MANFREDI BENINATI
Domenica 10 dicembre 2039
Testo critico a cura di Sergio Risaliti
Inaugurazione sabato 22 ottobre ore 18.00
22 ottobre 2016 -– 13 dicembre 2016
Via della Scala 35/A e Via Benedetta 3r, Firenze
La Galleria Poggiali è lieta di annunciare Domenica 10 dicembre 2039 la prima personale a Firenze di Manfredi Beninati (Palermo, 1970), appositamente concepita per gli spazi della galleria di Firenze.
Il corpus delle opere in mostra nascono dalla collaborazione tra lÂ’artista e la galleria che li ha prodotti, assistendo Beninati in tutti i passaggi, dalla creazione alla realizzazione dei lavori stessi.
Il titolo della mostra è lÂ’espressione di una data immaginaria, una combinazione impossibile secondo il calendario gregoriano di giorno e data.
Beninati fa riferimento a un’intuizione del 1968 del fisico Gabriele Veneziano, considerato il padre della cosiddetta “teoria delle stringhe” o “teoria del tutto”, che ritiene esistano in mondi paralleli che si estendono in diverse dimensioni. Questo immaginario, legato al trascorrere del tempo in una dimensione spaziale, si riflette nelle opere dell’artista in cui tempo e spazio si uniscono con la forza dell’immaginazione a creare mondi che cambiano in base a chi li osserva.
Manfredi Beninati costruisce la mostra come un set cinematografico (Beninati ha frequentato una scuola di cinema e i set di Cinecittà) in cui crea istanti di interni, stanze sospese, situazioni immaginarie, rese attraverso un percorso che si snoda dallÂ’entrata della galleria tra dieci light box, scatti provenienti dalla ricostruzione reale di uno spazio immaginario ricreato fisicamente in una parte della galleria, come accaduto al MAXXI di Roma nel 2003, per la Biennale di Venezia del 2005 e quella di Liverpool del 2008, e ancora, sempre nel 2008 al Parrish Museum di Southampton, alla Quadriennale di Roma, ma anche alla Biennale di Atene e a quella di Istanbul nel 2009, allÂ’Hammer Museum di Los Angeles e alla Thessaloniki Biennale (2011), e ancora nel 2012 alla Biennale di Shanghai e sempre nello stesso anno a quella di Mardin in Turchia.
In questo caso il set ricreato nella galleria Poggiali rappresenta in tutto e per tutto una versione visionaria del laboratorio ad essa attiguo.
Il progetto della mostra comprende inoltre una serie di sculture: una in marmo, mezzi busti, cavalli, cerbiatti, maschere in bronzo e bassorilievi in bronzo e resina in cui Beninati trasferisce la leggerezza del disegno e la delicatezza della luce e dei colori a olio e la vivacità dei colori a spirito, animandoli con diverse patine.
I mezzi busti colpiscono per i profili sfuggenti, abbozzati e descrivono uno spazio a più dimensioni nel quale le figure a volte emergono ben definite, a volte sono tratteggiate da tocchi leggeri e indefiniti, come se fossero volti che emergono dalla memoria ispirando conforto o evocando spaesamento.
In mostra anche una scultura in marmo in cui lÂ’artista “fotografa” e immobilizza la situazione del suo studio a Palermo: sul plinto di marmo bianco vediamo appoggiato il suo quaderno dÂ’appunti aperto in cui gli schizzi del prossimo lavoro, incisi nel marmo, diventano indelebili assieme una tazzina da caffè, fogli sparsi e un temperino. UnÂ’immagine in cui, come scrive Costantino DÂ’Orazio, “mobili e oggetti sono fermi nel limbo tra due frazioni di secondo, sullÂ’interstizio tra il prima e il dopo, andando a scavare nel tempo quellÂ’istante che possiamo soltanto pensare. LÂ’ha imbrigliato attraverso unÂ’immagine, rivelandone tutta la fragilità”.
