Sulle barricate della vita moderna ci si destreggia tra carte, numeri, protocolli, contratti, istruzioni, regole. Il mondo degli uomini, così come è oggi, è una burocrazia.C'è chi dice che la chiave per sopravvivere sia l'efficienza, chi l'astuzia, chi l'inganno, chi la capacità di relazione, chi la pura intelligenza. Ma tocca ammettere che l'unica vera chiave, innata o acquisita, per trovare l'altra faccia della ripetizione meccanica, dell'insignificante, dell'inutilmente complesso, è quella di essere, in una parola: inannoiabili.
“Se sei immune alla noia, non c'è niente che tu non possa fare.” (David Foster Wallace)
Da una parte: un ufficio illuminato dai neon, tre dipendenti dell'Agenzia delle Entrate e un'alluvione appena passata; dall'altra parte: una sala d'aspetto gremita dal pubblico. In mezzo a loro: uno schermo su cui lo spettatore seduto vede proiettato il video-reportage della giornata di lavoro che quei tre impiegati, intenti a ripulire dal fango pratiche e faldoni, stanno portando avanti. Che cosa significa restare umani nonostante la noia e la complessità burocratica del vivere quotidiano? A cercare di rispondere a questa domanda, è una telecamera che, in presa diretta, segue senza soluzione di continuità i tre personaggi e le loro azioni, restituendo una graffiante sequenza di primi piani, particolari, carrellate, soggettive che vanno a scavare nell’intimità profonda dei tre impiegati, fino a far emergere quell' umanità di cui tutti noi, che siamo stati almeno una volta pubblico agli sportelli, ignoriamo tendenzialmente l'esistenza.
Prendendo ispirazione da Il re pallido, ultimo romanzo rimasto incompiuto dell'autore americano contemporaneo David Foster Wallace, La Ballata dei Lenna scatena sulla scena di un'esplorazione tra teatro e arti visive, in cui i piani della rappresentazione si moltiplicano creando diverse prospettive, per riflettere su una delle sfide più spinose che ci pone la vita: la noia nel vivere quotidiano.
Al centro della narrazione un corridoio dell'Agenzia delle Entrate. Dentro, fuori e al di sopra di esso, in equilibrio sul paradosso, si muovono personaggi dotati di quella forza capace di prendere per il collo e raccontare una realtà più vera del vero. Mentre tutt'attorno incombe l'atmosfera sospesa di una catastrofe naturale, appena passata, che ha arrestato la macchina e costretto per una volta a guardarsi dentro davvero.
Partendo da un'immedesimazione con l'autore, nello spettacolo la compagnia gioca con gli spettatori, che partecipano attivamente alla costruzione del senso dell'opera, a intravedere quello stupore con cui un tempo eravamo capaci di vivere, per scoprire che, a volte, il mondo riecheggia ancora di questa luce.
PROSSIMI APPUNTAMENTI SERALI
Questa prima parte della stagione del Teatro comunale di Novoli rientra nell'ambito del più articolato progetto "Passi comuni" ideato e curato dalle compagnie, in residenza a Novoli, Factory e Principio Attivo teatro in collaborazione con Regione Puglia, Comune di Novoli e Campi Salentina.
sabato 2 dicembre ore 21.00
Per Prima Cosa
Compagnia teatrale Petra (Satriano di Lucania) in collaborazione con Ura teatro
con Antonella Iallorenzi e Fabrizio Pugliese
drammaturgia e regia di Fabrizio Saccomanno
sabato 16 dicembre ore 21.00
Io non sono un gabbiano
compagnia Oyes Teatro (Milano)
da Anton Cechov
regia di Stefano Cordella
biglietti
intero: 10 euro, ridotto 8 euro
Info e prenotazioni
328 2862885 - 3403129308 - 3277372824 - 3403769613 - 3200119048
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