Domenica 24 Giugno 2018 alle ore 18.30 presso il Margaret Cafè, in Via V. Madonia 93 a Terrasini (PA), sarà inaugurata la mostra di pittura di Antonella Affronti intitolata “Sorsi di mare”. Presentano Vinny Scorsone ed Evelin Costa. La mostra, visitabile tutti i giorni dalle 9:00 alle 23:00 fino al 12 Luglio, è promossa e curata dall’Associazione Asadin ed Evelin Costa, con testi di Vinny Scorsone e di Evelin Costa.
Antonella Affronti nasce e opera a Palermo. Inizia la sua attività nel 1981, da un'indagine del reale con impronta vagamente impressionista per opere che si distinguono come “fluttuazioni dello spazio e della luce”. Nel ciclo “Trasparenze” ( ‘94 – ‘97 ) la sintesi coloristica si fa più consapevole, le pennellate si allungano il tratto si assottiglia indagando i soggetti più da vicino. Dal 1999 al 2006 è il ciclo degli “ Spiragli, Abissi d'energia , Fluide armonie , Vibranti policromie” ; qui le pennellate diventano nastri che avvolgono , il colore si fa corposo il soggetto pretesto per addentrarsi nella materia. Tra il 2007 – 2016 vengono acquisite sue opere dalla Pinacoteca di Chateau Des Rèaux in Chouzè sur Loire ( Francia ); dalla Fondazione La Verde - La Malfa in San Giovanni La Punta (CT), dalla Pinacoteca del Castello in Carini (PA), dal Museo Diocesano di Monreale, dal Museo degli Angeli, Sant’Angelo di Brolo (ME), dall’Istituzione Francesco Carbone Ficuzza (PA ), dalla Curia Arcivescovile (PA). Fino al 2009 sono le “Mutazioni” forme che non trovano pace, che ardono di impeto. Nel 2009 alla fondazione La Verde - La Malfa è la performance per l'opera Solstizio d'estate, e la partecipazione al Graffiti Dey con il totem “Mutazioni della pietra”. Sono del 2011 le mostre “Made in Sicily” a Catania e a Palermo. Del 2015 la sua monografia in occasione della mostra “Diario segreto” alla Galleria Studio 71, Palermo. E’ del 2018 per la mostra “le opere di misericordia” l’acquisizione di “dar da mangiare agli affamati” all’arcivescovo di Palermo che farà itinerare questa mostra attraverso le chiese più belle di Palermo e non solo, tra cui la Cappella Palatina.
Sue opere figurano in Italia e all’estero presso collezionisti e musei.
Di Evelin Costa
Antonella Affronti realizza una serie di opere pittoriche dedicate al mare che la stessa artista definisce “schegge o scatti” che immortalano momenti di gioia e relax vissuti al mare. Il mare è metafora di infinito, sia nella sua dimensione spaziale che temporale. Si fa simbolo universale della vita, è illimitato, immenso, in continuo movimento ed evoluzione e al contempo riesce a portare alla luce flash temporali, ricordi, speranze, memorie di vita vissuta. Anche durante “gli inverni dell’animo”, in cui tutto sembrerebbe statico ed immutabile, bastano questi frammenti visivi e mnemonici, basta il ricordo della voce del mare, il fruscio del vento caldo d’estate che sfiora la pelle, basta l’immagine di un’onda tumultuosa e vitale che si infrange sugli scogli per far emergere sentimenti sopiti o semplicemente il desiderio di bellezza e gioia che sono insiti nell’essere umano.
E’ il mare, anche quando non c’è. Quel mare che rimane appiccicato nell’animo come la sabbia asciutta sulla pelle che non riesce a scivolare più via. Sete di mare, una sensazione quasi urgente, solo “sorsi e sorsi di mare” possono placarla. Quell’assenza/presenza che è come l’attesa di un amore, un legame indissolubile. Il mare è un grande amore per chi sa ascoltarlo in profondità e sa trovare in esso fonte inesauribile di vita, ispirazione e soprattutto per chi sa e vuole difenderne l’essenza e l’esistenza. Perché il mare può essere anche metafora di natura ferita e depredata, di bellezza sfigurata dall’incuria, di rigogliosità depauperata da chi ha solo interessi personali o di potere. Il mare è diventato tomba per vittime innocenti, letto di fiori recisi posti da chi non vuole dimenticare che la vita è sempre la priorità. Il mare è apparso cattivo quando ha voluto riprendersi la terra che gli è stata tolta, quando gli alberi abbattuti non sono stati più capaci di contenerne la forza dirompente, quando ha avvelenato i suoi frutti perché i fiumi avvelenati di scorie di ogni tipo lo hanno imputridito. Il mare ha travolto case, persone e animali e da vittima si è fatto carnefice, ma non è nel mare che dimorano le colpe di questa violenza, ma nelle menti di chi non ha saputo o voluto prendersene cura. L’artista nelle sue opere non mostra mai le brutture compiute sul mare o dal mare, ma solo la bellezza che rischia di essere negata. Tuttavia i supporti utilizzati, che sono elementi di riciclo lavorati con un’imprimitura ruvida, ostica, fanno intuire la volontà di esprimere, oltre la bellezza, gli ostacoli posti ad essa dall’uomo. Una pittura materica che vuole rappresentare un disturbo alla perfezione, solchi e rilievi evidenziano le asperità che non rendono la sua bellezza classica, ideale, ma ne esprimono la problematicità, la crisi, il suo essere viva, in fieri ed anche, purtroppo, a rischio.
