Cercasi fornai disperatamente. E’ il refrain di tutte le ricerche, gli studi e gli approfondimenti sulla situazione socio - economica - occupazionale riferiti al problema dei giovani che non trovano lavoro.
Un modo come un altro per dire che nessuno impara più il mestiere ma tutti pretendono di lavorare senza “SAPER FARE”.
Eccola la parola magica del nostro Natale della “nostra” Aria di Natale: il saper fare appunto!
Ma il nostro mercatino ha la pretesa di essere un po’ più di una semplice vetrina di prodotti artigianali per le imminenti festività natalizie. Ormai da anni il tentativo è quello di recuperare la cultura del saper fare italiano; vogliamo indicare, soprattutto ai giovani in cerca non solo di una prima occupazione ma di una vera e propria vocazione, che il nostro Bel Paese è la patria di chi sa fare con le mani ciò che la testa e il cuore sono capaci di dettare.
Alla base del MADE IN ITALY c’è tutto questo e poco altro. Oggi il marchio Gucci fattura nel mondo qualcosa come tre miliardi di euro! Vende borse che valgono migliaia di euro e nei suoi punti vendita diretti scorrono le immagini dei suoi artigiani a lavoro!
In questo scorcio di terzo millennio non dobbiamo più immaginare l’artigiano relegato nella sua bottega intento a dare vita a quel pezzo unico che rischia di rimane tale non già nella sua manifattura, che peraltro è ciò che lo qualifica, ma quanto nelle quantità visto che è diventato difficile vendere bene anche solo un pezzo. Gli artigiani del nuovo millennio sono quelli della pubblicità di Poltrone&Sofà, aperti alla globalizzazione e integrati ai più alti livelli tecnologici, “specialisti in camice bianco” del loro settore.
Il made in Italy è alla ricerca di panettieri per i forni di Oscar Farinetti fondatore di Eataly che ha punti vendita dell’agroalimentare italiano in tutto il mondo.
Sono quindi l’ambiente in cui viviamo, le esperienze che facciamo, l’educazione che riceviamo, il senso della bellezza e della qualità che respiriamo a rendere noi, come altri popoli, unici.
Ecco allora che, nel caso italiano, il territorio si rivela una ricchezza inestimabile. Partire da questo presupposto permette una scoperta tanto ovvia quanto illuminante: mettere in circolo la cultura, le arti ed i mestieri “non solo non depaupera nessuno, ma anzi crea dei circoli virtuosi di sapienze che fertilizzano tutti i campi.
Dunque è il saper fare la cifra culturale dell’economia italiana dentro e, soprattutto, fuori dei nostri confini.
L’Officina della Cultura con “Aria di Natale” vuole regalare un appuntamento che indichi questa direzione, che detti questa “cifra” soprattutto ai giovani del nostro territorio.
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