GRANI FUTURI, AL VIA ADESIONE AL MANIFESTO FUTURISTA DEL PANE
A San Marco in Lamis lo street food in due giorni ha attirato oltre 15.000 persone
Una grande emozione, che si chiama pane. Numeri inattesi per il lungo week end di Grani Futuri, alla sua prima edizione, che ha portato nella Via del Gusto di San Marco in Lamis oltre 15.000 persone. Panettieri da tutta la Puglia sabato, e da tutta l’Italia domenica, abbinati a chef (anche stellati) hanno animato uno street food dai sapori unici. E’ stato un viaggio nella memoria e nella innovazione, sempre a base di pane fresco o raffermo, in sfoglia croccante o soffice, che ha spaziato dal pancotto al sugo di mare fino al pane abbinato al gelato artigianale a km zero made in Peschici.
Ma non finisce qui, perché nel convento di San Matteo di San Marco in Lamis, ieri è stato sottoscritto il Manifesto Futurista del Pane, ideato dal fornaio economista Antonio Cera e dal dott. Giampiero Di Tullio. E’ il primo seme di quella rivoluzione del pane che Antonio Cera, il fornaio economista di San Marco in Lamis, ha voluto piantare insieme ad Alfredo De Lillo agricoltore, Michele Sabatino agricoltore e macellaio, Giuseppe Bramante agricoltore e allevatore, Luigi Nardella chef, Filippo Schiavone agricoltore, Giacinto Lombardi imprenditore agricolo e ingegnere, Raffaele Schiena agricoltore e agronomo. Un mondo variegato, che racchiude la catena alimentare del mangiare sano. Hanno sottoscritto, ieri, anche l’on. Colomba Mongiello ed i sindaci di San Marco in Lamis Michele Merla e di San Giovanni Rotondo Costanzo Francavilla, confermando la volontà di proseguire uniti in questo percorso di valorizzazione di Grani Futuri e dell’artigianato autentico.
Ripercorriamo brevemente le tappe del percorso, che sta attirando l’attenzione di tutta Italia ed anche di Spagna, Stati Uniti e Lettonia, da cui sono arrivati giornalisti e chef:
1) Nascita dell’Associazione Futurista del Pane
2) Evento nazionale del Pane dal 17 al 19 giugno a San Marco in Lamis, organizzata in modo impeccabile da Francesca Lafratta (Wedding Apulia)
3) Ieri, 19 giugno 2017, sottoscrizione del Manifesto del Pane
4) Work in progress, il Disciplinare del Pane
5) In lievitazione, il marchio volontario del Pane Buono
CHI PUO’ ADERIRE AL MANIFESTO FUTURISTA DEL PANE - Chi condivide una visione futura del pane. Chi crede che il pane sia espressione della cultura dei popoli. Chi pensa che sia giusto provare ad utilizzare i grani del proprio territorio. Chi non utilizza miglioratori, anche se la legge NON prevede che siano esplicitati in etichetta. L’iscrizione è aperta ad agricoltori, fornai, pizzaioli, pasticcieri, ristoratori, mulini.
Per informazioni ed iscrizioni all’Associazione Futurista del Pane, esclusivamente in modalità telematica, scrivere a: info@granifuturi.com
SCHEDE TECNICHE a cura del food expert Antonella Millarte
I GRANI D’ITALIA, DEL MEZZOGIORNO D’ITALIA, NEL MONDO
Le aree con maggiori produzioni di grano erano e restano quelle del Mezzogiorno d’Italia, di cui quasi un terzo proviene dalle due isole.
Se guardiamo al mondo ci accorgiamo che, il grano duro per noi così importante, rappresenta appena il 2% di tutti i cereali e circa il 5% dei grani.
I maggiori produttori di grano duro del mondo sono:
· Italia
· Canada
· USA e Turchia a pari
· Francia
· Messico e Algeria a pari.
