“Usiamo la mente per ordinare agli occhi di osservare e alle mani di fare facendo rinascere l’apparentemente irrecuperabile”.
Questa frase sintetizza molto bene quello che amo fare.
Ho sempre amato creare ed ho sempre odiato buttare, anche se la parola “odio” non fa proprio parte del mio essere. Per “sempre” intendo fin da bambina. Una bambina cresciuta in una piccola fattoria a contatto quindi con materiali naturali da cui era normale tirar fuori giochi come archi, casette per i gatti, slitte, aerei e molto altro.
Proprio nelle campagne di un piccolo centro della provincia romana, tra la soffocante guida di un padre padrone e la confortante compagnia delle anime gentili di cani, gatti ed alberi, ho scoperto che, visto il non potermi esprimere con parole parlate, potevo farlo tramite la parola scritta e le mani, iniziando così a creare e creare. Creavo soprattutto per me stessa, per non soffocare, per non morire, e poi regalavo. Ho regalato tutte le mie creazioni perché mi faceva star bene il donare, il saper di poter dare al mondo qualcosa di bello in contrasto alle brutture che vivevo.
Lo farei ancora e lo faccio appena posso.
Questo fino a quando, avendo perso di nuovo il lavoro, e dovendo sfamare due figli, è uscita l’idea di poter vendere le mie creazioni. Cosa creare però con quello scopo? Cosa poteva avere un pezzo di me e nello stesso tempo piacere così tanto agli altri dal farglielo comprare? Questa era la ‘domanda chiave’.
In quegli anni, finalmente, iniziò ad andare di moda la straordinaria idea che si potessero riciclare cose apparentemente irrecuperabili: eccomi! Per me era cosa scontata e potevo avere una possibilità di farcela.
L’idea delle mie attuali creazioni nacque mentre guardavo su internet con ammirazione alcuni oggetti ricavati dai contenitori di plastica, pensando però che gli mancasse qualcosa. Un paio di giorni dopo, trovandomi di nuovo con l’uncinetto in mano mi si accese l’idea di poter unire le due cose. Le mie fantasie iniziarono a prendere corpo e ne uscirono così i primi porta-monete.
Ho iniziato a vendere le mie creazioni ai vari mercatini dell’artigianato cercando di unire la ‘domanda chiave’ con i miei gusti: cosa non affatto facile. Seguendo successi e sconfitte ho evoluto e perfezionato la mia tecnica creando sempre nuovi ‘porta’ qualcosa: porta-monete, porta-ciuccio, porta-biberon, porta-buste, porta-occhiali, porta-sigarette, porta-tovaglioli, porta-fortuna. Sono poi arrivata a borse, decorazioni per natale e presepi fino ai primi oggetti il cui unico scopo era dare bellezza e scaldare il cuore.
Nel frattempo i mercatini mi hanno dato la possibilità di conoscere persone che mi apprezzavano e arrivò anche il mio primo vero lavoro: fare la Tata di un bimbo. Ora, avendo uno stipendio, tornò di nuovo la possibilità di creare per me stessa senza doverlo fare per vendere. Sono così nati i primi quadri e le lampade.
Un’amica ha apprezzato talmente tanto le mie creazioni dal chiedermi di esporle nel suo locale di Roma. Ci volle un anno intero di preparativi ma la mia prima mostra finalmente ebbe inizio nel novembre 2016 con grande emozione e soddisfazione. A dicembre dello stesso anno conobbi l’associazione che mi diede la possibilità di realizzare la seconda mostra realizzatasi nel Giugno c.a.
Nello scorso maggio poi, tra l’euforia dei preparativi nacquero i fiori che ebbero grande successo.
La prossima mostra vorrei farla nella splendida energia del Palazzo Baronale di Calcata, in un weekend della prossima primavera in base alle vostre prenotazioni.
Potete trovare tutte le foto delle mie creazioni sulla pagina facebook “Fantasie Riciclate”.
Gina Marcantonini
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