Venerdì 13 e sabato 14 gennaio ore 21.00 a Campi Bisenzio (Firenze)
Al Teatrodante Carlo Monni debutta la “Medea”
di Valentina Banci
Lo spettacolo inaugura la nuova rassegna “Teatro nel Teatro”, che vedrà il palco del Teatrodante trasformarsi in un vero e proprio ridotto
La vicenda tragica di Medea, carnefice dei propri figli per vendicare l’abbandono dell’infedele marito Giasone, sarà al Teatrodante Carlo Monni di Campi Bisenzio (piazza Dante 23) venerdì 13 e sabato 14 gennaio alle 21.00 con “Medea. Un soliloquio”, lo studio sul personaggio condotto dall’attrice Valentina Banci. Lo spettacolo, una prima messa in scena che vedrà l’artista pratese sola a incarnare tutte le figure che popolano l’universo della madre folle e assassina, inaugura la nuova rassegna “Teatro nel Teatro”, in occasione della quale il palcoscenico del Teatrodante accoglierà il pubblico trasformandosi in un vero e proprio ridotto.
Basato sulla Medea di Seneca e su quella di Heiner Müller, questo primo studio coglie la protagonista nel momento successivo all’uccisione dei figli, già folle, forse morta, tormentata da mille voci che, come in un inferno dantesco, la costringono a rivivere ininterrottamente il giorno nefasto del suo delitto. Una versione che concentra la forza straordinaria del testo originale in un’ora di tensione unica, durante la quale lo spettatore viene trascinato in un turbine emotivo che non lascia respiro, per scoprire l’umana debolezza e la solitudine di questa figura mitica troppo spesso liquidata come mostro sanguinario e insensibile. Attenendosi al testo senechiano nella sua quasi interezza, Valentina Banci mostra una Medea fragile, svelandone il lato umano di donna sconfitta e perduta.
"Nel 2015 ho portato in scena al Teatro Greco di Siracusa e poi al Colosseo la “Medea” di Seneca per la regia di Paolo Magelli – racconta l’attrice spiegando la genesi dello spettacolo – da allora Medea ha continuato a inseguirmi, tanto da spingermi a ripensare e riallestire la tragedia, trasformandola in un monologo. “Medea. Un soliloquio” racconta di una donna in cerca di una pace ormai impossibile da raggiungere, tormentata come è dai fantasmi del passato. Tutto è già accaduto, ma ossessivamente una voce interiore le chiede: uccidere Giasone o Creusa, la sua nuova sposa? Uccidere i figli? O uccidere tutti e morire pazza e bruciata viva dal fuoco del Sole, suo padre?”
Continua Valentina Banci: “La Medea di questo soliloquio è una donna sola, oltre la sofferenza, umanissima nella sua disperazione infinita. Ho cercato di scendere con lei negli abissi della pazzia e della fine della speranza per capire come si possa arrivare a compiere il gesto estremo di cui lei si macchia. E benché sia impossibile da perdonare, mi sono sorpresa ad asciugare le sue lacrime, perché ogni essere umano solo, lontano dalla sua cultura, esule in terra straniera, ripudiato, odiato, a cui sono stati strappati brutalmente i sogni più grandi, può perdersi e finire in un buio tale da non credere più neppure nell'amore per i figli. Per ricordarci che in fondo, come ci dice Jaques Lacan ‘Medea siamo noi’.”
Ingresso 10€.
Per ulteriori informazioni www.teatrodante.it
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