BarbaBlùfest | II edizione
19 luglio | 7 agosto 2022
Ritorna il BarbablùFest nell’area archeologica di Morgantina
MORGANTINA (EN). Chi è Medea? Una straniera, una maga, una semplice donna innamorata? Colpevole o innocente? Nella finzione drammaturgica dell’ex Presidente della Camera e magistrato Luciano Violante, Medea nel suo peregrinare approda sulle rive siciliane. E qui affida ai venti un suo monologo straziante e sublime, sulle note del Requiem di Verdi, che il giudice Giovanni Falcone era solito ascoltare.
Fortemente voluto dall’assessore ai Beni culturali e all’Identità siciliana, Alberto Samonà, il BarbablùFest - da un’idea di Pietrangelo Buttafuoco, con la direzione artistica di Giuseppe Dipasquale e la produzione esecutiva e organizzazione generale a cura di Terzo Millennio di Andrea Peria Giaconia - ritorna dunque nel parco archeologico di Villa del Casale e Morgantina diretto da Liborio Calascibetta.
INFO PRATICHE
Gli spettacoli teatrali inizieranno alle 19,30, i concerti alle 20, nei due siti all’interno del Parco archeologico di Morgantina.
Ingresso posto unico: 10 euro.
Info e acquisto biglietti su www.terzomillennio.info
Il BarbablùFest rinnova lo schema dello scorso anno: una rassegna giovane, ma non giovanile, smart, elegante, social che valorizza il sito archeologico, coinvolto nella sua interezza visto che sono sempre due gli spazi che ospitano gli spettacoli; con una notevole ricaduta sul territorio che già l’anno scorso ha beneficiato dell’afflusso consistente di pubblico, e “minaccia” di replicare.Dopo i due debutti della sezione teatro e musica, il cartellone proseguirà a cavallo tra luglio e agosto: domenica (24 luglio),un omaggio a Lucio Battisti ma declinato sulla memoria di chi l’ha conosciuto bene: Mogol è stato l’anima e la penna di del cantautore e oggi propone un concerto-racconto, tra canzoni, aneddoti e ricordi, affidando le canzoni celebri a Gianmarco Carroccia, che sia come aspetto che come capacità vocale, ricorda Lucio. Il 26 luglio, la prima sortita alla Villa romana del Casale, a Piazza Armerina dove il musicista siciliano Pippo Kaballà accompagnato dal pianista e fisarmonicista Antonio Vasta, propone un Viaggio immaginario nella Sicilia della memoria; il 27 luglio Morgantina accoglie una delle novelle verghiane più autentiche, dolce e insieme violente: Donatella Finocchiaro debutta nella regia, firma e interpreta La Lupa. Adriano Giannini, il 29 luglio, proporràLo straniero di Camus mentre il 2 agosto, Venivamo dal mare ripercorre le storie di tante e giovanissime spose per procura; con Lucia Sardo, Dino Rubino e Gioacchino Cappelli. Il 4, a Villa romana del Casale, Il Lupo e la Luna, cunto di parole rivelate di Pietrangelo Buttafuoco affidato alla coppia inedita formata da Salvo Piparo e Lello Analfino, nella trasposizione teatrale di Valentino Picone che ne firma anche la regia; il 5 agosto le peripezie inenarrabili per unaRistrutturazione ovvero disavventure casalinghe, racconto ironico e semiserio affidato aSergio Rubini e a Carla Cavalluzzi. Il BarbabluFest si chiuderà il 7 agosto con il concerto di Nicola Piovani (con Marina Cesari al sax e Marco Loddo al contrabbasso): Note a margine è ilracconto musicale narrato dagli strumenti che agiscono in scena.
CALENDARIO
Area archeologica di Morgantina
19 luglio - Medea di Luciano Violante con Viola Graziosi- Regia Giuseppe Dipasquale
20 luglio - Roy Paci- Remix 2022
24luglio - Mogol, G. Carroccia– Emozioni – Viaggio tra le canzoni di Battisti e Mogol
26 luglio - Villa romana del Casale
Kaballà e Antonio Vasta - Viaggio immaginario nella Sicilia della memoria
27 luglio - La Lupa con Donatella Finocchiaro – Regia Donatella Finocchiaro, Luana Rondinelli
29 luglio - Lo straniero, da Camus con Adriano Giannini
02 agosto - Venivamo dal mare con Lucia Sardo, Dino Rubino e Gioacchino Cappelli
04 agosto - Villa romana del Casale
Il Lupo e la Luna, con Salvo Piparo e Lello Analfino – Regia Valentino Picone
05 agosto - Ristrutturazione ovvero disavventure casalinghe con Sergio Rubini
07 agosto - Nicola Piovani –Note a margine
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Medea, di Luciano Violante
Note di regia di Giuseppe Dipasquale
Chi è Medea oggi?
Quando insieme a Luciano Violante e Viola Graziosi abbiamo affrontato lo scorso anno Clitemnestra, mi nacque subito l’idea che se la regina tebana si fosse trovata a vagare nei secoli approdando ai giorni nostri, non potesse che essere Alda Merini, poetessa e regina dell’anima della contemporaneità.
Per Medea, che Violante sottopone allo stesso meccanismo di translazione temporale, l’idea è del tutto opposta. La regina della Colchide è una leonessa ferita, è l’incarnazione del felino, del femmineo eterno che opera per giustizia naturale. Ecco, questa nostra Medea è come il felino che sopprime i cuccioli più deboli e malati per sottrarli alla sofferenza della quasi impossibile sopravvivenza nella giungla degli uomini.
Esistono diverse versioni del mito di Medea, e molte si concentrano sulla grande colpa della maga: aver ucciso i propri figli. Per Euripide Medea si macchia del crimine per vendetta; per Pausania, invece, è innocente. Ma la storia di Medea che è anche lo specchio della società greca e occidentale, è tuttavia in generale il riflesso di tutte le società costituite, che teme e rigetta il 'diverso', o, come la definisce Violante, l’ estranea.
Quella di Violante vuole essere una Madre, Regina, Maga semidivina che compie l’efferato gesto infanticida per sottrarre i figli ad una schiavitù, condannata ad un esilio eterno rinnova l’efferatezza del suo crimine ad un impietrito Giasone per approdare infine nella terra del fuoco, una terra a tre punte, la Sicilia, per incontrare altri ‘estranei’ che cercano una ragione al lacerante dolore della perdita dei propri figli.
Il luogo del primo debutto nazionale dello spettacolo, la Chiesa di San Domenico a Palermo, è anche il luogo dove riposano le spoglie di Giovanni Falcone barbaramente ucciso nell’attentato mafioso di Capaci nel 1992, trent’anni da oggi. Un salto nella contemporaneità che permane nell’alveo di una tragica mitologia e che ha fatto del tragico eccidio mafioso, con l’emblema degli emblemi nella perdita di Giovanni Falcone, un atto dove “Il divino e l’umano si intrecciano perdendo i confini e laghi di sangue si scoprono negli sterminati campi di grano”.
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