A Meana Sardo in provincia di Nuoro si svolge nei giorni 14 e 15 Ottobre 2023 la nuova edizione di Autunno in Barbagia - la Sardegna più Genuina".
Raccontiamo storia, cultura, tradizioni e territorio del Cuore della Sardegna.
Dalle dee madri mediterranee alla leggenda di Maria Incantada, fata del nuraghe, la storia di Meana Sardo ci conduce in un racconto pieno di suggestioni.
Risalgono al Neolitico medio le tre bellissime statuine, ritrovate in località Polu, che raffigurano la dea madre mediterranea dalle forme obese simbolo di prosperità.
Dell’epoca nuragica il territorio conserva numerose testimonianze: sono presenti sia nuraghi monotorre del Bronzo medio (1660-1330 a.C.), sia nuraghi a più torri del Bronzo recente (1300-1100 a.C.). A quest’ultima fase risalgono i nuraghi Nolza, Su Nuraxi e Maria Incantada a cui si lega la leggenda della jana (fata) innamorata. Secondo il racconto popolare Maria Incantada (o Cantada) abitava nel nuraghe e, mentre tesseva sul telaio d’oro con fili d’oro, con voce melodiosa cantava per il suo innamorato che si trovava in su cùccuru de Nolza, nell’omonimo nuraghe, tenuto prigioniero da un gigante che custodiva un grande tesoro.
I primi centri abitati in epoca storica risalgono all’età romana: testimoni del tempo sono i resti del villaggio di Polcilis e l’importante strada Per Mediterranea, che collegava Olbia con Cagliari attraversando l’isola. I pochi resti delle chiese di Sant’Elena e Sant’Elia attestano la frequentazione del territorio anche nel periodo bizantino.
Nel condaghe di Santa Maria di Bonarcado, del XII secolo, appare per la prima volta il nome del villaggio che fece parte del Giudicato d’Arborea e fu capoluogo della curatoria della Barbaria di Meana.
Dopo la caduta del Giudicato la signoria della Barbagia di Belvì, che includeva il paese di Meana, fu compresa nel demanio regio. I diversi tentativi di affidare il villaggio a vari feudatari si conclusero con la restituzione al fisco reale. Gli abitanti, infatti, si ribellarono ripetutamente all’imposizione dei pesanti tributi feudali. Infine, nel 1507, i meanesi ottennero il privilegio di essere amministrati da un loro compaesano.
Col passaggio del regno di Sardegna a casa Savoia il paese, che era riuscito a liberarsi dei feudatari spagnoli, conobbe il giogo feudale sotto la contea di Salvatore Lostia che aveva ottenuto l’infeudazione dei redditi civili della Barbagia di Belvì. Meana riuscì a liberarsi dai feudatari nel 1839.
Nel 1862 il nome del paese fu modificato in Meana Sardo per differenziare il comune da un piccolo centro omonimo del Piemonte.
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