Si susseguono fermimmagine che riportano all’infanzia, spiagge affollate ed assolate, ombrelloni che proteggono dai raggi del solleone la pelle abbronzata di bambini e adulti immersi nelle loro attività balneari: la lettura di un libro, la realizzazione di un fossato o di un castello di sabbia, abbracci, il semplice stare insieme in riva al mare, lo svago di una famiglia. Sono immagini che fanno venire in mente il boom economico, “l’estate italiana”, gli anni ’70 e ‘80, ma anche alcuni momenti di oggi, quando le famiglie dopo un anno di lavoro riescono ancora a godersi l’agognata vacanza o una domenica in una spiaggia libera non troppo lontana da casa.
Antonella Affronti mette in scena i panorami più belli della costa siciliana, le scogliere di Cala Rossa a Terrasini, le saline di Trapani o Marsala, le spiagge dorate, le barche che con i loro colori vivaci pennellano il mare dei porticcioli nostrani, un’isola lontana e gorghi nel mare, albe o tramonti, onde lievi che parlano, luci riflesse. E ci rispecchiamo nel vederci solitari a leggere un libro in riva al mare o a fare una corsa verso l’infinito. E tutto ciò ci pone una domanda: “Perché rinunciare a preservare tutto questo? Perché rischiare di perdere o disperdere una bellezza naturale, umana, intima e collettiva?”. Possiamo ancora amare noi stessi, la natura ed anche la vita e quello che emerge da queste opere è proprio l’amore per la vita, unica speranza salvifica.
Di Vinny Scorsone
… e in spiaggia mi culla il suono della risacca sovrastato dal chiacchiericcio della gente, dalle urla divertite dei bambini, dalla voce dei venditori ambulanti mentre il sole scotta la mia pelle, arroventa la sabbia e l’aria si riempie del profumo del mare e delle creme solari.
La mia mente viaggia, desidera la quiete e la gioia nel caos della vita quotidiana.
Mi abbandono e l’anima parla alla carne, alle ossa e traccia pennellate a me note spingendomi in mari ora tranquilli ora agitati. Sto ferma nel mio studio, ma la mia mente viaggia e mostra, al mio Io stanco, immagini-balsamo in grado di lenire la mia angoscia.
Un profondo senso di pace traspare dalle opere realizzate da Antonella Affronti per la mostra “Sorsi di mare” esposta al Margaret Cafè di Terrasini.
Tanti piccoli dipinti ricompongono una visione di insieme che ben si presta alla citazione, nel titolo dell’esposizione, di una frase di Virginia Woolf estrapolata dal suo libro “La camera di Jacob” (Un sorso di mare in una coppa perde il suo lume non altrimenti che una seta). Non di “sorso” si discute, però, in questo caso, bensì di sorsi, poiché le “percezioni” sono molteplici. Se una fugace sensazione di purezza e l’intuizione di un’idea di bellezza, percepibile ma non palese, erano le “scintille rivelatrici” descritte dalla scrittrice inglese, quelle stesse “intuizioni” sono state recepite ed utilizzate dalla pittrice palermitana per la sua ultima produzione. Antonella Affronti ci narra, per flussi di coscienza e a piccoli sorsi, ciò che la sua anima ha percepito. Sono frammenti che ricostruiscono un bisogno di fuga dai “marosi” della vita e mostrano all’osservatore tanti spaccati di quotidianità scevri da messaggi farraginosi o attagliati semplicemente al nostro tempo. Sono momenti semplici di vita, i suoi, incorniciati da luoghi cari alla memoria. Un modo per sognare altri luoghi ed altre esistenze e per tuffarsi, almeno col pensiero, in questo nostro mare, interiore e fisico, in cui la coscienza si mischia e si fonde con la realtà.
30 maggio 2018
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