I 9 bassorilievi presenti, 3 in bronzo e 6 in resina, installati in orizzontale quasi a svelare una storia, sono invece slegati, sono battute di diverse sceneggiature parlano di ricordi, sogni, boschi incantati e personaggi di pura invenzione.
Nel percorso espositivo della mostra troviamo anche una serie di dipinti che raccontano dei mondi immaginati da Beninati: abitati da oggetti fantastici, elementi vegetali, esseri viventi, bambini, gruppi di persone, animali, interni che ricordano lÂ’infanzia o viaggi, in cui la luce è delicata e i colori pastello attenuati. Lavori in cui prevale la sensazione di unÂ’atmosfera evanescente, lieve, come lÂ’aria o un soffice vento che permette alla luce di filtrare creando tonalità e sensazioni che riportano a paesaggi incantati.
La “miscela” che crea le opere di Beninati, come scrive Sergio Risaliti “è quella del linguaggio dellÂ’inconscio che pretende di scegliere ed evidenziare visioni a proprio piacimento, secondo regole e principi immaginifici che non sono quelli del mondo razionale diurno “.
Avvicinandosi alle opere dellÂ’artista siciliano, sempre secondo Risaliti, lo spettatore ha la sensazione che “lÂ’immagine nellÂ’insieme sembra generarsi o rigenerarsi, muoversi da un piano di profondità a un altro, come se fossero livelli di coscienza differenti. Non vi si scoprirà un soggetto centrale o dominante, ma una costellazione di segni e di figure che esistono allÂ’interno di una dimensione spazio-temporale onirica. Come se la vita fosse un sogno, e il sogno la vita”.
Catalogo della mostra con testo critico a cura di Sergio Risaliti e una conversazione a due voci tra Lorenzo Poggiali e Manfredi Beninati.
MANFREDI BENINATI
Manfredi Beninati nasce nel 1970 a Palermo dove vive e lavora. Dopo aver abbandonato gli studi di legge e poi di cinema, e dopo aver collaborato con noti registi italiani, intraprende la sua attività artistica dedicandosi dapprima al disegno. Dal 2002 si dedica alla scultura e a una di pittura figurativa che attinge direttamente ai ricordi d'infanzia, reali o spesso immaginari. Grazie alla pennellata fluida, gioca con sfumature e velature di colore per ricreare un'atmosfera rarefatta alle volte irreale, descrivendo figure che sembrano emergere lentamente da uno sfondo spesso onirico senza un ordine apparente. Alla produzione pittorica è intrinsecamente legata anche la realizzazione di installazioni che appaiono come set disabitati, spazi spesso inaccessibili che si mostrano allo spettatore tramite fessure o vetri oscurati (Biennale di Venezia 2005, XV Quadriennale di Roma 2008), sollecitando una sorta di voyeurismo che viola la dimensione privata e l'indefinitezza del ricordo. Nel 2003 fa parte di "Le collezioni - Recenti acquisizioni", MAXXI - Museo Nazionale delle Arti del XXI Secolo di Roma. Nel 2004 partecipa alla collettiva "Wall Paper", alla GAMeC di Bergamo; espone poi al "Summer show" della Galleria Lorcan O'Neill di Roma e prende parte alla collettiva "Expander" alla Royal Academy of Arts di Londra.
Nel 2005 viene selezionato per il Padiglione Venezia ai Giardini, per la 51. Biennale di Venezia e vince il premio del pubblico. Nel 2006 riceve il Rome Prize dallÂ’American Academy di Roma.
Nel 2008 ha esposto al Parrish Museum, Southampton (NY), USA e ha partecipato alla Biennale di Liverpool e nel 2009 è la volta della Biennale di Instabul e della Biennale di Atene e della partecipazione al Padiglione Italia con “Collaudi” per la 53. Biennale di Venezia.
