Riti della Settimana Santa in Sicilia
dal 24 marzo al 1 aprile 2018
Durante la settimana che va dalla Domenica delle Palme fino al Venerdì Santo ed alla Domenica della Resurrezione, la Sicilia che già profuma di mandorlo in fiore si trasforma in un grande e partecipato palcoscenico in cui si alternano scenografie di dolore e commozione che narrano la passione del Cristo.
Non c’è quartiere, paese, città che non senta la necessità di vivere la Settimana Santa attraverso un proprio rituale, dove la trama religiosa si fonde con elementi popolari e folkloristici.
Una storia quella della Morte e Resurrezione, mille storie quelle delle confraternite, delle maestranze, dei commossi fedeli che il fotografo cattura attraverso il “click” della propria macchina fotografica. Così il fotografo indossati i panni del curioso osservatore, la sua reflex al collo, si immerge nei tanti scenari della Settimana Santa, documentando e raccontando lo svolgersi delle tradizionali processioni in una commistione di fede e laicità.
Fotografare nel periodo pasquale diventa, dunque, un “rito nel rito” tanto atteso e preparato tutto l’anno e una volta arrivato si parte alla volta di: Trapani, dove il Venerdì Santo si svolge la Processione dei Misteri in cui le 20 “vare”, del peso ciascuna di quasi una tonnellata, escono dalla Chiesa del Purgatorio per essere portate lungo un percorso con un andamento dondolante “l’annacata”, accompagnato dalla
struggente musica delle Bande e dalla fatica, dal sudore e dalle lacrime dei fedeli “portatori”.
Si parte alla volta di Enna quando, nel primo pomeriggio del Venerdì Santo, tutte le Confraternite giungono al Duomo e lì incominciano a comporsi per la solenne processione.
Sono oltre duemila i confrati incappucciati che, in un rigoroso ordine prestabilito e in assoluto silenzio e mestizia, precedono le Vare del Cristo morto e dell'Addolorata, dando così inizio al lungo corteo funebre che percorrerà quasi tutta la città.
Poi magari ci si sposta a Pietraperzia (EN) dove si può ammirare e fotografare la Processione del “Cristo delle Fasce”, organizzata dall’antica Confraternita di Maria santissima del Soccorso e degli Agonizzanti, e che consiste nel portare in processione un Cristo posizionato sulla
sommità di un lungo palo (portato a spalla da 100 persone e mantenuto in equilibrio da circa 300 fasce bianche), dove l’asta rappresenta all’unisono l’albero e il legno della croce; entrambi simboli attraverso cui si rigenera il cosmo vivente.
Oppure si parte alla volta di San Fratello (ME) dove si svolge la particolarissima festa dei Giudei vestiti con il tradizionale costume formato da una giubba, da calzoni di mussola rossa e da strisce di stoffa d’altro colore, solitamente gialle o bianche e con la testa coperta da un
“cappuccio” che non viene mai tolto. Il giudeo che rappresenta il crocifissore, il flagellatore, il soldato che affondò la sua lancia nel costato di Gesù, si aggira con curiosi comportamenti per le strade del paese utilizzando le tipiche trombette per annunciare la sua presenza e per
attirare l’attenzione di fedeli e curiosi.
L’elenco dei riti della Pasqua è lunghissimo perché dovunque e tutti, uomini, donne e bambini partecipano il rituale della Morte e la celebrazione della Rinascita della vita, attenti nel preparare e nel curare ogni particolare della processione: dalla vestizione ai gesti, dal canto a u “lamentu”, dalla preghiera al silenzio; il fotografo testimonia gli sguardi, le emozioni, il “pathos” dei figuranti e dei fedeli, rivelando quel sincero e commosso senso di appartenenza della collettività e l’indissolubile legame tra le genti e la fede, tra la terra e le tradizioni.
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