavori, di incamminarsi in un universo che proietta l’osservatore in un’altra realtà.
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