Il 1° maggio è festa a Paganico Sabino con il “Kalènnemàju” e la “Sagra dei Vertuti”
In un borgo dove il tempo sembra essersi fermato, il primo maggio si celebra ancora con un antico rito pagano. Il ritorno alla vita e la rinascita rappresentano l’allegoria del “Calendimaggio”, la ricorrenza tipica della tradizione contadina che nei secoli passati salutava l’arrivo della buona stagione dopo il rigido inverno; a Paganico Sabino, caratteristico paese della Valle del Turano, l’appuntamento torna puntuale in occasione della Festa dei Lavoratori insieme alla “Sagra dei Vertuti”, una prelibata zuppa primaverile a base di legumi e cereali.
Ad attendere i visitatori in uno dei borghi più suggestivi della provincia di Rieti, sarà questa usanza affascinante e misteriosa che affonda le sue radici nella notte dei tempi, insieme a tanti momenti che fonderanno sapientemente gastronomia, folclore e intrattenimento. Si partirà alle ore 11 con l’apertura della mostra “Il cammino della memoria” e le esposizioni permanenti “Attrezzi della civiltà contadina” e “Arredi Sacri” presso la Sala San Nicola. Alle 11.30 sarà rievocato il “Kalènnemàju Paganichese”: rigorosamente digiuni, gli abitanti del posto immergeranno tre ghiere di noci in un bicchiere colmo di vino pronunciando “San Félìppu e Jàku, faccio a Kalènnemàju, se mòro affonno, se nò ritorno”; se le noci resteranno a galla, quella in arrivo sarà un’ottima stagione per il raccolto!
La festa si sposterà poi in tavola con la 28esima edizione della “Sagra dei Vertuti”, una zuppa di legumi e cereali (fagioli, ceci, fave, grano e granturco) aromatizzata con foglioline di timo selvatico e condita con l’olio d’oliva della Sabina, da gustare insieme ai maccheroni al pomodoro, alle salsicce, alle bruschette e a un buon bicchiere di vino nel centro diurno con posti coperti da capienti tensostrutture.
I prodotti tipici della zona saranno in bella mostra negli stand allestiti per l’occasione e i visitatori - che avranno a disposizione anche un comodo servizio gratuito di bus navetta - potranno visitare il Belvedere della Rocca, seguendo il percorso pilota dalla Torre Portaia; ammireranno così i boschi di querce, castagneti secolari e faggeti che circondano Paganico Sabino, un paradiso naturalistico che in primavera si veste dei suoi colori più sgargianti. Tra la Riserva Naturale Monte Cervia e il Monte Navegna, il borgo a due passi dal Lago del Turano ha mantenuto l’aspetto di un “castrum” medioevale, con l’ingresso segnato da due porte che conducono tramite strettissime viuzze nel centro storico dominato dalla chiesa di Santa Maria dell’Annunciazione. Meritano una visita anche la parrocchiale San Nicola e la chiesa di San Giovanni Battista, mentre a poca distanza dall’abitato sorge la suggestiva “Pietra Scritta”, monumento funerario della famiglia dei Muttini risalente alla seconda metà del I secolo a.C.
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