Giovedì 10 Marzo 2016 al Teatro Colosseo, Via Madama Cristina, 71 Torino (TO), in scena Scanzi e Casale "Il sogno di un'Italia".
LA STAGIONE 2015 - 2016
IL SOGNO DI UN’ITALIA
1984-2004 Vent’anni senza andare mai a tempo
Andrea Scanzi & Giulio Casale
Testi Giulio Casale e Andrea Scanzi
Narrazione Andrea Scanzi
Interpretazioni Giulio Casale
Giovedì 10 Marzo ore 21.00
platea 26,00 / galleria 21,00 / rid. studenti univ e bambini 16,00
Com’è stato possibile sopportare vent’anni Berlusconi? Come siamo arrivati a Renzi?
Perché in Italia la norma è eccezione e l’anomalia immorale è spesso regola? E’ quello che si chiedono Giulio Casale e Andrea Scanzi ne “Il sogno di un’Italia”. Dalla morte di Enrico Berlinguer all’ultima fuga di Marco Pantani. Dall’edonismo degli Ottanta al sangue del G8 di Genova.
1984-2004: due decenni che potevano cambiare l’Italia e non l’hanno cambiata. O forse l’hanno addirittura peggiorata. Restaurando e non rinnovando, come tanti piccoli gattopardi 2.0. Dopo il successo de “Le cattive strade”, di cui viene sostanzialmente riproposto lo schema, la premiata ditta Casale-Scanzi torna in scena con uno spettacolo ancora più personale e attuale di Teatro Canzone. “Il sogno di un’Italia” è il ritratto di un paese attraverso storie, istantanee e canzoni (da Bennato agli U2, da Gaber a Jeff Buckley, da De Gregori a Eddie Vedder). Sul palco sfilano miti e maestri, figure indelebili ed eroi quasi loro malgrado. Dal sacrificio di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino alle parole disilluse di Mario Monicelli (“La speranza è una trappola”), dalla promessa fatta e non mantenuta ad Antonino Caponnetto fino al Pantheon di fratelli maggiori che se ne sono andati troppo presto: Massimo Troisi e Ayrton Senna e il Pirata di Cesenatico.
In questo “Il sogno di un’Italia”, dal sottotitolo dolentemente jannacciano (“Vent’anni senza andare mai a tempo”), c’è la politica che non riesce più a generare appartenenza e c’è l’arte –musica, cinema, letteratura, giornalismo – che diventa fatalmente politica e dunque forse militanza. Un tempo “ragazzi selvaggi”, ma solo nelle canzonacce dei Duran Duran, i quarantenni di oggi – la generazione di Casale e
Scanzi - sognavano il cambiamento e si sono ritrovati prima Berlusconi e poi Renzi.
Volevano la rivoluzione, ma solo nelle t-shirt. Cercavano un nuovo centro di gravità permanente, ma – per ignavia o quieto vivere - rischiano di avere inguaiato l’Italia.
Uno spettacolo dedicato a chi quegli anni li ha vissuti, ma rivolto anche a coloro che oggi hanno 20-30 anni e si battono per un paese migliore. Ispirato al libro di Scanzi
“Non è tempo per noi”, “Il sogno di un’Italia” racconta vent’anni con spirito critico, conservando però il desiderio di una vera e definitiva ripartenza: del resto i buoni esempi non sono mancati e, forse, le eccellenze non mancheranno.
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