MOSTRA ''GIORGIO OPRANDI. LO SGUARDO DEL VIAGGIATORE''
Dal 30 giugno al 9 settembre all’Accademia Tadini la mostra che racconta i viaggi e le opere di Giorgio Oprandi: l’artista che ha fatto conoscere l’Africa coloniale.
In mostra a Lovere anche la vettura che lo ha accompagnato in tutti i suoi viaggi.
Sembra di vederlo: un viaggiatore solitario tra deserti, città e colonie d’Africa con la sua Fiat 503 modificata dotata di cucina, camera, e all’occorrenza in grado di ospitare anche una barca, contenente tutti gli strumenti del mestiere come colori, pennelli e tele. Giorgio Oprandi, pittore ed esploratore bergamasco nato a Lovere, è stato il capofila degli artisti che, agli inizi del ‘900, hanno dipinto paesaggi e abitanti dei possedimenti italiani d’Oltremare.
A lui, l’Accademia Tadini di Lovere dedica una mostra dal titolo “Lo sguardo del viaggiatore” aperta dal 30 giugno al 9 settembre. Un progetto a 360 gradi che racconta le opere e ai viaggi dell’artista: dai lavori giovanili tra Bergamo, Roma e Milano al ruolo di “pittore delle colonie”, dalla visita in Albania fino all’ultimo periodo dedicato ai paesaggi lacustri del Sebino e alle vedute di Bergamo.
Ma non solo: all’Accademia, per i più curiosi, la possibilità di vedere dal vivo la “casa viaggiante” costruita dallo stesso Oprandi nel 1927 e con la quale il pittore di Lovere ha viaggiato fino agli anni ‘50. In programma poi diversi eventi serali collaterali (dalle visite guidate ai reading) dedicati a “Lo sguardo del viaggiatore” all’interno della rassegna estiva “Un’estate di sere incantate”.
La mostra, promossa e organizzata dall’Accademia Tadini e dal Comune di Lovere in collaborazione con lo Studio d’Arte San Tomaso a Bergamo e della Quadreria dell’800 di Milano è stata curata da Silvia Capponi e Marco Albertario.
“E’ una proposta culturale che trova forti radici nel territorio per legarsi al centenario della fine della Prima Guerra Mondiale - spiega Roberto Forcella, Presidente Fondazione Accademia di Belle Arti Tadini ONLUS - Il lavoro di Oprandi è più che attuale, legato alle esperienza di vita locali ed a quelle del viaggiatore che va alla scoperta di un mondo diverso da comporre sulla tela: uno sguardo che spazia dalle vette dell’Adamello per allargarsi verso i deserti africani e nello specifico al di là di quel Mediterraneo oggi in cima alle cronache per il flusso dei migranti che provengono dal Sud del mondo. In mostra c’è un’esperienza autentica unita alla ricerca del bello che dona un senso pieno alle cose rappresentate e offre una particolare occasione d’incontro durante l’estate di cultura del lago d’Iseo”.
“Una mostra antologica su Giorgio Oprandi non poteva che svolgersi a Lovere, presso l’Accademia Tadini - aggiunge Angelo Loda della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Bergamo e Brescia - Un plauso a chi quest’esposizione ha ideato e fortemente voluto: un museo rimane vivo se il suo dialogo con il territorio è fatto dalla realizzazione di progetti e proposte, frutto di una volontà di ricerca capillare ed approfondita, in una adeguata valorizzazione del proprio vissuto storico”.
“In ogni opera di Giorgio Oprandi, anche in quelle che così mirabilmente descrivono paesaggi o volti di Paesi lontani migliaia di chilometri dal nostro lago, si può riscontrare la sua “loveresità”- racconta Giovanni Guizzetti, Sindaco di Lovere - i lavori di Oprandi non potevano trovare migliore réunion se non quella messa a disposizione dall’Accademia Tadini che lo avviò, giovane talento, ad una carriera di notorietà; notorietà che più cresceva e varcava i nostri ristretti confini, più portava con sé, lontano, il nome della sua e nostra incantevole Lovere”.
La mostra nel dettaglio unisce al nucleo di opere risalenti agli anni ‘20 e ‘30 l’aggiunta di prestiti importanti: l’Accademia Carrara, il Seminario Vescovile Giovanni XXIII e l’Ateneo di Scienze, Lettere e Arti di Bergamo. Tutti integrati da significative presenze di prestiti privati, per un totale di 70 opere.
“Se nelle vedute africane di Giorgio Oprandi - nella solitudine dei deserti e negli sconfinati altipiani - c’è il suo racconto più personale e intimo di viaggiatore, nelle sue rappresentazioni delle cittadine arabe, dei mercati e degli uomini che le abitano, il suo sguardo ha un taglio etnografico, in cui il governo italiano vede uno strumento efficace di promozione delle colonie - spiega Silvia Capponi - Tanto che nel 1931, il pittore di Lovere, è stato insignito del titolo di Commendatore della Corona d’Italia su proposta del Ministro delle Colonie “per attività artistiche svolte nelle Colonie Italiane di Tripolitania, Cirenaica, Eritrea, Somalia, e nelle regioni di Algeria, Tunisia, Egitto, Palestina”.
“Una mostra in cui c’è molto di più - aggiunge Marco Albertario - c’è la sorprendente costante capacità di Oprandi di rinnovare il proprio linguaggio pittorico, con una tecnica assolutamente personale caratterizzata da una notevole libertà nella stesura pittorica sia pur nel taglio a volte “fotografico” della rappresentazione”.
Per tutti i venerdì di agosto in programma alle ore 21.15, percorsi tematici legati alla mostra; il 7 settembre appuntamento con “Il mio vagabondaggio eritreo. Aneddoti di viaggio del pittore Giorgio Oprandi”, un reading musicale a cura di Tiberio Ghitti e Matteo Fiorini.
Il catalogo della mostra, curato da Marco Albertario e Silvia Capponi, è riccamente illustrato con le riproduzioni delle 70 opere esposte a colori e 47 immagini a corredo. Il testo comprende la biografia dell’artista e approfondimenti sulla formazione e sulla fase africana, oltre alle schede delle opere in mostra. È pubblicato da Lubrina Bramani editore, Bergamo (192 pagine; prezzo di copertina 30,00 euro, in vendita in mostra a 15,00 euro).
(c) copyright 2014/2024 eventiesagre.it