Lo strepitoso viaggio sulle note della musica antica dal Vesuvio al Tamigi
Il «Barocco Festival» continua il suo percorso dedicato a Leonardo Leo sabato 2 settembre alle ore 21. Si torna a San Vito dei Normanni, nel Chiostro dei Domenicani, per un ideale viaggio «Dal Vesuvio al Tamigi» tra le arie di Leo, Porpora, Vivaldi ed Händel. Il concerto si propone di congiungere con la magia della musica le sponde nobili dell’influenza europea della Scuola Napoletana: Napoli, la città dei quattro conservatori, ha rappresentato la culla di una nuova civiltà culturale capace di effondere il suo illuminato riverbero in tutta Europa, dalle pendici del Vesuvio alle rive del Tamigi. In scena l’«Ensemble Dorico», maestro di concerto Daniela Nuzzoli.
A Napoli e nei suoi conservatori, i più antichi d’Italia, conversero musicisti da ogni angolo del Regno che a suo tempo abbracciava confini più ampi dell’attuale Sud. Qui nascevano carriere prestigiose che poi approdavano nei teatri e nelle corti di altre importanti città italiane, come Roma, Firenze o Venezia, o europee, come Parigi, Vienna o San Pietroburgo. Ma talvolta accadeva anche il contrario, e cioè che musicisti di altre parti d’Italia o dall’estero accorressero a Napoli quale luogo cruciale da cui non si poteva prescindere.
Brio, fantasia, cantabilità della sua lingua e poesia dei suoi luoghi: l’Italia affascinava i regnanti dei paesi europei e dell’Italia Napoli era la patria della cultura, della musica, con i suoi quattro Conservatori, con il Teatro San Carlo e soprattutto con le cinquecento chiese, punto di riferimento per i più grandi compositori di ogni tempo. È l’italianità che domina in questo percorso che va «Dal Vesuvio al Tamigi» passando dalla corte di Parma dove il violinista e compositore Marco Uccellini, un estroso sacerdote che portò la tecnica violinistica a virtuosismi mai ascoltati, ed Andrea Falconieri, un liutista napoletano di origini fiorentine che, anche lui nella corte parmense, diede lustro allo strumentalismo napoletano.
Il viaggio musicale attraversa il genio di Leonardo Leo, il padre del «Festival» brindisino, un altro grande nome che, nel secolo dei lumi, tanto contribuì alla giusta fama che la musica napoletana conquistò allora dentro e fuori d’Italia. A Napoli studiò e intraprese la sua lenta ma inesorabile carriera: prima di organista, poi d’insegnante, maestro della Cappella Reale e operista.
Napoli era meta fissa di tutti i compositori del tempo. Così fu anche per Händel, il cui soggiorno ne segnò lo stile e la cantabilità, elementi essenziali di quasi tutta la sua produzione operistica. Un altro “napoletano” si aggiunge alla rotta del viaggio: il violinista e compositore Michele Mascitti giunse a Parigi nel 1704 e alla corte del Re ottenne un privilegio di stampa di otto anni.
Sulle tracce del percorso troviamo un’altra vittima del travolgente successo dell’opera napoletana: Antonio Vivaldi. Nonostante i numerosi successi ottenuti in terra natia e in Europa, fu messo “fuori moda” proprio dall’affermazione dilagante dell’opera napoletana. Decise così di trasferirsi a Vienna per avere maggiori opportunità, ma purtroppo, poco dopo il suo arrivo, morì.
Il compositore e cantante napoletano Nicolò Porpora segna l’arrivo del viaggio. Maestro del Farinelli, si impose in tutta Europa soggiornando e lavorando presso le più importanti corti dove furoreggiava lo stile napoletano: fu inviato a Londra come compositore dell’«Opera of the Nobility», sostenne onorevolmente il confronto con Händel, cui era stato contrapposto dai suoi sostenitori.
Sabato 2 settembre ore 21.00 - San Vito dei Normanni, Chiostro dei Domenicani
DAL VESUVIO AL TAMIGI
Le arie di Leo, Porpora, Vivaldi e Händel
Ensemble Dorico
Daniela Nuzzoli maestro di concerto, violino e mezzosoprano
Raul Hernandez tenore
Mauro Navarri violino
Marc Vanscheeuwijvk violone
Silvio Celeghin cembalo
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