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Novembre 2024
eventiesagre.it
Novembre 2024
Numero Evento: 21161617
Eventi Mostre
Parma E Il Mondo Nelle Fotografie Di Carlo Bavagnoli
Un Omaggio A Carlo Bavagnoli
Date:
Dal: 01/04/2017
Al: 28/05/2017
Dove:
Logo Comune
Strada Al Ponte Caprazucca, 4
Emilia Romagna - Italia
Contatti
Fonte
Ufficio Stampa Studio Esseci
Evento Passato! Per aggiornamenti: segnalazione@eventiesagre.it
Scheda Evento
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Parma E Il Mondo Nelle Fotografie Di Carlo Bavagnoli

Un Omaggio A Carlo Bavagnoli

Da Sabato 01 Aprile a Domenica 28 Maggio 2017 - dalle ore 18:00
Palazzo Bossi Bocchi - Strada Al Ponte Caprazucca, 4 - Parma (PR)

Parma E Il Mondo Nelle Fotografie Di Carlo Bavagnoli - Parma

Inaugurazione
Venerdì 31 marzo, ore 18.00
Parma, Palazzo Bossi Bocchi


Fondazione Cariparma propone, nella sue sede di Palazzo Bossi Bocchi, un omaggio a Carlo Bavagnoli, fotografo di fama internazionale che nel 2000 ha generosamente donato alla stessa Fondazione il suo prezioso archivio (29.385 tra provini, positivi, diapositive e negativi) oltre alla corposa raccolta di 1.500 tra rari libri e riviste internazionali di fotografia.

La mostra Parma e il Mondo nelle fotografie di Carlo Bavagnoli giunge a completamento del lavoro di riordino, catalogazione e digitalizzazione dell’Archivio Carlo Bavagnoli; fondo che, per completezza e interesse storico e documentario, oltre che artistico delle immagini, è di rilievo internazionale: 2.445 sono le schede di catalogo e relativa digitalizzazione, suddivise in 34 argomenti che rispecchiano scrupolosamente le scelte e l’ordine voluto da Bavagnoli stesso.

Ad essere proposta nella sale di Palazzo Bossi Bocchi è una selezione ragionata di questo immenso, importantissimo patrimonio; immagini scelte per “raccontare” la carriera di Bavagnoli: le sue erano foto “che non avevano bisogno di una didascalia per essere capite... che sapevano imporsi per la loro forza emotiva, per il loro rigore assoluto”, com’era nella filosofia di LIFE. Alta professionalità mischiata a sublime invenzione, la sua. Nessuna ideologia, ma solo la forza dell’immagine, in una alternanza di toni leggeri e racconti dolorosi. “Bavagnoli si rivela fondamentalmente il fotografo del racconto umano, quello capace di suscitare emozioni. Racconto al quale egli stesso partecipa vivendo pienamente ogni singola esperienza, lasciandosi trasportare in un pieno coinvolgimento e restituendo immagini che, nella complessa articolazione della sequenza, si caratterizzano per una esplicita tensione narrativa in grado di restituire tutta la verità e la spontaneità dei fatti”, annota Rita Ladogana in uno studio a lui dedicato.

La prima delle due sezioni della mostra propone una potente sequenza di fotografie originali stampate dal Bavagnoli stesso (gentilmente prestate da Orazio Tarroni delle Grafiche Step): sono quelle da lui selezionate per la stampa, nel lontano 1961, di un volume, Cara Parma, testimonianza del suo affettuoso legame col capoluogo emiliano; frutto del clima culturale che ha caratterizzato la Parma degli anni ‘60-‘70 (ricordando le frequentazioni di Bavagnoli con Roberto Tassi, Attilio Bertolucci e Pietrino Bianchi) fu in assoluto il primo volume di foto d’autore riservato ad una città italiana. Il volume venne pubblicato grazie alla lungimiranza di Pietro Barilla.
Le immagini di Cara Parma, saranno poi riprese l’anno seguente sia da LIFE sia dal Times londinese, decretando la fama internazionale di Bavagnoli.

La seconda sezione dell’esposizione propone una galleria di scatti (alcuni dei quali sono ormai entrati nell’immaginario collettivo) che ripercorrono la straordinaria attività di Bavagnoli in ogni parte del mondo grazie alla collaborazione, l’unico fra i fotografi italiani, con la prestigiosa rivista americana LIFE.
Pochi come lui hanno saputo cogliere situazioni e protagonisti, dalla gente di Trastevere al racconto della terra emiliana, dai reportage negli Stati Uniti ai grandi momenti della storia (l’apertura del Concilio Vaticano II, la morte di Giovanni XXIII) sino alla serie dei “ritratti” che raccontano il XX secolo attraverso i suoi protagonisti (da Gadda a Bertolucci, da Visconti a Maria Callas e Bernstein). Immagini la cui “anima” è data anche dall’ardita sperimentazione di nuove tecniche fotografiche, dalla doppia esposizione, ai filtri, agli scatti macro.