Nel 2011 è allÂ’Hammer Museum di Los Angeles con “When in Rome"e alla terza Thessaloniki Biennale in Grecia, mentre nel 2012 partecipa alla 9. Shanghai Biennale e presenta"Double Take" alla seconda Mardin Bienali, in Turchia.
Nel 2013 viene premiato dall’ Inside-Out Art Museum di Beijing; nel 2014 sempre a Beijing presenta la personale "Manfredi Beninati. Nature is a Theater", al Miniature Museum. Nel 2015 partecipa al progetto “Logo” con Enzo Cucchi e Laboratorio Saccardi alla Galleria Poggiali di Firenze. Nel 2016 partecipa alla collettiva "Dall'oggi al domani. 24 ore nell'arte contemporanea" al MACRO di Roma, alla mostra "La torre di Babele", al Pecci di Prato e a "Contemporary Curated", da Sotheby's Londra e nell’estate espone alla Galleria Poggiali di Pietrasanta.
“Nelle opere di Manfredi Beninati si ha la sensazione di essere arrivati appena un momento dopo un fatto, come spalancare una porta dove è accaduto qualcosa, dove ha vissuto qualcuno, dove il tempo è trascorso inesorabilmente lasciando le sue impronte. Forse è per questo motivo che lavora per mesi, o anche anni, sulle stesse opere: sviluppare una narrazione dialogando col tempo è una pratica di conoscenza di sé che dura tutta la vita”, scrive Laura Barreca. “LÂ’artista fa riferimento ad unÂ’intuizione del 1968 del fisico Gabriele Veneziano, ritenuto il padre della cosiddetta “teoria delle stringhe” o “teoria del tutto”. Come rapportarci con lÂ’idea che il nostro sistema solare non è che una delle infinite realtà esistenti nellÂ’universo?”, racconta Valentina Bruschi nel testo in catalogo, “questo immaginario, legato al trascorrere del tempo in una dimensione spaziale, si riflette nelle opere pittoriche e scultoree, realizzata nel suo studio, nel quartiere “Liberty” di Palermo, a due passi da piazza Politeama. È questo il luogo dove oggi si concretizzano le sue visioni, dopo aver vissuto e viaggiato nel mondo, da Londra a Los Angeles, da Roma a Buenos Aires”.
In occasione della mostra, il Museo Civico pubblica il catalogo antologico, italiano e inglese, delle opere dellÂ’artista, a cura di Laura Barreca e Valentina Bruschi, con testi di Nicholas Cullinan, Jim Lane e Francesco Stocchi. UnÂ’edizione che per la prima volta raccoglie una grande selezione di opere realizzate dallÂ’inizio della sua carriera alle ultime e più recenti produzioni artistiche.
Biografia
Manfredi Beninati (Palermo, 1970). Dopo aver lasciato gli studi di Giurisprudenza e aver lavorato nel mondo del cinema, trascorre dieci anni in Inghilterra. Nel 2000 intraprende la sua attività artistica a seguito di una scommessa col fratello Flavio. Nel 2002 si trasferisce a Roma, dove si dedica alla scultura e a una pittura figurativa che attinge direttamente ai ricordi d'infanzia, alla letteratura e al cinema. Alla produzione pittorica è intrinsecamente legata anche la pratica delle installazioni che appaiono come set disabitati, spazi spesso inaccessibili allo spettatore, visibili tramite fessure o vetri appannati, sollecitando una sorta di voyeurismo che viola la dimensione privata e l'indefinitezza del ricordo.
