1987 / 2016 - KRAPP: MUTAZIONI ARTISTICO-TEMPORALI DI UN PERSONAGGIO
Quasi trent’anni dopo torno a confrontarmi con “L’ultimo nastro di Krapp” di Samuel Beckett. Quelli che erano allora gesti squisitamente attoriali: l’invecchiamento, la voce roca, il deambulare lento e discontinuo, il fingermi un forte bevitore e un gran divoratore di banane, sono oggi dei dati di fatto, imposti dall’età che avanza e dall’inevitabile invecchiamento cellulare, il tutto completato dal fatto che, ora, apprezzo molto il buon vino e le banane sono la mia frutta preferita. Nella versione del 1987, ero, inoltre, un finto 64enne che ascoltava vecchie registrazioni di trent’anni prima, mentre in quella di questo autunno 2016 tutto diventa magicamente congruente: io sono un vero 64enne che ascolta realmente le sue registrazioni di trent’anni prima. Il sottoscritto e il Krapp stanno pericolosamente sovrapponendosi e mi chiedo a cosa condurrà tutto questo. Il riallestimento dello spettacolo - che continuo a chiamare “Il mio Krapp” - è iniziato, concretamente, il 10 ottobre e spero di riuscire a portarlo a termine entro la fine di novembre (il 25 e 26) con due repliche per il pubblico, nella sua nuova versione. Gli oggetti della piéce, meticolosamente indicati da Beckett nelle dieci paginette del testo, si stanno accumulando sulla mia scrivania, sotto lo sguardo esterrefatto di Silvia, la mia compagna. Sento una strana energia nell’aria …
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