Mercoledì 21 giugno, alle ore 19, in occasione del finissage della mostra Dark Water, di Sandra Binion, la galleria Passaggi è lieta di ospitare Libere Presenze di Beatrice Speranza, un ciclo di opere fotografiche concepite come omaggio a Pia Pera e al suo meraviglioso giardino, il quale è stato anche una delle fonti di ispirazione della mostra di Sandra Binion.
Sandra Binion ha dedicato la mostra Dark Water, incentrata sull’idea di Giardino dell’Eden e sulle conseguenze della perdita dell’innocenza, a due giardini che sono stati per lei particolarmente significativi, quello di sua madre e quello di Pia Pera. L’opera fotografica Dark Water, che dà il titolo alla mostra, è stata scattata proprio nel giardino di Pia Pera.
Beatrice Speranza racconta di aver iniziato a lavorare al suo progetto Libere Presenze subito dopo aver letto l’ultimo libro di Pia Pera, Al giardino ancora non l’ho detto: «Avevo scattato alcune foto durante la mia prima visita al giardino nel 2015, quando Pia si offrì di scrivere un testo per una mostra mia e della floral designer Emy Petrini, Il tempo sospeso. Letto il libro, chiamai Pia, le mostrai alcuni degli scatti con i miei ricami e concordammo insieme di chiamarle Libere Presenze».
Il fil rouge che lega i progetti delle due artiste - entrambe grandi ammiratrici di Pia Pera, che a sua volta ha scritto recensioni sui loro lavori - sarà oggetto di approfondimento nel corso dell’incontro, che sarà accompagnato dalla lettura di brani tratti dall’ultimo libro di Pia Pera Al giardino ancora non l’ho detto. Testimonianza struggente e al contempo lieve del decorso di una malattia ineluttabile, il libro è una sorta di testamento esistenziale e intellettuale permeato dalla grande passione della scrittrice per i giardini e per la loro capacità di rappresentare potenti metafore della condizione umana, in grado di metterci in contatto con una “immagine miniaturizzata del creato”, con un “mondo fluttuante di trasformazioni continue”.
Il progetto Libere Presenze si colloca in un originale percorso di ricerca avviato da Beatrice Speranza a partire dal 2013, in cui la forma meditativa del ricamo incontra la fotografia. Benedetta Donato, nota critica fotografica, ha evidenziato come «Le fitte trame intessute nelle fotografie appaiono come improvvise visioni che vanno a ridefinire le immagini stesse, esaltandone i particolari, rendendole opere uniche, volutamente proposte in un formato contenuto, che conduce lo spettatore a una visione più ravvicinata e intima, facendolo entrare in una dimensione più contemplativa … in queste trame è possibile individuare tracce di quelle Presenze che danno il titolo al progetto artistico, prova di interazione tra manualità e saper fare differenti che qui dialogano con sorprendente equilibrio e inaspettata vitalità»
Beatrice Speranza nasce a Lucca e si laurea alla facoltà di Architettura a Firenze. Gli studi contribuiscono a far crescere la sua passione per l’immagine e la composizione che, unite alla sua sensibilità, fluiscono spontaneamente nella fotografia. Le intuizioni di Beatrice Speranza nascono dall’osservazione del reale, dal desiderio di documentare mondi a noi quotidiani, che a sua volta guardiamo di sfuggita e che stanno subendo cambiamenti a volte drastici (La casa dei libri, Portiere! Portiere! e Santi e Maddalene). La sua forte curiosità la porta a cimentarsi in diverse collaborazioni e sperimentazioni artistiche nel design, nella grafica e nel video. Con una ricerca intima e personale, negli ultimi anni Beatrice sente la necessità di un ritorno all’artigianalità e contamina le sue immagini con interventi manuali come ricami in filo di lana (Presenze) o immergendole sotto strati di paraffina (Santi e Maddalene) o sotto una leggera velatura di cera d’api (La pienezza del vuoto). Dal 2010 inizia a esporre i suoi lavori di fotografia e di design in diversi spazi espositivi, sia in Italia sia all’estero.
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