Venerdì 25 novembre al Teatrodante Carlo Monni la prima assoluta della nuova produzione del teatro di Campi Bisenzio. Replica il 26 novembre, il 28 matinée per le scuole
“Io ci sono”, debutta lo spettacolo che racconta la storia di Lucia Annibali, contro la violenza sulle donne
Tratto dal romanzo “Io ci sono - La mia storia di non amore” di Lucia Annibali e Giusi Fasano, riduzione, adattamento e regia di Andrea Bruno Savelli, con Alice Spisa nel ruolo di Lucia Annibali; Marco Cocci in quello dell’avvocato Varani; Valentina Chico, nel triplice ruolo di Marta, amica di Lucia, Anna, fidanzata di Varani e la dottoressa Pierangela Rubino; Gianluigi Fogacci nel ruolo del dottore Edoardo Caleffi
Ha detto Lucia Annibali a proposito dello spettacolo: “Ho visto le prove e devo dire che mi è piaciuto molto. Mi sono tanto emozionata e commossa. È la restituzione del messaggio più profondo della mia storia personale, che ho deciso di diffondere non solo per condividere il dolore ma anche come messaggio positivo di speranza, per incoraggiare le persone ad affrontare le prove difficili della vita con forza”
Firenze, 23 novembre - Nella Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, sarà in scena venerdì 25 novembre ore 21.00 al Teatrodante Carlo Monni di Campi Bisenzio (piazza Dante n.23), in prima nazionale, lo spettacolo teatrale “Io ci sono” di Andrea Bruno Savelli, che racconta la storia di Lucia Annibali, l’avvocato di Pesaro aggredita con l'acido la sera del 16 aprile del 2013, mentre rientrava a casa. Un attacco commissionato dal suo ex, Luca Varani, condannato a vent'anni di carcere; un terribile fatto - costatole 18 operazioni chirurgiche - diventato per la Annibali l'occasione di una rinascita, rendendola determinata al punto da diventare una vera e propria paladina in Italia nella difesa dei diritti.
Lo spettacolo, tratto da “Io ci sono - La mia storia di non amore” romanzo scritto da Lucia Annibali e dalla giornalista Giusi Fasano, è una produzione del Teatrodante Carlo Monni e di Teatro e società Srl. Sul palco, nel ruolo della Annibali, ci sarà Alice Spisa, attrice fiorentina tra le interpreti più apprezzate dal cinema d’autore e vincitrice del Premio Ubu 2013 come migliore attrice under 30; Marco Cocci, noto attore e musicista pratese, vestirà i panni dell’avvocato Varani, la romana Valentina Chico si destreggerà nel triplice ruolo di Marta, amica di Lucia, Anna, fidanzata di Varani e della dottoressa Pierangela Rubino, mentre l’attore bolognese Gianluigi Fogacci rivestirà il ruolo del dottore Edoardo Caleffi, primario di Chirurgia all’Ospedale Maggiore di Parma, che ha seguito Lucia nel lungo percorso di ricostruzione del suo volto.
A un anno dal racconto della vita del calciatore Stefano Borgonovo e della sua lotta contro la malattia, Andrea Bruno Savelli - che ha curato anche la riduzione e l’adattamento del libro - propone un nuovo appuntamento di teatro civile, ripercorrendo la storia che ha sconvolto tutta l’Italia, in una riflessione sulla società contemporanea. “Io ci sono” sarà in replica sabato 26 novembre sempre alle 21.00, mentre il 28 si terrà una matinée per le scuole. Biglietti da 10.50 euro a 22.50. Per informazioni www.teatrodante.it, infoline allo 055 8979403.
Dice Lucia Annibali a proposito dello spettacolo: “Con Andrea ci siamo incontrati una prima volta a Pesaro per una presentazione del libro al teatro di Campi Bisenzio ed una seconda volta per leggere la sceneggiatura. Pochi giorni fa ho visto le prove e devo dire che mi è piaciuto molto. Mi sono tanto emozionata e commossa, ho apprezzato le parti del racconto che sono state evidenziate, l'utilizzo fedele del testo del libro, il racconto, attraverso una serie di monologhi, dei miei pensieri, dei miei sentimenti, del dolore. È la restituzione del messaggio più profondo della mia storia personale, che ho deciso di diffondere non solo per condividere il dolore ma anche come messaggio positivo di speranza, per incoraggiare le persone ad affrontare le prove difficili della vita con forza”. Conclude: “Attualmente sto collaborando con la Ministra Boschi al dipartimento delle Pari Opportunità. È un impegno a tempo pieno, molto interessante, stimolante e che io vivo con grande senso di gratitudine e di responsabilità”.
Dice il regista Bruno Savelli: “Io ci sono nasce da una pulsione: quella di schierarmi contro l’ingiustizia terribile e cruenta che Lucia Annibali ha dovuto subire. La sua storia, infatti, avrebbe potuto essere quella di ciascuno di noi. Così è partito il tentativo di portare la sua vicenda sul palcoscenico, a cui sono seguiti la lettura del libro, la riduzione del testo per il teatro e gli incontri con Lucia, che ha accompagnato e dato il suo assenso alla stesura della drammaturgia. La gestazione dello spettacolo è durata due anni e mezzo. Al primo incontro con Lucia, l’unica condizione che ci ha posto è stata che lo spettacolo rispecchiasse completamente la storia che aveva scritto. In scena vedremo quello che le è accaduto, attenendoci alla sua versione. Per la scelta degli attori, fondamentale è stato l’apporto del coproduttore romano Pietro Mezzasomma, che mi ha proposto la giovane e straordinaria attrice fiorentina per il ruolo di Lucia, Alice Spisa, un’artista meravigliosa che ha aderito perfettamente al ruolo. Poi ci sono Valentina Chico, che conosco da 12 anni ed ho fortemente voluto in questo progetto, e Gianluigi Fogacci, con cui è una prima collaborazione. Ho proposto a molti attori importanti il ruolo di Luca Varani, e alla fine abbiamo scelto Marco Cocci, che conoscevo già da tempo: lui è stato tra i primi a credere che potessi fare il regista, 15 anni fa. Tra i quattro si è creata subito una bellissima alchimia. Porteremo lo spettacolo in giro il lavoro l’anno prossimo; abbiamo l’esclusiva per l’Italia e al momento stiamo lavorando con l’associazione antiviolenza Artemisia. Sarebbe bello avviare una collaborazione con il Ministero delle Pari Opportunità dove adesso Lucia lavora, per creare un progetto che segua e anticipi lo spettacolo. La violenza sulle donne è un fenomeno sempre più dilagante che va fermato il prima possibile, soprattutto nei giovani”.
