Ad Onanì in provincia di Nuoro si svolge nei giorni 14 e 15 Ottobre 2023 la nuova edizione di "Autunno in Barbagia - la Sardegna più Genuina".
Raccontiamo storia, cultura, tradizioni e territorio del Cuore della Sardegna.
Una leggenda popolare narra di un antico villaggio intitolato a un capotribù nuragico da cui deriverebbe Onanie, nome in sardo del paese di Onanì.
I ritrovamenti archeologici testimoniano che le origini del centro risalgono fino all’età nuragica documentata anche dai numerosi monumenti sparsi in tutto il circondario: dalle classiche torri, alle tombe dei giganti, fino al pozzo sacro di Muros d’Avria. Il territorio però racconta una storia ancora più antica come dimostra la presenza delle sepolture scavate nella roccia denominate “domus de janas”, ‘case delle fate’, risalenti almeno al terzo millennio a.C.
Scarse sono le tracce d’età romana mentre l’influenza bizantina è attestata dai culti di Sant’Elena, dei Santi Cosma e Damiano e dalle chiese a loro dedicate.
Densa di vicende fu l’età medievale: il villaggio originariamente apparteneva alla curatoria di Bitti e al Giudicato di Gallura ma con la scomparsa della dinastia viscontea e la guerra contro Pisa, che portò allo smembramento del giudicato, venne annesso nel XIV secolo a quello di Arbore .
Passato nelle mani degli invasori aragonesi nel 1335, entrò a far parte del feudo di Giovanni d’Arborea fratello traditore del giudice Mariano IV. Giovanni fu in seguito catturato e imprigionato dal fratello e il destino del villaggio seguì passo passo le sorti della guerra fra l’Arborea e i catalano-aragonesi. Nel 1410, quando il destino del conflitto era ormai segnato a favore dei conquistatori, Onanì divenne parte del feudo di Nicolò Turrigiti.
Solo vent’anni dopo i suoi eredi lo vendettero al marchesato di Oristano cosicché anche il villaggio entrò a far parte della contesa tra la Corona d’Aragona e il marchese Leonardo Alagon che aveva tentato di accendere nuovamente la fiaccola della ribellione contro la dominazione iberica. Con la sconfitta di Alagon il villaggio passò nelle mani dei Carroz e a seguire degli altri feudatari tra cui i De Silva che nel 1617 lo inglobarono nel grande marchesato di Orani.
Nel XVIII secolo la Sardegna passò sotto la dominazione sabauda ma, come per la maggior parte dei centri sardi, Onanì dovette attendere il 1839 per potersi liberare definitivamente dal giogo feudale.
L’attuale parrocchiale venne edificata nel 1866 e dedicata al Sacro cuore di Gesù. A fine Ottocento il comune cedette la frazione di Mamone allo stato che vi edificò la colonia penale ancora in uso. Alla metà del XIX secolo risale l’attuale denominazione ufficiale del paese modificata a causa di una errata trascrizione dei cartografi piemontesi.
Dal 1984 al 1990 l’amministrazione municipale ha commissionato al pittore bittese Diego Asproni i bellissimi murales che adornano le strade principali con scorci di vita passata, avvenimenti della storia del paese e temi religiosi.
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