Il Cantico dei Cantici è uno dei testi più antichi di tutte le letterature. Roberto Latini - cui il Piccolo di Milano ha affiato il teatro comico di Carlo Goldoni per la stagione 2017/2018 - porta in scena al Teatro del Tempo quest'opera eterna il 9 dicembre alle 21 e il 10 alle 17.
Pervasa di dolcezza, di profumi e immaginazioni, è una delle più importanti, forse una delle più misteriose; un inno alla bellezza, insieme timida e reclamante, un bolero tra ascolto e relazione, astrazioni e concretezza, un balsamo per corpo e spirito.
Se lo si legge senza riferimenti religiosi e interpretativi, smettendo possibili altre chiavi di lettura, rinunciando a parallelismi, quasi incoscientemente, se lo si dice senza pretesa di cercare altri significati, se si prova a non far caso a chi è che parla, ma solo a quel che dice, senza badare a quale sia la divisione dei capitoli, le parti, se si prova a stare nel suo movimento interno, nella sua sospensione, può apparirci all’improvviso, col suo profumo, come in una dimensione onirica, non di sogno, ma di quel mondo, forse parallelo forse precedente, dove i sogni e le parole ci scelgono e accompagnano.
L'adattamento e la regia di Roberto Latini non ne hanno tradotto alla lettera le parole - sebbene abbia cercato di rimanervi il più fedele possibile - ma hanno voluto restituire con precisione la sensazione, il sentimento, che da sempre gli ha procurato leggere quelle pagine
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