Aggiunge l’attrice Alice Spisa: “Interpretare Lucia è stata una bellissima sfida, e in fase preparatoria il libro scritto da lei è stato fondamentale, mi ha fatto capire molte cose sull’incredibile dolore sia fisico che emotivo che ha dovuto attraversare. La Annibali dice che è come se esistessero due Lucie, quella prima e quella dopo l’acido, ed io ho cercato di esplorare questa doppia caratteristica. Lucia è una donna brillante, intelligente ma anche spiritosa, che non si mette mai nel ruolo di vittima, con una personalità estremamente determinata. Ho voluto dare risalto anche a questo. Vederla seduta in platea durante le prove è stato uno dei momenti più belli della mia carriera: raccontare una storia sapendo che chi l’ha vissuta ti sta guardando è un’emozione indescrivibile”.
Dice Marco Cocci: “Metterò in luce la dualità di Luca Varani, intento nel mantenere una certa distanza dal rapporto con la Annibali, ma con l’atteggiamento subdolo di tenerla sempre lì. Per interpretarlo, ho dovuto rifarmi a una situazione di coppia non ben definita, da amanti, ovviamente esasperata dai problemi di dipendenza dalla cocaina e dalle turbe di personalità di cui è affetto Varani, con cambiamenti repentini di emotività. Lo vedremo così a volte molto affettuoso, successivamente freddo, distaccato, e lo osserveremo prendere le distanze da questo affetto”.
Valentina Chico interpreta ruoli contrastanti: “Uno è quello di Marta, la migliore amica di Lucia, l’immagine del suo mondo prima dell’aggressione, e quindi anche della possibilità di essere felice lontano da Varani. Ada invece è la donna che ha deciso di rimanere con quest’uomo violento, colei che l’ha sempre accolto fino alla fine, fino al compimento del gesto che l’ha portato in carcere. Questa vicenda mi ha colpito molto in quanto Lucia, risucchiata in un baratro che ha iniziato a farsi sempre più oscuro nel momento in cui ha rifiutato Varani, non è riuscita a rendersi conto di come la situazione stesse deragliando dai limiti dell’accettabile. Credo che sia molto difficile comprendere le situazioni quando ci siamo immersi dentro”.
“Non è la prima volta che interpreto dei medici che finiscono per diventare un supporto psicologico e spirituale per i loro pazienti”, conclude Gianluigi Fogacci. “In questo spettacolo il medico non si occupa solo dell’aspetto clinico di Lucia, ma rimarca sempre il fatto che, per uscire da un grande incidente o da una grande disgrazia, ci vuole un’enorme forza interiore. E’ una sorta di trainer che la stimola continuamente, un uomo molto severo nel suo approccio ma anche estremamente attento a chi ha davanti. Sprona Lucia a reagire e cerca di farle capire che il suo sarà un percorso pieno di sofferenze, ma ne varrà la pena. Il dolore ha questo potere: aprire delle forme di consapevolezza che prima non si sospettavano”.
A Campi Bisenzio, in programma anche altre attività dedicate alla lotta alla violenza contro le donne, tra cui, il 26 novembre alle ore 17 nel foyer del teatro, la presentazione di “La violenza di genere. Dinamiche sociali e politiche di intervento in una prospettiva comparata”, con l’autrice Virginia Bettanin. Seguirà il dibattito con Monica Roso e Eleonora Ciambellotti del Comune di Campi Bisenzio, Daniela Bagattini e Luca Caterino di reteSviluppo.
Io ci sono - Sinossi
16 aprile 2013, una sera qualunque. Lucia Annibali, giovane avvocato di Pesaro, torna a casa dopo essere stata in piscina. Ad attenderla, dentro il suo appartamento, trova un uomo incappucciato che le tira in faccia dell’acido sfigurandola. Le ustioni, devastanti, corrodono anche il dorso della sua mano destra. Quella stessa notte viene arrestato come mandante dell’aggressione Luca Varani, avvocato, che con Lucia aveva avuto una tormentata relazione troncata da lei nell’agosto del 2012 e che, secondo la magistratura, aveva assoldato per l’agguato due sicari albanesi, pure loro poi arrestati. Come avviene in molti, troppi episodi di violenza contro le donne, anche in questo caso è stato l’abbandono a innescare la miccia del risentimento. Lo schema è purtroppo classico: il possesso scambiato per amore, la rabbia che diventa ferocia, fino all’essenza della crudeltà, l’acido in faccia. La pièce racconta la storia di Lucia Annibali con Varani, dal corteggiamento al processo (“Il tempo con lui è stato una bestia che digrignava i denti e io mi lasciavo sbranare”), dai momenti dell’emozione a quelli della sofferenza. Un inno al coraggio e alla lotta contro il dolore, non solo fisico ma anche morale.
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