Torna la sera del Venerdì Santo la Rievocazione della passione di Cristo a Vetriolo.
Rievocazione storica della Passione di Cristo: nelle piazze e nelle strade del paese vengono messi in scena, con costumi dell'epoca, i seguenti episodi: "l'ultima cena"; "il tradimento di Giuda"; "l'orto degli ulivi"; "Gesù davanti a Pilato"; "impiccagione di Giuda"; "crocifissione".
Già nel pomeriggio il paese è avvolto da una atmosfera malinconica e dolce. Irreali i movimenti e le voci dei giovani che ritoccano le scene e gli allestimenti scenografici seguendo un copione conosciuto ormai alla perfezione.
Quando arriva la sera ogni cosa è al suo posto. Mentre iniziano a giungere i primi ospiti si spengono i lampioni e si accendono i fuochi a petrolio lungo i cigli delle strade. Poi tutto inizia.
La Rappresentazione si apre con "L'ultima cena". La scena è introdotta dai passi del Vangelo di Luca ed è accompagnata da brani musicali che sottolineano ed esaltano i gesti dei commensali.
Dopo che Giuda si è allontanato, Gesù e gli Apostoli si avviano all'"Orto degli Ulivi": nel frattempo la gente che segue viene inviata verso la scena del "Tradimento di Giuda".
La scena è dominata dallo stesso Giuda che esprime tormento ed inquietudine anche attraverso il suo corpo imponente, dai Sommi Sacerdoti gelidi ed eleganti, dai freddi e pittoreschi soldati romani.
Deciso l'arresto di Cristo, Giuda conduce i soldati presso l'Orto degli Ulivi. La gente segue in silenzio.
Nell'uliveto si assiste ad un momento incredibilmente suggestivo, con i soldati diligentemente schierati tra i fuochi accesi che illuminano i volti tesi e assorti in preghiera di Gesù e degli Apostoli.
La tensione è rotta dal bacio di Giuda e l'irrompere dei soldati che inglobano la figura indifesa di Cristo; la musica cambia e segna la svolta.
Si ritorna alla piazza e si assiste al processo e alla condanna. Tra gli altri sono adesso in scena Ponzio Pilato, la moglie Claudia Procula, Barabba. Gettata la veste rossa sul corpo di Cristo e posta la trave di legno sulle sue spalle, inizia a strutturarsi la processione che ripropone il cammino verso il Calvario. Il corteo avanza ed i passi sono scanditi dai colpi del tamburo.
Giunti alla meta finale l'attesa è bruscamente interrotta dal dramma del "Suicidio di Giuda" che appare dondolando sullo sfondo, sul profilo di un'altura.
Non appena lo stupore inizia ad attenuarsi non rimane che voltare lo sguardo verso la collina e lasciarsi trasportare dalle dolci musiche che introducono la suggestiva scena della "Crocifissione di Cristo". L'ambiente naturale costituisce lo sfondo ideale.
Si illumina lentamente il quadro finale al sordo rumore dei colpi sul legno. Gesù viene innalzato sulla croce insieme a due ladroni al suo fianco.
Poco più in basso Maria ed il prediletto Giovanni. Tutto intorno i soldati montano la guardia. L'epilogo è sottolineato da una esplosione di luce che avvolge di un rosso drammatico l'intero ambiente.
La musica, dapprima incalzante, diventa struggente. Poi lentamente tutto si attenua e si esaurisce.
Il ritorno al paese è un momento essenzialmente privato che accompagna la statua di Cristo verso la Chiesa.
E' questo il momento in cui i fedeli si concedono alla preghiera e i giovani artefici della Rappresentazione del Venerdì Santo trovano i primi attimi di meritato riposo con la mente rivolta allo spettacolo dell'anno successivo.
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