La mostra vede esposti anche i numerosi libri di Carlo Bavagnoli: Gente di TrastevereVerdi e la sua terraIl romanico e le Valli PiacentinePiacenza nelle sue stagioniArmonieCostantino Nivola, ritorno ad ItacaSardegna 1959: l’Africa in casaImmagini anni ’60Archivio fotografie libri.
La mostra è corredata da un catalogo (Grafiche Step editore) che ripropone il testo di Attilio Bertolucci scritto in occasione della ristampa del 1993 di Cara Parma, oltre ai saggi di Corrado Mingardi e dell’équipe che ha curato il progetto di catalogazione, Silvia Alvarez, Elisa Bini, Antonella Ramazzotti.

L’evento è inserito nel calendario delle celebrazioni per i 2200 anni della fondazione della città di Parma.

Eventi collaterali alla mostra saranno conferenze a tema e visite guidate il cui calendario sarà consultabile sul sito www.fondazionecrp.it
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Mostra
“Parma e il Mondo nelle fotografie di Carlo Bavagnoli”
Palazzo Bossi Bocchi (Strada al Ponte Caprazucca, 4 – Parma)
dal 1° aprile al 28 maggio 2017 
- Inaugurazione Venerdì 31 marzo 2017, ore 18
A cura di Carlo Bavagnoli, Corrado Mingardi, Francesca Magri, Orazio Tarroni
Organizzazione: Fondazione Cariparma in collaborazione con Artificio Società Cooperativa


INGRESSO GRATUITO

Giornate di apertura e orari:
martedì e giovedì 15.30 – 18.00
sabato e domenica 10.00-12.30; 15.30-18.00
16 aprile chiuso
per informazioni e prenotazioni: 

museo@fondazionecrp.it; guide@fondazionecrp.it

Nelle giornate di apertura della mostra sarà possibile visitare le Collezioni d’Arte della Fondazione Cariparma. 


In occasione della grande mostra "Parma e il Mondo nelle fotografie di Carlo Bavagnoli" a Parma, Palazzo Bossi Bocchi (1° aprile – 28 maggio 2017), due importanti conferenze

giovedì 27 aprile
"Con gli occhi del fotografo: Carlo Bavagnoli e il racconto umano", a cura di Antonella Ramazzotti;


Fin dagli esordi della sua carriera, Carlo Bavagnoli, unico fotografo italiano assunto da Life, ha espresso il proprio interesse nei confronti di una fotografia e di un fotogiornalismo che fossero fortemente documentari, rivelandosi da subito il fotografo del racconto umano.
Osservando i negativi e i provini donati dallo stesso fotografo alla Fondazione Cariparma nel 2000, l’attitudine di Bavagnoli per la sequenza narrativa si rivela ancora più forte e significativa, tanto da indicargli ogni volta la strada da intraprendere nella ricerca dello scatto e nell’affrontare gli assignements di Life.
I provini e i negativi danno la possibilità di rivivere e ripercorrere con gli occhi del fotografo una ricerca ed un processo creativo-meditativo che inizia con l’assegnazione di un argomento e termina con la scelta delle immagini più significative, da pubblicare nelle pagine di una delle più importanti riviste del XX secolo, per raccontare la Storia.

martedì 2 maggio
“Carlo Bavagnoli, il fotogiornalismo italiano fra gli anni del dopoguerra e il boom economico e l’esperienza di Life” di Uliano Lucas


L’intervento si concentra sulla rinascita di una stampa democratica dopo la dittatura fascista e sull’importanza in essa rivestita dalla fotografia. Ragiona sulla popolarità del rotocalco, sull’organizzazione del sistema dell’informazione fra il dopoguerra e il boom economico, sul formarsi di nuove agenzie fotografiche e nuovi professionisti e soprattutto di una nuova generazione di autori che, nel clima delle libertà ritrovate, scoprono nella fotografia uno strumento di racconto e di indagine sociale. In questo contesto analizza la figura di Carlo Bavagnoli e la sua produzione fotografica, riflettendo sulle peculiarità del suo stile e della sua visione della fotografia. Ripercorre il periodo degli inizi al bar Jamaica, insieme a Mario Dondero e Ugo Mulas, con i primi reportage su Cinema nuovoSettimo giorno e L’Illustrazione italiana, e poi gli anni romani, con le frequentazioni dei fotografi della Realfoto e del gruppo de L’Espresso, la collaborazione a Epoca e il lungo reportage su Trastevere, fino ai viaggi negli Stati Uniti e all’assunzione a Life, che gli apre nuove possibilità di racconto e di sperimentazione anche sul piano delle tecniche fotografiche.

