Basato sull’antica mitologia slava e norrena, in cui il destino spesso scaturisce da misteriose forze della natura, Il lago dei cigni è diventato una leggenda a sé stante. Prima partitura per balletto composta da Čajkovskij, è pervasa da un profondo senso di nostalgia, facendo eco all’esperienza del compositore di un amore tanto sfuggente da diventare impossibile. Tuttavia il lavoro è rimasto incompreso fino al 1895, quando Marius Petipa ne ha dato una propria interpretazione coreografica. Con l'aiuto di Lev Ivanov, Petipa ha creato figure maestose per il corpo di ballo femminile e ha reso vivo il cigno danzante. Nella versione “freudiana” di Rudolf Nureyev, ideata per il Balletto dell'Opera di Parigi nel 1984, il principe Siegfried, manipolato dal malvagio Rothbart, rifugge la realtà del potere e del matrimonio per nascondersi nei sogni nei quali gli appare un lago magico che simboleggia l'amore idealizzato. Nureyev ha elevato il ruolo del principe a quello della protagonista, assegnandogli una dimensione psicologica più profonda, optando poi per dare a questo magistrale balletto un tragico epilogo, più in sintonia con la sua partitura musicale.
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