Ha ricevuto diversi premi e riconoscimenti internazionali, come lÂ’Italian Affiliated Fellowship in the Arts dellÂ’American Academy in Rome (2007); il Premio del pubblico alla 51. Mostra Internazionale dÂ’Arte La Biennale di Venezia (2005); il Premio DARC – Ministero dei Beni Culturali per la giovane arte italiana (2004); la Fellowship alla Ranieri Foundation di Civitella Ranieri (2012). I suoi lavori sono conservati in prestigiose collezioni pubbliche e private, italiane e straniere, tra cui la Fondazione MAXXI di Roma, la Logan Collection (Denver), la Zabludowicz Collection, la UBS Collection e la Lodeveans Collection, tutte con sede a Londra. A partire dal 2003 il suo lavoro viene presentato in tutto il mondo, sia in gallerie private che in istituzioni pubbliche, attraverso importanti mostre personali e collettive. Nel 2005 viene selezionato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali per il Padiglione Venezia ai Giardini, in occasione della 51. Mostra Internazionale dÂ’Arte La Biennale di Venezia. Nel 2004 ha esposto alla Royal Academy di Londra; nel 2006 al Victoria H. Myhren Gallery, della University of Denver, e presso le Contemporary Art Galleries di Storrs (Connecticut); nel 2008 al Parrish Museum, Southampton (NY) e alla XV Quadriennale di Roma, alla 5. Biennale di Liverpool. Nel 2009 è la volta della 11. Biennale di Istanbul, della seconda Biennale di Atene, della quarta Biennale di Praga e della partecipazione al Padiglione Italia, con Collaudi, per la 53. Mostra Internazionale dÂ’Arte La Biennale di Venezia. Nel 2011 espone allÂ’Hammer Museum di Los Angeles allÂ’interno della collettiva When in Rome, e alla terza Thessaloniki Biennale in Grecia, mentre nel 2012 partecipa alla 9. Shanghai Biennale e alla mostra Double Take, in occasione della seconda Mardin Bienali, in Turchia. Nel 2013 viene premiato dallÂ’Inside-Out Art Museum di Pechino; nel 2014 -sempre a Pechino- presenta la personale Manfredi Beninati. Nature is a Theatre, al Miniature Museum. Nel 2016 partecipa alla collettiva Dall'oggi al domani. 24 ore nell'arte contemporanea al MACRO di Roma e alla mostra La torre di Babele, al Museo Pecci di Prato. EÂ’ attualmente in corso la sua personale alla Galleria Poggiali dal titolo Domenica dieci dicembre 2039. Da alcuni anni vive e lavora a Palermo, a Roma e a Los Angeles. Nel 2010 – insieme alla madre, lÂ’Avv. Carla Garofalo - ha fondato lÂ’Associazione Flavio Beninati che ha sede a Palermo.
www.manfredibeninati.com
Il Museo Civico di Castelbuono desidera ringraziare lÂ’Avv. Carla Carofalo e lÂ’Associazione Flavio Beninati di Palermo. Inoltre, si ringrazia per la preziosa collaborazione: la Fondazione MAXXI di Roma, la Fondazione la Quadriennale di Roma, la Galleria Lorcan OÂ’Neill di Roma, la Galleria Francesco Pantaleone di Palermo e la Galleria Poggiali di Firenze. Infine si desidera ringraziare Francesco Galvagno e ElenkÂ’Art per il sostegno alla promozione delle attività culturali del Museo Civico e per lÂ’impegno nella diffusione dellÂ’arte contemporanea.
INFORMAZIONI:
Mostra: Manfredi Beninati
Inaugurazione: SABATO 10 DICEMBRE 2016 - ORE 17.00
Periodo espositivo: 11 dicembre 2016 - 6 marzo 2017
Orario dÂ’apertura invernale: lunedì e mercoledì: 09.30 – 13.00; martedì, giovedì e venerdì: 09.30 – 13.00 / 15.30 – 19.00; sabato e domenica: 10.00 – 13.30 / 15.30 – 19.00
Biglietto: intero € 4,00; ridotto € 2,00 (adulti oltre i 65 anni e ragazzi dagli 8 ai 18 anni, scolaresche e gruppi superiori a 12 persone); omaggio per bambini di età non superiore a 7 anni.
Indirizzo: Museo Civico di Castelbuono, P.zza Castello – Castelbuono (PA), Italia
Telefono: 0921-671211
Sito web: www.museocivico.eu
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