Nato a Milano nel 1942 da una famiglia operaia, Uliano Lucas cresce nel clima di ricostruzione civile e intellettuale che anima il capoluogo lombardo nel dopoguerra. Ancora sedicenne, frequenta l’ambiente di artisti, fotografi e giornalisti che vivevano allora nel quartiere di Brera. E qui, durante le interminabili discussioni ai bar Genis e Giamaica con grafici, disegnatori, intellettuali e artigiani della vecchia Milano, ma anche con i fotografi Ugo Mulas, Mario Dondero, Alfa Castaldi, e Carlo Bavagnoli, decide di tentare la via del fotogiornalismo, ravvisandovi, uno strumento di impegno civile e insieme una professione indipendente, libera dalle costrizioni, viatico per quella scoperta di mondi diversi che infatti caratterizza poi tutta la sua esistenza.
Comincia raccontando le atmosfere della sua città, la vita e i volti degli scrittori e pittori suoi amici, ma anche i nuovi fermenti nella musica e nello spettacolo. Poi arriva il coinvolgimento nelle riflessioni politiche scaturite dal movimento antiautoritario del ’68 e l’impegno in una lunga campagna di documentazione sulle realtà e le contraddizioni del proprio tempo: l’immigrazione in Italia e all’estero, la distruzione del territorio legata all’industrializzazione, le proteste di piazza degli anni ’68-’75, il movimento dei capitani in Portogallo e le guerre di liberazione in Angola, Eritrea, Guinea Bissau, seguite per riviste come TempoVie nuoveJeune Afrique e Koncret o per iniziative editoriali diventate poi un punto di riferimento per la riflessione terzomondista di quegli anni.
Negli anni ’60 e ’70 collabora con testate come Il MondoTempoL’EspressoL’EuropeoVie nuoveLa StampaIl manifestoIl Giorno, o ancora con TempimoderniAbitareSe – Scienza e Esperienza e con tanti giornali del sindacato e della sinistra extraparlamentare. A servizi sull’attualità e sul mondo dell’arte e della cultura, alterna reportage, che spesso sfociano in libri, su temi che segue lungo i decenni: dalle trasformazioni del mondo del lavoro, alla questione psichiatrica. Racconta le nuove forme d’impegno del volontariato degli anni ’80 e ’90, le iniziative del Ciai (Centro italiano per l’adozione internazionale) in India e in Corea e le realtà della cooperazione in Africa. Durante la guerra jugoslava vive e restituisce in immagini le tragiche condizioni di esistenza della popolazione sotto assedio.
Nei primi anni ’90 collabora intensamente con la rivista King, con il Corriere della Sera e il suo supplemento Sette ed è coinvolto nelle inchieste sulla Grande Milano di Repubblica. Su questa testata pubblica diversi reportage sulle architetture e gli spazi di Milano e del suo infinito hinterland che si inseriscono in un lavoro mai interrotto sul cambiamento del territorio come specchio delle trasformazioni nell’economia e nel tessuto socio-culturale italiani.

La chiusura, fra gli anni ’80 e i ’90, della maggior parte dei giornali con cui collabora e i cambiamenti nel sistema dell’informazione e della produzione e distribuzione della notizia, lo portano a diradare nell’ultimo quindicennio le corrispondenze giornalistiche per dedicarsi a inchieste di ampio respiro condotte insieme a giornalisti, sociologici e storici. Ne sono un esempio il racconto dei primi anni ’90 sui centri di recupero per tossicodipendenti a Torino, la documentazione degli stessi anni sulla difficile riconversione industriale nel ponente genovese, o il reportage sulle carceri di San Vittore e Bollate, realizzato per la Triennale di Milano. Degli ultimi anni sono anche il libro Scritto sull’acqua, in cui le sue immagini sulle popolazioni borana dell’Etiopia meridionale, dialogano con il racconto letterario di Annalisa Vandelli, e la lunga indagine sul territorio di Bari e sulla devozione a Padre Pio, in cui Lucas rinnova, con uno stile che riflette i cambiamenti del tempo, l’impegno di conoscenza e analisi e la capacità narrativa ed evocativa che lo hanno da sempre contraddistinto.



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    Data ultimo aggiornamento pagina 2017-04-28 15:19:06
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