Domenica 19 gennaio 2020 alle 21.00, al Piccolo Teatro Bolognini di Pistoia, il Laboratorio della Compagnia Teatrale Archeosofica presenta “La Tempesta” di W. Shakespeare.
L’epoca in cui visse Shakespeare fu straordinaria. Furono fatte tante scoperte geografiche, astronomiche e in campo artistico, filosofico, medico e culturale.
Fu promosso lo studio delle lingue e dei testi di Platone, della Kabbalà, dell’Ermetismo e dell’Alchimia. In un momento così intenso e ricco di studi e di ricerche Shakespeare vive e crea le sue opere.
La Tempesta fu scritta tra il 1610 e il 1611.
L’opera è ambientata in un'isola del Mediterraneo di cui non viene detto il nome. Qui da dodici anni vivono Prospero duca di Milano con la figlia Miranda che al momento dell’arrivo sull’isola aveva solo tre anni. Essi sono stati allontanati da Milano su un’imbarcazione da Antonio, fratello di Prospero, con la speranza che possano morire in mare.
Quando Prospero era duca non si occupava del governo del suo regno, ma aveva lasciato il suo potere politico al fratello per darsi tutto alla sua passione per i libri, agli studi e alla magia. Antonio si era affezionato al potere tanto da credere di essere lui l’unico signore e da volere eliminare suo fratello.
Sull’isola Prospero si dedica ancora a lungo ai suoi studi e ha a che fare con Ariele, che ha liberato da un albero dove la strega Sicorace l’aveva imprigionato e che è al suo servizio in attesa della libertà.
Prospero sa dominare anche Calibano, mostro deforme, lunare figlio di Sicorace, l'unico abitante dell'isola che si era mostrato inizialmente gentile con lui.
Col passare del tempo però aveva manifestato la sua vera natura di figlio del diavolo e aveva proposto a Miranda di unirsi a lui e di fronte al rifiuto di lei aveva tentato di violentarla.
A questo Prospero aveva reagito facendolo suo schiavo e piegandone la natura e il selvaggio istinto generativo che produrrebbe soltanto mostri. Questa la situazione sull’isola.
Quando Antonio e il suo complice, il re di Napoli Alonso, con i loro uomini, stanno navigando sul mare nei pressi dell’isola di ritorno da un matrimonio celebrato a Cartagine, grazie alla sua magia Prospero sa che essi sono vicini con la loro nave e provoca una tempesta che porti tutti sull'isola.
Tutti credono che la nave sia affondata ma invece è salva. Attraverso la magia e con l'aiuto del suo servo Ariel, Prospero riesce a fare in modo che ogni personaggio si riveli per ciò che è, si conosca e possa redimersi.
Alla fine tutti si ritrovano nella grotta di Prospero.
Egli rinuncerà al suo libro e alla sua bacchetta magica. Si tratta di una storia vera o è solo una finzione?
Siamo fatti anche noi della materia di cui son fatti i sogni; e nello spazio e nel tempo d'un sogno è racchiusa la nostra breve vita, afferma Prospero nell’atto IV, scena I.
Forse ciò che noi pensiamo sia la vita è solo un sogno, ci crediamo svegli e coscienti e invece stiamo dormendo.
Vi aspettiamo, lo scopriremo insieme.
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