"Fotografare" è un’attività creativa, perché esige l’abilità di un giudizio visivo e percettivo, che non è solo apporto dell’intelletto successivo all’azione del fotografare, ma componente essenziale dell’atto stesso del fotografare.Quanti fotografi, tuttavia, sanno affermare la propria coscienza del giudizio visivo e percettivo?E decifrarlo e formularlo?
A questa domanda, molti restano disarmati, è invece compito di ogni artista svelare l’atto creativo volgendo indietro lo sguardo e facendo ricorso alla storia dell’arte e di conseguenza alle prime manifestazioni artistiche. L’uomo “arcaico” ricerca la bellezza e la perfezione e osservando la natura, prova ad imitarla. Mimesi.Termine che acquista significato nell’estetica aristotelica, in cui l’imitazione della forma ideale della realtà, trova la sua radice su un registro superiore, in cui l’operare dell’artista è concezione e concetto profondamente legato alle idee trascendenti insieme alla riproduzione sensibile del quotidiano e naturale.
Per procedere all’atto stesso i nostri fotografi hanno cercato attraverso le forme moderne e contemporanee, le geometrie naturali, artificiali e ricreate.Punti, rette, piani, oggetti, frammenti e colori sono tutte preposizioni che rivediamo riflesse in questi scatti.
Il grande poeta Isidore Lucien Ducasse, Conte di Lautréamont, pseudonimo con la quale scriveva i suoi versi, nei suoi Canti di Maldoror: “Aritmetica! Algebra! Geometria! Grandiosa trinità! Luminoso triangolo! Colui che non vi ha conosciute è un insensato! Meriterebbe la prova dei massimi supplizi; (…) ma colui che vi conosce e vi apprezza non vuole più nulla dei beni della terra; si accontenta dei vostri magici piaceri e, portato dalle vostre ali scure, altro non desidera che d’elevarsi, con volo leggero (…) verso la volta sferica dei cieli”.
“ GEOMETRIE ” prende ad esempio le armonie della storia. Con linee, volumi e sezioni si è formato il patrimonio dell’uomo in ogni scienza a cui egli è legato, dalla matematica alla biologia, dall’astronomia all’architettura e dalla medicina all’aritmetica.
Indagare quali sono gli ingredienti psicologici che motivano gli artisti e quali sono gli elementi del processo visivo che partecipano alla creazione, come alla contemplazione dell’opera, vuol dire scegliere “cosa" osservare, o in realtà, ritornare all’indagine stessa.Per "creare" - in tal senso - l’immagine fotografica perfetta, non occorre essere un matematico, un architetto o un astronomo: ma niente può essere indispensabile quanto il suggerimento che la natura ci offre.Ricreare il formalismo della realtà include tutti quei risvolti e moduli strutturali che legano geometricamente: equilibri, spazi, luci, colori, forme e movimenti, elementi essenziali che ci fanno approdare a molteplici soluzioni dell’arte, dalla più antica e arcaica sino ad arrivare ai nostri giorni.Teorie e strade che tracciano il dissolvimento dell’ordine nel disordine e viceversa, ovvero il caos che volge all’ordine.Con questo presupposto le fotografie in mostra ci evidenziano i pilastri della nostra cultura e della ricerca psicologica delle contraddizioni.
Nessun giudizio estetico di conseguenza può reclamare l’esposizione di Bartolo Chichi Art e Photo Gallery, in collaborazione con Vinoverso e i suoi allievi Piero Accardo, Clara Bonaccorso, Daniela Bruno, Antonio Di Cristofalo, Maria Concetta Di Matteo, Maria Luisa De Luca, Davide Feo, Marco Lapis, Laura Lupo, Raffaella Mallaci, Gianluca Milazzo, Valentina Raspanti, Claudia Russo e Iginio Saeli, se non quello, di voler volgere gli sguardi verso la volta sferica del cielo, perché: “cari spettatori, o gli astri sono grandi geometri, o sono stati disposti da un eterno geometra”, con questo eufemismo di Voltaire, vi invitiamo ad osservare i risultati di ampi e molteplici atti ed esercizi creativi.
Maria Rita Chichi
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