(Fonte dati: International Grain Council)
La Puglia, nel panorama produttivo italiano del grano duro, è al primo posto con una media del 22%. Confrontando Puglia e Sicilia, emerge che il Tacco d’Italia con oltre 20 molini, pur collocandosi subito dopo la Sicilia, possiede una capacità di trasformazione pari al doppio di quella presente nell’Isola. (Fonte dati: Italmopa)
LA STORIA DEL GRANO INIZIA IN PUGLIA 32.000 ANNI FA
Fra i più antichi ritrovamenti al mondo riguardanti il grano ci sono quelli nella grotta di Paglicci risalenti a 32.000 anni fa. La farina antichissima è di avena, è stata macinata dall’homo sapiens a Rignano Garganico (FG) a 13 km da San Marco in Lamis.
Le due principali specie di frumento coltivate al mondo sono: il grano duro e il grano tenero.
L’evoluzione dei frumenti è avvenuta in una vasta area fra Siria, Libano, Giordania, Palestina e parte dell’Iran, Turchia, Iraq, Kazakistan ed Afganistan.
Resti di grano, risalenti a 23.000 anni fa, sono stati ritrovati a sud del lago Tiberiade.
La “rivoluzione” arriva nel 1900 con la sperimentazione del biologo ceco Gregor Johann Mendel (1822-1884). E’ da questi studi che si inizia a prendere in considerazione l’inizio della genetica e del miglioramento genetico di molte specievegetali e animali.
Un contributo straordinario viene dato dall’italiano Nazareno Strampelli (1866-1942), scienziato e genetista. E’ il pioniere dell’agronomia genetica: realizza decine di varietà differenti di frumento. L’ibridismo, il suo metodo di incrociare varietà differenti per ottenere nuove cultivar, si rivela migliore rispetto alla selezione di sementi solo all’interno di una singola varietà (selezionismo).
Nel 2010 gli scienziati dell’Università di Liverpool, di Bristol e del John Innes Centre hanno scoperto il “genoma” del grano. Hanno sequenziato il complesso DNA del grano, cinque volte più grande del genoma umano e composto da 17 miliardi di “lettere”, con uno studio che ha mappato il 95% dei geni. L’utilità? Selezionare le varietà naturali di grano più resistenti agli attacchi dei parassiti, alla siccità, che diano raccolti più abbondanti.
IL SOGNO DEL FORNAIO ECONOMISTA
Un’infanzia passata tra campi di grano e sacchi di farina. Immerso in un’azienda familiare dove ogni membro ha un compito preciso: zia Tanella sarta di famiglia, zia Maria fornaia imprenditrice, mamma Lina biologa, papà Angelo maestro scrittore. Poi nonno Michele ed il suo orto giardino, dedito anche alla produzione casearia. Nonna Caterina che ha trasmesso la cultura delle erbe spontanee.
Antonio Cera nasce a San Marco in Lamis nel 1979, in provincia di Foggia nel cuore del parco nazionale del Gargano: gemma verde della Puglia. Si sposta a Milano, si laurea alla Bocconi in Economia e nel 2007 decide di tornare in Puglia.
Dare valore al forno di famiglia, che vanta un secolo di storia, diventa il suo impegno quotidiano. Il forno Sammarco si trasforma nell’attrattore di un concetto di valorizzazione del territorio che passa attraverso i sapori e la salute.
Il celebre Panterrone, caratterizzato dalle olive, nasce fra il 2011 e il 2013 dopo un ampio studio sui lievitati. Il primo panettone d’Italia di grano arso il forno Sammarco lo produce nel 2014. Antonio Cera, dal 2016 inizia a “disegnare” pane per la ristorazione, un pane diverso per ogni chef accompagnato da versi.
Il resto è una valanga di sapori, provocazioni, studi approfonditi su materia prima e tecnica con prodotti d’autore come le Dita (taralli distesi), il Piccione (è il racconto di un viaggio) che affianca il Panterrone (il Panettone che parla delle terre del Sud) e F’Orma (il pane). Il progetto forno Sammarco diventa, nel 2014, caso di studio del Master in Business Administration sul food & wine alla Business School di Bologna.
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